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Antisemitismo in crescita con l’invasione russa in Ucraina: lo dice l’Agenzia europea per i diritti

Mondo

di Redazione
La disinformazione e l’odio contro gli ebrei sono fioriti su Internet durante la pandemia di Covid-19 e l’invasione russa dell’Ucraina. Tuttavia, la registrazione degli incidenti antisemiti rimane scarsa in tutta Europa. Ogni paese raccoglie i dati in modo diverso e alcuni non raccolgono affatto i dati. È quanto mostra l’ultima panoramica annuale degli incidenti antisemiti dell’Agenzia dell’UE per i diritti fondamentali (FRA), che esamina i dati provenienti da fonti internazionali, governative e non governative in tutti i paesi dell’UE, nonché in Albania, Macedonia del Nord e Serbia. Raccoglie i dati dal 1 gennaio 2011 al 31 dicembre 2021.

“L’antisemitismo resta un problema serio nelle nostre società. La pandemia di Coronavirus e l’aggressione della Russia contro l’Ucraina hanno ulteriormente alimentato tale odio”, afferma il direttore della FRA Michael O’Flaherty.
Già a giugno la riunione del gruppo di lavoro aveva evidenziato “i rischi di narrazioni false” e disinformazione che alimentano l’antisemitismo, poiché la Russia ha giustificato la sua guerra, iniziata a febbraio, usando impropriamente “termini come ‘nazista’ e ‘genocidio'” per descrivere il governo in Ucraina .

Nel suo rapporto annuale, che è stato compilato lo scorso luglio, la FRA ha affermato che “le comunità ebraiche in tutta Europa” sono state “profondamente colpite” dall’odio online e dalla disinformazione nel contesto dell’invasione russa e dell’epidemia.

Mancanza di dati da alcuni Paesi

Un problema però è la registrazione degli incidenti antisemiti che rimane scarsa in tutta Europa, sottolinea il report, con la raccolta e la classificazione dei dati che variano in ogni paese. Non erano, ad esempio, disponibili dati ufficiali sugli incidenti antisemiti registrati da due Stati membri dell’UE, Ungheria e Portogallo, il che rende difficile confrontare in modo significativo la situazione in tutto il continente. “Senza dati adeguati non possiamo sperare di essere efficaci nel contrastare incidenti antisemiti di lunga data – continua Michael O’Flaherty –. È giunto il momento che i paesi dell’UE intensifichino i loro sforzi per incoraggiare la segnalazione e migliorare la registrazione, in modo da poter affrontare meglio l’odio e il pregiudizio contro gli ebrei”.

La disinformazione e l’antisemitismo online sono aumentati sulla scia della pandemia e dell’invasione dell’Ucraina. In alcuni paesi (Austria, Finlandia), la maggior parte degli incidenti registrati è avvenuta online.

Per quanto riguarda le strategie nazionali dal report emerge che solo 14 paesi dell’UE hanno strategie nazionali o piani d’azione dedicati per combattere l’antisemitismo. Otto paesi stanno attualmente sviluppando tali strategie e piani.

Inoltre, un numero crescente di paesi utilizza la definizione operativa di antisemitismo sviluppata dall‘International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) nell’istruzione, nella formazione e nella sensibilizzazione.

La Commissione europea ha invece presentato la sua prima strategia in assoluto per combattere l’antisemitismo nell’ottobre 2021 e dovrebbe pubblicare relazioni sull’attuazione della sua strategia rispettivamente nel 2024 e nel 2029, basandosi anche sui dati della FRA sugli incidenti antisemiti per la loro valutazione.