La figlia di Shimon Peres, Zvia Peres, il 14 maggio a palazzo Reale

La figlia di Shimon Peres a Milano: “Mio padre ha raggiunto tanti traguardi, ma purtroppo non la pace”

Italia

di Roberto Zadik
In visita straordinaria in Italia, la figlia di Shimon Peres, Tzvia Walden Peres, è stata la protagonista assieme a David Meghnagi, psicanalista e assessore alla Cultura Ucei e a Don Fumagalli, presidente dell’Associazione Italia Israele dell’importante incontro “Questo è Israele, 70 anni. Le grandi visioni” che si è tenuto martedì 14 maggio presso Palazzo Reale. Un approfondimento sui libri, le visioni e le speranze che hanno ispirato lo Stato ebraico dove Meghnagi ha illustrato al pubblico il libro Gerusalemme e il popolo ebreo (pp. 383, Libriliberi) di Benedetto Musolino, di cui ha scritto introduzione e curato l’edizione. La figlia di Peres si è invece soffermata sulla figura di suo padre, evidenziando le attività del Peres Center e mettendo in luce le caratteristiche e aneddoti dell’ultimo libro di suo padre, scritto prima della morte, No room for small dreams (Non c’è spazio per piccoli sogni). “È uscito in inglese e in altre lingue – ha spiegato – ma mi piacerebbe molto venisse tradotto anche in italiano”.

La visione di Benedetto Musolino

Politico e patriota calabrese vissuto nell’Italia Risorgimentale, ha scritto “questo libro importante quasi un secolo prima della nascita di Israele e ricordo di averne consegnato una copia al presidente Napolitano e a Shimon Peres per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia”, ha spiegato Meghnagi.

“Si tratta di un testo purtroppo sconosciuto ai più ma straordinariamente originale e  moderno che dimostra una grande conoscenza della storia ebraica – ha ribadito Meghnagi- in un’epoca in cui di questo argomento si sapeva poco o niente.” Dotato di coraggio e spirito pionieristico, liberale e mazziniano, antiborbonico e di famiglia nobile, Musolino è stato un personaggio unico che si recò in Palestina e nelle isole mediterranee e ne rimase molto affascinato. Amico di Luigi Settembrini venne imprigionato dai Borboni e visse una vita tumultuosa e appassionata, con un padre che venne ucciso mentre “la madre morì di crepacuore” ha raccontato nel suo stimolante discorso l’assessore alla Cultura Ucei. Consapevolmente o meno, Musolino nelle sue pagine, sembra profetizzare l’idea che gli ebrei debbano tornare alla loro terra in una “rinascita della nazione ebraica” ben prima di Theodor Herzl e coniugando perfettamente ideali risorgimentali e sionismo. “Il testo anticipa i tempi per diversi motivi – ha specificato Meghnagi – e precorre le analisi di Eliezer Ben Yehuda, inventore dell’ebraico moderno. Egli compì gli stessi viaggi di Herzl rivelando interessanti affinità con Moses Hess, pensatore ebreo, amico e contemporaneo di un personaggio molto complesso come Karl Marx”. Nella sua appassionante analisi lo studioso ha concluso: “Benedetto Musolino è stato unico nel suo genere e andrebbe studiato, approfondito e conosciuto come un grande personaggio. Che sia benedetta la sua memoria”.

Don Fumagalli: “Israele ha dato al mondo il Tanakh”

Molto interessante anche l’intervento di Don Fumagalli che al buffet introduttivo la conferenza ha brindato a Israele ricordando come “70 è un numero importante, come la Bibbia dei 70, i 70 popoli del mondo, nel giorno della nascita dello Stato avvenuta il 14 maggio del 1948 con il celebre discorso di David Ben Gurion”. Nella sua introduzione il presidente dell’Associazione Italia Israele di Milano ha ricordato che “Israele ha dato al mondo il libro del Tanakh che è il fondamento e l’inizio della sua dichiarazione di indipendenza e ho sempre viva in me la speranza della pace in Medio Oriente. Ricordo qui i tanti che hanno dato la vita per Israele e tanti sono stati i patrioti ebrei che hanno contribuito all’Italia come il grande Enzo Sereni. Shalom al Israel ve al kol ha olam (Pace a Israele e a tutto il mondo)”.

Zvia Peres: “Shimon Peres: il padre, lo statista, l’uomo”

Zvia Walden Peres figlia del grande Shimon Peres ha poi intrattenuto il pubblico con grande verve e raccontando aneddoti e storie su suo padre e sul suo libro No room for small dreams. Ringraziando Mimi Navarro, organizzatrice della serata e membro dell’Associazione Italia Israele,  la signora Peres, 72 anni il prossimo 20 ottobre, psicolinguista e docente universitario ha subito segnalato che “stranamente dopo il discorso di Meghnagi ricordo che andavo in una scuola che si chiamava Moses Hess”. Consegnando una copia del suo libro in ebraico a Don Fumagalli, la psicolinguista ha rievocato l’ambiziosa e tenace personalità paterna, i suoi studi in Bielorussia dove nacque nel 1923 studiando Talmud in una scuola ebraica del suo villaggio fondata da suo nonno e “parlando yiddish in casa e ebraico a scuola”. Prendendo aneddoti e spunti dai sei capitoli del suo libro, la signora ha ricordato fra umorismo e emozione quanto il testo “non è una biografia, ce ne sono già tante, né una storia di Israele, quanto un messaggio di speranza ed energia per le giovani generazioni dove la storia personale si inserisce in quella di Israele”. “Era un vorace lettore, leggeva sempre quando non era impegnato con la politica. Era nato in un piccolo villaggio dove vivevano duemila ebrei e c’erano due librerie e tre sinagoghe” La figlia dell’ex primo ministro e poi presidente di Israele ha ricordato le fasi della sua vita, da quando da piccolo emigrò in Palestina con la sua famiglia, al Bar Mitzva in cui gli regalarono una bicicletta, fino ai suoi anni in Kibbutz dove ha incontrato sua madre.

Riassumendo i capitoli del libro, la figlia ha ricordato episodi importanti, come il viaggio che suo padre fece con Ben Gurion a Basilea decisivo per il futuro Israele o quando Peres volle la creazione di una centrale nucleare nel Sud di Israele a Dimona, stringendo relazioni con la Francia “pur non sapendo il francese” e creando una difesa contro le continue minacce di distruzione dei vicini arabi”. In conclusione del suo intervento in merito al sesto capitolo ha detto: “mio padre ha raggiunto vari traguardi, ma non siamo ancora riusciti a raggiungere la pace.

Infine è intervenuto Meghnagi che contrapponendo il sionismo ad altri ideali, anche a quelli del ’68 ha detto che “la nostra forza è  quella di non aver mai rotto col passato, di essere riusciti a ricostruire nella Diaspora prima che in Israele, essa non è stata solo una valle di lacrime ma un laboratorio culturale dove sono nati personaggi come Maimonide, Freud e tanti altri”. “Non abbiamo mai ceduto al nichilismo, né interrotto il rapporto con quello che ci ha preceduto e dobbiamo mantenere una costante tensione anche verso il futuro”. Stimolato dalle domande del pubblico, a proposito di Musolino, lo studioso ha detto “Probabilmente egli aveva contatti con ebrei, visto che in passato in Puglia, in Sicilia e nel Meridione prima dell’Inquisizione vivevano diversi ebrei e diverse usanze si erano mantenute inconsapevolmente nella popolazione, dal lavaggio della carne col sale, alla sistemazione della spazzatura diversa dal normale e non davanti alla Mezusah in cui c’è scritto il nome di Dio”. Nella serata è stato trasmesso anche il video del Peres Center un centro di eccellenza che si occupa di vari settori di sviluppo, ambiente, salute, tecnologia, arte e medicina in nome della pace e fondato nel 1996 da Shimon Peres e mandato avanti grazie al lavoro di sua figlia Tzvia e del suo staff.