Trovato un video di Shiri e i figli Ariel e Kfir vivi a Gaza subito dopo il rapimento

Israele

di Redazione
L’esercito israeliano ha fatto sapere di avere trovato un video, che dovrebbe risalire a subito dopo il rapimento il 7 ottobre, in cui Shiri Bibas e i suoi due figli Ariel (4 anni) e Kfir (che all’epoca del rapimento aveva 10 mesi) mentre vengono trasportati nella zona est di Khan Younis.

La famiglia Bibas era stata presa in ostaggio il 7 ottobre dai terroristi di Hamas nel kibbutz dove vivono, Nir Oz: le immagini della giovane madre con i due bimbi piccoli dai fiammeggianti capelli rossi avevano fatto il giro del mondo. Del padre Yarden invece, che in un video del 7 ottobre veniva portato via ferito dai terroristi, non si hanno notizie recenti: a fine novembre era stato trasmesso un video in cui gli veniva annunciata la morte della famiglia.

Si tratta degli unici due bambini israeliani rapiti il 7 ottobre e non ancora liberati: il piccolo Kfir ha compiuto l’anno in cattività.

 

“Questi video ci strappano il cuore. Vedere Shiri, Yarden, Ariel e Kfir, strappati dalla loro casa a Nir Oz in questo paesaggio infernale, sembra insopportabile e disumano – commentano i famigliari della famiglia Bibas in una nota diffusa dal Forum delle famiglie degli ostaggi -. Il rapimento di bambini è un crimine contro l’umanità e un crimine di guerra. Ariel e Kfir sono vittime di un male mostruoso. Tutta la nostra famiglia è diventata ostaggio insieme a tutti gli ostaggi. Chiediamo disperatamente a tutti i decisori in Israele e nel mondo coinvolti nei negoziati: riportateli a casa immediatamente. Fate capire a Hamas che catturare i bambini è una cosa inammissibile. Date la priorità al ritorno di questi bambini in ogni accordo. Vogliamo ringraziare la gente in Israele e nel mondo che ci sostiene e vi chiediamo di continuare la lotta per il loro ritorno a casa”.

Della famiglia Bibas fino a oggi non si avevano notizie certe, dopo il rapimento. A fine novembre Hamas aveva annunciato che erano tutti morti nei bombardamenti israeliani, ma l’esercito israeliano aveva preso con molta cautela le dichiarazioni, ribadendo che la guerra psicologica è una delle armi usate dall’organizzazione terroristica: lo dimostra il fatto che alcuni ostaggi dichiarati morti da Hamas sono invece stati liberati nelle diverse fasi di liberazione a fine novembre.