Mentre tutta Italia celebra la Giornata della Memoria, dal Colle arriva un pesantissimo monito «a mantenere la vigilanza contro ogni insorgenza di antisemitismo, comunque camuffato». Riferendosi alle scritte negazioniste comparse nei giorni scorsi a Roma, il Capo dello Stato, nell’intervento pronunciato durante una cerimonia al Quirinale, ha pronunciato parole nette.
«Lasciate innanzitutto – ha detto Napolitano all’inizio del suo discorso – che io sbarazzi subito il campo dalla miserabile provocazione che è stata appena tentata contro tutti noi. Gli autori, che spero possano essere rapidamente individuati, di un insulto assimilabile solo alla stessa ripugnante materia usata in quei pacchi – ha aggiunto il presidente della Repubblica riferendosi alla testa di maiale recapitata alla sinagoga – non hanno nulla a che vedere con la Roma e i romani che per sentimento umano e civile, consapevolezza democratica, educazione e cultura, sono fraternamente accanto agli uomini e donne di origine e religione ebraica, stringendosi ad essi in un abbraccio di solidarietà – ha concluso Napolitano – e in un impegno di lotta rigorosa contro ogni forma di antisemitismo».
«Queste ricorrenze mi hanno coinvolto in tutti questi anni come poche altre iniziative in Quirinale, coinvolto anche emotivamente e in profondità come figlio di quel secolo, per tanti aspetti terribile, che è stato il ‘900, e come italiano, uno dei tanti italiani senza colpa sui quali il fascismo ha fatto cadere la macchia delle leggi razziali e della turpe complicità con la persecuzione nazista contro gli ebrei». Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano intervenendo alle celebrazioni del «Giorno della memoria» al Quirinale.
Napolitano ha voluto inserire anche «gli stranieri» fra le categorie di persone da difendere per impedire che torni un orrore come quello della Shoah. «Una democrazia non può in nessun modo ignorare», ha spiegato celebrando al Quirinale la Giornata della memoria, «i rischi cui possono essere esposti, e tornare ad essere esposti, “gli innocenti e gli indifesi di sempre”». Ovvero «gli ebrei, i rom, i sinti, i disabili, i malati di mente, gli omosessualì. E vi aggiungo anche gli stranieri».
Quanto al reato di negazionismo, «non posso dire nulla in proposito – ha proseguito – per rispetto delle prerogative del Parlamento, che saprà certamente discutere con attenzione e saggezza. Ma in generale ho altamente apprezzato quel che ha scritto qualche mese fa il nostro caro presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna». A questo punto il presidente ha letto un passaggio del medesimo scritto: «L’Unione delle comunità ebraiche italiane ha più volte ribadito che la Memoria si tutela al meglio, ma soprattutto si difende nel modo migliore, privilegiando le armi della cultura e dell’istruzione». «Ed è esattamente in questo modo – ha aggiunto Napolitano a braccio – che abbiamo cercato di muoverci in questo periodo».