“Salvateci, per favore”. L’appello degli ostaggi costretti da Hamas a guardare la liberazione degli altri

Israele

di Anna Balestrieri
Durante il breve video di due minuti, ripetono più volte “Salvateci, per favore”, con espressioni di angoscia che appaiono forzate, probabilmente sotto pressione dei rapitori, anch’essi visibili nelle riprese. Una tortura psicologica condannata fortemente dal Forum delle famiglie degli ostaggi.

 

Un recente video diffuso da Hamas mostra gli ostaggi israeliani Evyatar David e Guy Gilboa-Dalal obbligati a osservare la liberazione di altri prigionieri e a implorare la propria scarcerazione. Il filmato, definito “scioccante” dai familiari, ha suscitato indignazione in Israele. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato la sospensione del rilascio di detenuti palestinesi previsto per sabato, denunciando l’uso degli ostaggi per fini propagandistici.

Lo scioccante video di propaganda con due ostaggi costretti ad assistere alla liberazione di altri prigionieri

Nelle immagini, i due uomini sono seduti su un veicolo vicino al palco a Nuseirat, nel centro di Gaza, mentre assistono alla liberazione di Omer Shem Tov, Eliya Cohen e Omer Wenkert dopo 505 giorni di prigionia. Durante il breve video di due minuti, ripetono più volte “Salvateci, per favore”, con espressioni di angoscia che appaiono forzate, probabilmente sotto pressione dei rapitori, anch’essi visibili nelle riprese.

Si tratta della prima prova di vita pubblica di David dalla sua cattura il 7 ottobre 2023, durante l’attacco al festival musicale Nova. L’ultima informazione sulla sopravvivenza di Gilboa-Dalal risaliva a giugno 2024.

 

 

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Indignazione dei familiari e del Forum degli Ostaggi

Le famiglie di David e Gilboa-Dalal hanno autorizzato la pubblicazione del video per sensibilizzare l’opinione pubblica. Il padre di Gilboa-Dalal, Ilan Dalal, ha dichiarato a Channel 12: “Da un lato, è il miglior segnale di vita che potessi chiedere, dall’altro è una crudeltà senza pari. Non sorprende, perché è Hamas, ma è un nuovo livello di tortura“.

La sorella di David, Yeela, ha commentato su Instagram, definendo Hamas “mostri”: “Sono vivi, ma stamattina li hanno messi nella situazione più orribile e crudele possibile. Non c’è limite al cinismo di questi mostri. Vi ammiro, fratelli miei”.

Il Forum delle Famiglie degli Ostaggi e dei Dispersi ha condannato il video come “tortura psicologica” e un “orribile atto di crudeltà”. In una dichiarazione ha affermato: “Ogni secondo conta. I nostri cari soffrono, vengono torturati e muoiono nei tunnel bui e soffocanti di Hamas. Questo incubo non può continuare nemmeno per un altro giorno”. Il Forum ha esortato Netanyahu a intensificare i negoziati per il rilascio immediato di tutti gli ostaggi, senza ulteriori ritardi. 

La sospensione del rilascio di prigionieri palestinesi 

La decisione di Netanyahu di sospendere il rilascio di oltre 600 prigionieri palestinesi, previsto per sabato nell’ambito dell’accordo con Hamas, è stata presa contro il parere dei vertici militari e della sicurezza israeliana. L’ufficio del primo ministro ha giustificato la scelta affermando che Israele non procederà finché Hamas non garantirà il rilascio degli ostaggi “senza cerimonie umilianti”.

L’annuncio arriva in un contesto di crescente tensione, dopo la pubblicazione dei dettagli sulle brutali uccisioni dei piccoli Ariel (4 anni) e Kfir Bibas (9 mesi) e l’iniziale errore nella restituzione del corpo della madre, Shiri Bibas, che hanno scioccato l’opinione pubblica ed alimentato sdegno e rabbia.I racconti dei prigionieri liberati rivelano abusi fisici e psicologici da parte di Hamas. Inoltre giovedì quattro ordigni esplosivi sono stati trovati su autobus in Israele, evitando una strage solo grazie alla prontezza di un civile.

Questi elementi hanno rafforzato in parte dell’opinione pubblica israeliana la percezione che con Hamas non ci sia nulla di cui negoziare e che un ritorno alla guerra sia inevitabile.

Le proteste in Israele

Migliaia di israeliani sono scesi in piazza sabato sera per chiedere il passaggio alla seconda fase dell’accordo, che prevede il rilascio dei 63 ostaggi ancora detenuti, almeno 24 dei quali sarebbero vivi. Tra i manifestanti c’era Sasha Troufanov, liberato una settimana fa, e i genitori di Tal Shoham, rilasciato poche ore prima.

Einav Zangauker, madre dell’ostaggio Matan, ha accusato Netanyahu di “trascinare i piedi” per compiacere i suoi alleati estremisti: “Il governo è scollegato dalla volontà del popolo e dagli interessi di Israele. Vuole tornare alla guerra sulla pelle degli ostaggi“.

Il leader del Partito dell’Unità Nazionale, Benny Gantz, ha dichiarato all’inizio di una riunione del partito lunedì che il governo israeliano sta cercando “di trascinare la prima fase dell’accordo sugli ostaggi fino a quando il bilancio non sarà approvato.”

Secondo Gantz, “le persone che non siamo riusciti a proteggere il 7 ottobre sono affamate, ammanettate e torturate. Oltre 30 di loro sono morti in cattività. Dobbiamo salvarne il maggior numero possibile, il più rapidamente possibile e in un’unica fase, se possibile. Se Hamas è disposto a rilasciare tutti gli ostaggi in un’unica fase, dobbiamo accettarlo qui e ora. Qualunque cosa non sia stata fatta nell’ultimo anno e mezzo può aspettare un po’ di più.”