Yom Ha’azmaut a Milano: musica e canti per la festa di Israele

di Naomi Stern e Nathan Greppi

krav-magaLa giornata per le celebrazioni di Yom Ha’azmaut si è svolta durante una splendida giornata di sole nella sede dell’Umanitaria, a due passi dalla Sinagoga di via Guastalla. In un cortile pieno di bancarelle, alberi e bambini, si sono svolti molteplici eventi che hanno accompagnato i visitatori fino a tardo pomeriggio.

La mattinata in cortile è iniziata con una dimostrazione di Krav Maga tenuta dagli insegnanti della Scuola di Gabrielle Fellus, in Israele per un corso di formazione. Dopo aver visto i vari metodi di difesa (presa dalla maglietta, attacco frontale con un bastone e aggressione con cloroformio), alcuni spettatori hanno voluto testare in prima persona le tecniche appena apprese.

La mattinata è proseguita con un’esibizione del Coro della Comunità Ebraica Col HaKolot che, attraverso una serie di canzoni israeliane, ha fatto immergere gli spettatori in un’atmosfera magica.

Concluso lo spettacolo, il microfono è passato alle molte autorità presenti per i saluti istituzionali.

Stefano Parisi, candidato Sindaco di Milano,  ha preso la parola, ringraziando tutti i presenti, citando Yoram Ortona (che lo ha accompagnato all’evento) candidato per il Consiglio comunale nella sua Lista Civica, e mettendo in luce i recenti avvenimenti accaduti durante le celebrazioni del 25 aprile. “La stampa non ha riportato nella giusta maniera la notizia. Da una parte abbiamo la libertà e la democrazia, dall’altra l’antisemitismo. È fondamentale anche in Europa prevenire l’antisemitismo. Dobbiamo comunicare a tutti i cittadini e agli studenti cosa sia la storia dell’Europa, dell’Occidente e di Israele. Questo è un compito importante per la Comunità Ebraica ma anche per tutti gli altri cittadini. Oggi, chiunque vada in Israele torna eccitato dalla qualità e della vitalità del Paese. Per questo motivo penso che il gemellaggio tra Milano e Tel Aviv vada rafforzato -applausi- in modo da essere forte e che possa offrire eventi culturali, di integrazione tecnologica e attività comuni”.

E come la par condicio comanda, la parola è passata a un candidato della lista opposta, PD: Daniele Nahum, per il Consiglio comunale.
“Israele è una democrazia. Chi non lo pensa dovrebbe andare in Israele, entrare in un ospedale e vedere il figlio di Hamas ricoverato, o dovrebbe andare a vedere il gay pride di Tel Aviv. Nel 1963 Kennedy disse che si doveva essere cittadini berlinesi perché da una parte c’era la democrazia e dall’altra il terrore. Questo vale anche per oggi. Difendere Israele vuol dire difendere la democrazia liberale. È stato un segnale forte vedere la Brigata Ebraica al centro del corteo del 25 aprile: abbiamo fatto sfilare un pezzo della storia della Resistenza al nazifascismo. Noi crediamo che su Israele l’unica bandiera da portare avanti sia quella delle democrazie. Dobbiamo dire basta agli insulti contro la storia del Sionismo: difendere Gerusalemme vuol dire anche difendere la democrazia. Concludo dicendo che l’Europa ha bisogno di Israele e Israele ha bisogno dell’Europa”.

Ha poi parlato Davide Romano, assessore alla cultura della Comunità Ebraica.
“Grazie a tutti per essere qui. Dopo il 2000 abbiamo iniziato a far conoscere Israele attraverso l’associazione Amici di Israele. Abbiamo organizzato feste e costituito la Brigata Ebraica. Ora vorrei proporre al nuovo Consiglio comunale, indipendentemente dallo schieramento politico a cui appartiene, di dedicare una via di Milano alla Brigata Ebraica.

A seguire, ha preso la parola Andrea Jarach presidente del Keren Hayesod: “Il Keren Hayesod è il ponte tra la diaspora e Israele ed oggi mi piacerebbe ringraziare l’Associazione Amici di Israele che, con moltissimo impegno e dedizione, ha portato alla luce la storia della Brigata Ebraica. Colgo l’occasione per ringraziare l’ambasciatore uscente di Israele Naor Gilon”.

In conclusione della mattinata c’è stato l’intervento di Walker Meghnagi, ex Presidente della Comunità Ebraica di Milano.
“In queste elezioni, votate le persone che conoscete e che abbiano valori non in vendita, che difendano sempre Israele senza se e senza ma. I governi cambiano ma lo Stato deve rimanere. Israele è una democrazia e lo è grazie al sacrificio di moltissime persone che, per lo Stato, hanno perso anche la vita”.

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Il coro Col HaKolot

L’associazione Amici Di Israele (ADI) ha poi conferito un premio a Giulio Meotti, giornalista de Il Foglio che non ha mai esitato a difendere Israele quando ce n’era bisogno. Durante la cerimonia di premiazione, si è parlato di come in molte università americane si evita di parlare di temi anche importanti pur di non sembrare razzisti; è stato fatto l’esempio di un comico che in un’università ha dapprima sbandierato bandiere dell’ISIS, senza suscitare nessuna reazione particolare, ma che quando ha portato bandiere israeliane sono arrivati tanti agitatori che l’hanno attaccato. Molti studenti e accademici, tra cui anche degli intellettuali importanti, rimangono in silenzio di fronte alla radicalizzazione del mondo islamico, e pur di non essere accusati di razzismo non lasciano parlare nemmeno i profughi scampati alle stragi dell’ISIS. Questi sono solo alcuni dei problemi che Meotti ha denunciato, ribadendo inoltre che, così come intellettuali come Einstein e Fermi dovettero emigrare in America per sfuggire alle persecuzioni antisemite, oggi molti accademici israeliani vengono ostracizzati solo per la loro nazionalità. Infine ha affermato che l’antisemitismo è alla base del desiderio di molti di distruggere Israele, e che l’odio ha cambiato aspetto senza smettere di essere tale.

In seguito è stata conferita una tessera onoraria a David Fargion, capo dell’Associazione Medica Ebraica di Milano (AME), che ha tenuto un breve discorso sulle attività dell’associazione.

Dopo una breve pausa si è ripartiti con Col HaKolot, il coro della Comunità Ebraica di Milano: tra i brani che hanno cantato molti dei presenti hanno potuto subito riconoscere Yerushalaim shel za’av, Shalom Aleinu e Nagila hava; a quest’ultima, molte persone che prima si limitavano ad ascoltare si sono unite cantando e battendo le mani, lasciandosi trasportare dalla nostalgia.