Già fuori dal carcere i tre arrestati per la strage di Stresa

Italia

di Redazione

Una decisione che lascia sconcertati, quella del Giudice per le indagini preliminari che sta lavorando sul caso della strage di Stresa: secondo il Gip di Verbania Donatella Banci Buonamici non ci sono indizi sufficienti contro il gestore dell’impianto e il direttore di esercizio e non sono ritenute credibili le dichiarazioni del caposervizio della funivia Gabriele Tadini, al quale sono stati per il momento assegnati gli arresti domiciliari. Il fermo in carcere, ha detto il Gip, era stato “Eseguito al di fuori dei casi previsti dalla legge e per questo non può essere convalidato”. Tornano così in libertà Luigi Nerini, il gestore dell’impianto, e Enrico Perocchio, direttore di esercizio. «Contro Nerini e Perocchio il giudice ha ritenuto le prove non sufficienti, giudicando le parole di Tadini (secondo cui anche Nerini e Perocchio sapevano che la funivia stava funzionando senza i freni di emergenza, ndr) non credibili», ha detto il procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi, che invece pensa che gli indagati abbiano compiuto un’azione consapevole che ha messo a rischio la vita degli utenti della funivia.

In Israele, dove si sono svolti i funerali di Amit Biran, Tal Peleg, Tom Biran, Barbara e Yitzhak Cohen, le cinque vittime israeliane della strage, che ha causato 14 vittime e alla quale è sopravvissuto solo il piccolo Eitan Biran, 5 anni, la notizia è stata ripresa e commentata.

Secondo il Times of Israel, il “giudice italiano ha ordinato il rilascio dei tre sospetti nell’incidente mortale della funivia, con il responsabile del servizio mandato agli arresti domiciliari”  perché non si ravvisa un pericolo di fuga ed è “improbabile che manomettano le prove, dopo il disastro che domenica scorsa ha ucciso 14 persone, tra cui cinque membri di una famiglia israeliana”.

“Il pubblico ministero sospetta che numerosi lavoratori sul luogo dell’incidente fossero a conoscenza del fatto che il freno di emergenza era stato disattivato”, ma avrebbero preferito non affrontare la questione o parlare. “Le autorità ritengono che il freno possa essere stato disattivato numerose volte nel corso degli anni per evitare l’interruzione delle operazioni. L’uomo che è stato mandato ai domiciliari è il responsabile del servizio Gabriele Tadini, che ha detto agli inquirenti: È colpa mia… sento un peso enorme sulla coscienza. Farò i conti con Dio”. Per la giustizia terrena, sarà invece l’ennesima strage senza colpevoli?