Devar Torà / Il precetto dell’accoglienza

di Ufficio Rabbinico di Milano

27 Gennaio 2012 – 4 Shevàt 5772

Devar Torà

Una delle spiegazioni che i Maestri danno all’intervento divino delle 10 piaghe è quello di far comprendere a tutto l’Egitto e in modo particolare al Faraone che vi sia qualcosa di più grande e potente del Faraone stesso. Questa idea che, in più di 200 anni di schiavitù, era oramai consolidata anche nel popolo d’Israele, aveva bisogno, per esser sradicata, di un’azione forte che andasse al di là della natura. Il Faraone, convinto d’esser una divinità in carne e ossa, decideva della sorte di tutto l’Egitto, e non poteva accettare che qualcuno decidesse in modo autonomo. Conferma di questo è il verso (Shemòt 10, 11) dove è scritto: “Comunque non avverrà come voi chiedete adesso. Potranno partire e servire l’Eterno solamente gli adulti, perché è questo che voi chiedete …”.  Il Faraone esprime tale concetto nella sua frase dicendo: “… Perché è questo che voi chiedete …”, ciò proprio a sottolineare il fatto che: “Io Faraone, sono quello che vi dice ciò che dovete pensare e fare”.

Halakhà

Precetto positivo imposto dai Maestri è accompagnare gli ospiti, e ciò fa parte del precetto di desiderare per il prossimo lo stesso che si desidererebbe per noi. La ricompensa per chi accompagna gli ospiti è grandissima: “L’accogliere ospiti è più importante dell’accogliere la presenza divina” e il loro accompagnamento è considerato più importante della loro accoglienza.