Non si ferma l’escalation del terrorismo in Israele. Cinque morti a Tel Aviv

Membri dell’organizzazione Zaka al lavoro sulla scena dell’attentato a Bnei Barak (Olivier Fitoussi/Flash90)

 

di Redazione

Dopo Hadera e Beer Sheva, un nuovo attacco terroristico nel cuore di Israele, a Bnei Barak e Ramat Gan, cittadine della periferia di Tel Aviv, porta a 11 il numero delle vittime in una settimana. Ieri, martedì 29 marzo, cinque israeliani sono state uccisi da un piccolo gruppo di attentatori che  ha sparato con i fucili mitragliatori  su pedoni, auto,  biciclette. Numerosi i feriti.

Le vittime dell’attentato a Bnei Barak sono Avishai Yehezkel, 29 anni, che è stato colpito mentre proteggeva con il suo corpo il figlio di due anni che si è così salvato; l’ufficiale di polizia Amir Khoury, 32 anni;  Ya’akov Shalom, 36 anni, anch’egli giovane padre; le altre due vittime sono lavoratori stranieri che al momento non sono ancora state identificate.

Amir Khouri, 32 anni, arabo israeliano di Nof Hagalil, che ha fermato il terrorista prima di venire ucciso a sua volta

Amir Khoury, arabo israeliano della Galilea, in servizio alla stazione di polizia di Bnei Barak, si è precipitato sulla scena dell’attacco terroristico, è entrato in conflitto con il terrorista e lo ha ucciso, impedendogli di colpire altri innocenti. Tragicamente, il palestinese è riuscito a sparare ad Amir che è morto nello scontro a fuoco.

Secondo quanto riportato dal Times of Israel, il commissario della polizia israeliana Kobi Shabtai ha parlato più tardi con il padre di Khoury, Jarris. Il padre ha detto a Shabtai che sono una famiglia di poliziotti e che era un veterano del dipartimento di polizia di Tel Aviv. Shabtai ha detto che la morte di suo figlio, di fronte all’aggressore, è stata “una grande tragedia per la polizia”. “È importante per me dirti che tuo figlio ha salvato la vita a molti civili – ha detto Shabtai. – Le sue azioni diventeranno un’eredità e una memoria di eroismo per l’intero Paese”. Khoury lascia i suoi genitori e due sorelle.

Ya’akov Shalom, residente a Bnei Barak,  figlio di Rabbi Meir Shalom, leader della comunità  Yemenita di Bnei Barak, lascia la madre, la moglie e quattro bambini. 

“Israele sta affrontando un’ondata di terrorismo arabo omicida”, ha detto il primo ministro Naftali Bennett. “Le forze dell’ordine sono al lavoro. Combatteremo il terrorismo con tenacia, impegno e pugno di ferro”.

Intanto, a Gaza, Hamas festeggia la morte delle vittime in Israele. Il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha rilasciato una dichiarazione in cui accoglie personalmente con favore l’attacco mortale nella città di Bnei Barak, che era già stato elogiato dal suo gruppo terroristico. “Siamo orgogliosi del popolo palestinese di fronte all’eroico attacco che ha colpito tutto Israele”, ha detto.

Secondo l’agenzia ATS, il presidente palestinese Abu Mazen ha condannato l’attentato terroristico che ieri è costato la vita a cinque persone vicino a Tel Aviv. Attacco condotto da un 27enne proveniente dalla Cisgiordania. “L’uccisione di civili palestinesi e israeliani non fa che aggravare ulteriormente la situazione mentre tutti ci sforziamo di raggiungere la stabilità”, ha affermato Abu Mazen in una nota.

 

La reazione dei parlamentari arabi nel Governo di Israele

Il ministro della cooperazione regionale Esawi Frej – riporta il Times of Israel – ha chiesto l’unità ebraico-araba in Israele di fronte agli attacchi terroristici, durante un incontro a New York con i rappresentanti della comunità ebraica. Frej, il secondo ministro arabo israeliano e membro del partito di sinistra Meretz, si è detto “preoccupato” per i recenti attacchi, ma che la “maggioranza silenziosa” di ebrei e arabi in Israele può contrastare l’estremismo. “La maggioranza vuole vivere insieme. Amiamo la vita. Non dobbiamo lasciare che questo estremista, questo assassino, vinca”, ha detto al Times of Israel. “Arabi ed ebrei, abbiamo gli stessi interessi. Per mantenere Israele forte, dovremmo andare di pari passo insieme”. In Israele, anche il leader del partito Ra’am Mansour Abbas ha condannato l’attacco, definendolo “un spregevole e vile crimine terroristico contro civili innocenti. Non ci fermeremo a condannare, perché il terrore non si ferma e non china il capo. Siamo determinati a percorrere un cammino pacifico, nonostante tutti gli estremisti”, ha detto Abbas.

 

La Comunità di Milano esprime cordoglio per le vittime e preoccupazione per l’escalation

“Il terzo attacco terroristico in una settimana, dopo quello di Hadera e di Beer Sheva avvenuto ieri a Bnei Barak, dove cinque persone sono state uccise e diverse sono rimaste gravemente ferite, evidenzia la volontà di una parte estremizzata della società di minare alle fondamenta il dialogo e la convivenza che è parte fondamentale
della società israeliana – così interviene con un comunicato la Comunità ebraica di Milano. – Tra le vittime degli attacchi ci sono infatti ebrei israeliani e drusi israeliani. Bene ha fatto ieri la Farnesina ad esprimere la propria solidarietà a Israele in relazione all’attacco di Hadera, auspicando che questa solidarietà si esprima in futuro soprattutto in atti concreti di appoggio a Israele nella comune lotta contro ogni forma di terrorismo e fanatismo omicida.
Il Consiglio della Comunità Ebraica esprime forte preoccupazione per questa escalation che sta portando Israele in stato di allerta, il cui obiettivo è quello di minare gli sforzi di un processo di pace e normalizzazione iniziato con gli accordi di Abramo”.