Il dipinto trafugato di Camille Pissarro 'Pastorella e pecore'

Sopravvissuta alle persecuzioni naziste, dovrà pagare multa per voler riavere un quadro di Pissarro trafugato

di Nathan Greppi
Léone-Noëlle Meyer, una pediatra francese in pensione, si è battuta per anni per riavere un quadro di Camille Pissarro che fu sottratto al suo padre adottivo dai nazisti durante la guerra, e che fino a pochi anni fa era esposto al Museo d’Arte dell’Università dell’Oklahoma. Negli ultimi giorni, una corte americana ha dichiarato che se la Meyer dovesse insistere nel tentativo di riavere il quadro, dovrà pagare una multa di 3,5 milioni di dollari.

Secondo il Guardian, nel 2016 la Meyer dovette scendere a compromessi con il Museo in Oklahoma; venne stabilito che ogni 3 anni si sarebbero alternati la proprietà del quadro con il Museo d’Orsay di Parigi, dove è esposto attualmente fino a fine anno, quando tornerà in America. Il quadro, datato 1886 e intitolato Pastorella con le pecore, era stato acquistato dal padre Raoul negli anni ’30; durante la guerra, lui e la moglie nascosero la loro collezione in una banca prima di fuggire dai nazisti, che tuttavia trovarono i quadri. Già nel 53 Raoul tentò senza successo di appellarsi alla corte di Basilea per riavere il quadro da un mercante svizzero, che vinse la causa e vendette l’opera negli Stati Uniti.

La Meyer, 81 anni, che ha perso tutti i suoi parenti biologici ad Auschwitz e fu adottata da Raoul e sua moglie quando aveva 7 anni, ha tentato in diversi modi di riavere il quadro, sia offrendosi di acquistarlo per grosse somme sia facendo appello a una legge francese secondo cui i quadri rubati dai nazisti devono tornare ai legittimi proprietari. Nel 2014 ha anche fatto pubblicare una lettera aperta sul quotidiano locale The People of Oklahoma per spiegare le sue ragioni, spiegando che per lei riavere il quadro è “un dovere sia verso la mia famiglia biologica sia verso quella adottiva. Non pensate nemmeno per un’istante che per me sia facile. Sarei costretta a mettere in discussione tutta la mia vita.” Il suo avvocato ha aggiunto che lei non lo fa per soldi, tanto che vorrebbe vederlo esposto a tempo indeterminato al Museo d’Orsay.