La brigata ebraica al corteo del 25 aprile 2018

Brigata ebraica: fischi, urla ma nessuna violenza e tanta solidarietà

Italia

di Roberto Zadik
Ormai ricordare la Liberazione dalla dittatura fascista e una data fondamentale come il 25 aprile, significa purtroppo confrontarsi con accese forme di odio verso Israele e con fischi, urla e offese alla sola vista del vessillo della Brigata Ebraica e della bandiera israeliana. Anche quest’anno, purtroppo, questo triste copione si è immancabilmente ripetuto a Milano, ma anche in altre città italiane, accompagnato però anche da tanta solidarietà, applausi e impegno delle forze dell’ordine e dei volontari dei City Angels capeggiati da Mario Furlan. Fortunatamente non si è arrivati a nessuna violenza fisica nonostante qualche tensione e insulto.

Tutto è cominciato tranquillamente, alle 14.30 in una bella giornata quasi estiva, quando il corteo della Brigata è partito da via Palestro, angolo via Boschetti, popolato da iscritti comunitari, istituzioni e amici. Da parte ebraica due gruppi: dietro al vessillo della Brigata, guidato da  Eyal Mizrahi e Davide Romano, presidente e vicepresidente di Adi (Associazione Amici di Israele) e neo-direttore del Museo della Brigata Ebraica, c’era anche, per la prima volta, lo striscione “Comunità ebraica di Milano”. Qui hanno sfilato i due co-presidenti Raffaele Besso e Milo Hasbani, l’ex presidente comunitario Walker Meghnagi e una serie di consiglieri, Sara Modena, Daniele Misrachi e Davide Hazan, oltre a personaggi di spicco del mondo ebraico milanese: il presidente del Keren Hayesod Andrea Jarach, il gallerista ed editore Guido Guastalla, la presidentessa di A.M.A.T.A. (Amici del Museo di Tel Aviv) Anna Sikos. Fra i tanti presenti nelle file del corteo,  la regista e direttrice del “Teatro Franco Parenti” Andreè Ruth Shammah,  il presidente di AMPI (Associazione Milanese Pro Israele), Alessandro Litta Modignani e Roberta Vital, consigliera dell’Adei.

Riguardo  al mondo politico, hanno sfilato a fianco della Brigata diverse istituzioni, comunali e regionali, membri dei gruppi politici dalla Lega Nord e ai Radicali, come l’assessore alla Partecipazione e alla Cittadinanza Attiva, Lorenzo Lipparini, e l’ex presidente del consiglio provinciale e direttore generale  dell’Osservatorio Metropolitano di Milano, Bruno Dapei.

Accolti inizialmente da un clima festoso di applausi e apparente serenità e fedelmente scortati dalle forze dell’ordine, dai City Angels e dal servizio d’ordine del Partito Democratico, i primi scambi di offese sono arrivati poco prima  di Piazza San Babila. “Israele fascista, Stato terrorista” hanno inneggiato gruppi di attivisti filopalestinesi, “Fuori i sionisti dal corteo”, “Israele Stato assassino” a cui alcuni esponenti della Brigata e della Comunità hanno risposto “vergogna, vergogna, vergogna”. Bandiere rosse e vessilli palestinesi, striscioni e urla ma nulla di più. Dopo qualche screzio verificatosi nelle vicinanze di Piazza Della Scala, sempre verbale e senza nessuna degenerazione fisica, dove alcuni  manifestanti ha gridato “Palestina libera”, tutto è andato tranquillamente arrivando in Piazza Duomo dove verso le 16 si è conclusa la manifestazione.

La soddisfazione della CEM

Soddisfatto il co-presidente Milo Hasbani: “In questa giornata ho visto la nostra comunità unita: tutto sommato è andata bene e tutto si è svolto con un certo ordine. Come  previsto c’è stato un grande controllo da parte delle forze di sicurezza e della Questura anche nelle tensioni che si sono verificate al nostro passaggio in Piazza San Babila ma non si è arrivati alle mani e non c’è stato nessuno scontro. Il mio bilancio è positivo.”

La condanna dell’Anpi

Ferma la condanna dell’Anpi Provinciale di Milano delle “ignobili contestazioni avvenute a Milano, nel corso della manifestazione nazionale del 25 aprile, all’indirizzo della Brigata Ebraica, da parte di un gruppo di provocatori antisemiti – ha scritto il presidente Roberto Cenati -. Chi offende i 5000 soldati della Brigata Ebraica resisi protagonisti del decisivo sfondamento della Linea gotica, offende l’intero patrimonio della Resistenza italiana  che è stata un grande moto unitario di popolo e di Combattenti per la Libertà”.