di Michael Soncin
La promozione postuma di Alfred Dreyfus non vuole solo risanare un torto infelice del passato, ma è anche un monito per riflettere sull’antisemitismo dei giorni nostri, che sta interessando a livelli inauditi la Francia e il resto del mondo.
Una propaganda che ha fatto gravi danni all’intera società, non solo agli ebrei. Anche se è stata poi scoperta la sua innocenza, l’odio antiebraico che ha impregnato le persone dell’epoca non si è dissolto, ma è rimasto. Questa storia è l’esempio di come l’antisemitismo possa diffondersi virulentemente a causa di una falsa accusa.
L’ufficiale di artiglieria, il capitano ebreo francese Alfred Dreyfus (1859-1935) era stato ingiustamente accusato di tradimento e per tale ragione imprigionato. Un caso che ha scosso così tanto la Francia, da fuoriuscire all’epoca dai confini nazionali, diventando uno degli scandali politici più significativi della storia francese moderna.
Per cercare di rimediare la Commissione Difesa dell’Assemblea nazionale francese ha approvato all’unanimità il disegno di legge, citando la volontà di “riparare un’ingiustizia storica”. La notizia è stata diffusa recentemente dal Jerusalem Post.
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A 90 anni dalla morte e 130 dal famigerato episodio, il capitano sarà promosso, postumo, al grado di generale di brigata. Del famoso Affaire sono stati fiumi d’inchiostro, che hanno circolato fino ai giorni nostri. Uno fra tutti, lo scrittore Émile Zola che con J’accuse…! ha denunciato nero su bianco l’eclatante scandalo.
“Onorando Alfred Dreyfus, ripariamo un’ingiustizia storica, rendiamo omaggio al servizio esemplare e riaffermiamo l’onore della Repubblica”, si legge nel testo del disegno di legge. “Alla fine del XIX secolo – continua, il capitano Alfred Dreyfus fu vittima di un’ingiustizia di Stato, condannato per tradimento sulla base di accuse inventate, alimentate da un virulento antisemitismo”. Era il 1894 quando era stato accusato di essere una spia tedesca. “Per quasi cinque anni, sopportò l’esilio, la solitudine e l’oblio sull’Isola del Diavolo. Invece di cedere all’amarezza dopo il suo reinserimento, dimostrò un incrollabile patriottismo e continuò a servire la Francia con altruismo”.
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Quando aveva 55 anni, Dreyfus aveva prestato nuovamente servizio durante la Prima Guerra Mondiale, venendo poi promosso a tenente colonnello e nominato ufficiale della Legion d’Onore. Ma è ovvio che senza le false accuse, che gravano ancora oggi sulla coscienza collettiva francese, Dreyfus avrebbe raggiungo posizioni più elevate. Perciò, promuoverlo oggi a Generale di Brigata, è un riconoscimento del suo operato, ostacolato dell’imperante antisemitismo.
Una lotta ancora in corso: l’antisemitismo odierno
La speranza è forse, non solo di rimediare un’ingiustizia storica, ma anche quella d’imparare dagli errori passati, visto che attualmente l’antisemitismo è dilagante in tutta la Francia. Tema che infatti è opportunamente menzionato nel disegno di legge: “L’antisemitismo che ha colpito Alfred Dreyfus non appartiene a un passato ormai passato. Gli atti d’odio odierni ci ricordano che questa lotta è ancora in corso. La Repubblica deve riaffermare costantemente la sua vigilanza, la sua determinazione e il suo impegno assoluto contro ogni forma di discriminazione”.
La presente decisione è stata definita dal relatore del disegno di legge Charles Sitzenstuhl, “un passo importante nella storia di Alfred Dreyfus e nella storia della Repubblica“. Sull’antisemitismo attuale si è espresso anche l’ex primo ministro francese Gabriel Attal, che ha depositato il disegno di legge: “L’antisemitismo che ha colpito Alfred Dreyfus non è un ricordo del passato. Gli atti d’odio di oggi ci ricordano che questa lotta è ancora attuale“.