PER GILAD SHALIT SPENTE LE LUCI AL CASTELLO SFORZESCO

Italia

“Milano città multietnica e multi etica. Capace di vivere da sempre una dimensione morale e di battersi per i diritti civili e per gli ideali di giustizia ovunque nel mondo, a partire dalla liberazione del caporale Gilad Shalit, prigioniero di Hamas da ormai troppo tempo”. Con queste parole Massimiliano Finazzer Flory, assessore alla Cultura del Comune di Milano accoglie le circa 1000 persone convenute ieri 24 giugno nel piazzale del Castello Sforzesco per presenziare alla fiaccolata e allo spegnimento delle luci del Castello in occasione del quarto anno di rapimento di Shalit. Stessa manifestazione a Roma, davanti al Colosseo, alla presenza di 5000 persone. “A volte spegnere le luci significa accendere altro: la speranza di un’umanità consapevole del fatto che il confine tra bene e male è labile ed è sempre in movimento – ha continuato Finazzer Flory -. In questa occasione dobbiamo dire che un uomo prigioniero rappresenta non solo se stesso, ma tutti quelli che potrebbero perdere la libertà se ci nascondessimo dietro il silenzio e l’omertà”.

Tutti al buio per 15 minuti quindi “per ricordare come sia possibile che un ragazzo-soldato possa giacere per quattro anni, dai suoi 21 ai suoi 25 anni, nelle segrete di Hamas senza che ancora oggi nessuna organizzazione umanitaria internazionale abbia avuto il permesso di incontrarlo e accertarsi delle sue condizioni di salute. Una vergogna assoluta, considerando poi che sono pochissimi, tra pacifisti e organizzazioni umanitarie, a voler muovere un dito perché questo accada”, ha dichiarato con una nota di tristezza nella voce Sami Blanga, Presidente del Keren Hayesod, organizzazione tra le promotrici dell’iniziativa insieme alla Comunità Ebraica di Milano e all’Ugei, e organizzata dal Comune insieme a A24 (hanno aderito anche le associazioni Amici di Israele, ADEI WIZO, Circolo Noam, Associazione Italia-Israele, Sinistra per Israele, EFES 2, Benè Berith, Keren Kayemeth Le Israel, Benè Akiva, Hashomer Hatzair).

“Siamo tutti qui stasera, uniti in nome di una coscienza civile comune, cittadini milanesi ebrei e non ebrei, per ribadire lo scandalo della prigionia del caporale Shalit. E per sottolineare che il blocco militare di Gaza è frutto proprio di quell’infame rapimento e non di un arbitrio”, ha dichiarato Daniele Nahum, Assessore alla Cittadinanza della Comunità Ebraica, tra gli organizzatori dell’evento.

“In occasione di un coinvolgimento civile così importante per noi, ringrazio il Comune di Milano per la sua sensibilità e per la pronta disponibilità manifestata nell’organizzare questa fiaccolata, cosa che esprime una totale sintonia tra le due istituzioni”, ha dichiarato il presidente della Comunità ebraica di Milano, Roberto Jarach.
Anche Filippo Penati in rappresentanza del PD e di Pierluigi Bersani ha usato parole accorate: “Davanti a un fatto come il rapimento di Shalit non possiamo che essere qui, uniti e solidali, per non dimenticare che allorquando, con tale barbarie, viene rapito un giovane, è l’intero mondo civile che viene rapito e sottratto a se stesso”.

Il Presidente del Consiglio Comunale Manfredi Palmeri infine si è soffermato sulle condizioni del giovane soldato. Lanciando una precisa richiesta. “Da 1.461 giorni Gilad Shalit è prigioniero di Hamas senza che si abbiano notizie delle sue condizioni fisiche e psicologiche. Nel quarto anniversario del rapimento chiediamo ai terroristi un atto di umanità: liberatelo. Il nostro è un appello universale per un uomo privato della libertà, che vede negati i diritti umani e i valori della giustizia e della civiltà”.