Le Leggi Razziali e il calcio italiano. Proiezione e dibattito al Memoriale della Shoah

Italia

di Paolo Castellano

Lo sport come strumento educativo contro il razzismo e l’antisemitismo. Questo è il messaggio emerso dall’incontro organizzato il 25 gennaio al Memoriale della Shoah di Milano e realizzato in collaborazione con Sky Sport e Comune di Milano. Per l’occasione è stato proiettato il documentario 1938: lo sport italiano contro gli ebrei, ideato dal giornalista Matteo Marani e prodotto dal canale televisivo Sky.

La proiezione è stata introdotta dai saluti istituzionali di Roberto Jarach, presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano, Federico Ferri, direttore responsabile di Sky, Elena Buscemi, presidente del Consiglio Comunale di Milano, e Martina Riva, assessore allo Sport del Comune di Milano.

Durante la serata, è stato svelato in anteprima un corto di Sky Sport in cui il campione olimpico Filippo Tortu narra la vicenda di Franz Orgler, atleta tedesco che venne escluso dalle Olimpiadi del 1936 in quanto ebreo.

Non sono mancati i ringraziamenti della Comunità ebraica di Milano (CEM) che per mezzo dell’assessore Luciano Bassani ha ribadito l’importanza degli eventi dedicati alla Memoria. «Le Leggi razziali del ’38 colpirono mia madre e mio padre. Inoltre, sappiamo che i 10 punti delle Leggi razziali vennero applicati al mondo dello sport da un personaggio chiamato Lino Businco, redattore della rivista Fascismo sport e collaboratore di Mussolini».

«L’antisemitismo non appartiene al passato. Basta leggere la recente notizia dell’aggressione a un ragazzino ebreo a Campiglia Marittima», ha sottolineato Bassani. «Il Giorno della Memoria è importante per ricordare tutti gli ebrei che furono uccisi dal nazi-fascismo, ma è altrettanto importante difendere gli ebrei che risiedono dentro e fuori Israele. Costoro sono minacciati costantemente. Ricordiamoci che l’antisionismo è una nuova forma di antisemitismo».

Al termine della proiezione, si è svolto un dibattito intitolato Lo sport come antidoto al razzismo a cui hanno partecipato Matteo Marani, editorialista di Sky Sport, Marco Fichera, presidente del Comitato promotore delle Olimpiadi di Scherma Milano 2023, Alessandro Costacurta, commentatore di Sky Sport, Daniele Nahum, vicepresidente della Commissione Sicurezza e Inclusione Sociale del Comune di Milano e Alessandro Giungi, Presidente della Commissione Olimpiadi e Paralimpiadi del Comune di Milano. La tavola rotonda è stata moderata dal giornalista Franco Vanni.

Matteo Marani ha descritto il ruolo dell’informazione sportiva nel sensibilizzare gli spettatori su temi come l’approfondimento storico delle Leggi razziali. «Il documentario 1938: lo sport italiano contro gli ebrei è una piccola impresa intellettuale che tenta di allargare l’orizzonte dello sport. Non abbiamo prodotto soltanto un racconto ma abbiamo scavato nella storia, ricercando approfondimento e condivisione umana». Marani ha poi raccontato al pubblico le sue ricerche storiche (durate tre anni) sull’allenatore Árpád Weisz, deportato e ucciso ad Auschwitz.

Per quanto riguarda il calcio moderno, l’ex-giocatore del Milan Alessandro Costacurta ha dichiarato che le società calcistiche devono promuovere nuovi orizzonti e nuovi ragionamenti sul valore della convivenza tra culture diverse. In questo senso, Costacurta ha ricordato il suo incontro con Nelson Mandela avvenuto 11 giugno 1993, decritto come “l’incontro della vita”.

A conclusione del dibattito sul razzismo nello sport, ha infine preso la parola il consigliere comunale Daniele Nahum. «Se ancora oggi ci sono persone che creano delle figurine con Anna Frank che indossa la maglietta della Roma, vuol dire che non abbiamo ancora fatto i conti con il nostro passato. Un avvenimento del genere sarebbe stato inimmaginabile in Germania».

«Le Leggi del 1938 vennero firmate dal meglio della classe intellettuale italiana. Come ha più volte affermato la Senatrice a vita Liliana Segre, ricordare il nostro passato e in particolare il dramma della popolazione ebraica durante il fascismo serve a non dimenticarci della Shoah, a non essere indifferenti difronte alla violazione dei diritti umani», ha evidenziato Nahum.