di Michael Soncin
In partenza oggi un nuovo progetto per raccogliere le voci dei giovani ebrei europei. L’iniziativa, a cura di Kaleidoscope, un progetto della Rothschild Foundation Hanadiv Europe, si ispira ad una raccolta della memoria dei giovani ebrei polacchi durante gli anni Trenta del Novecento.
L’obiettivo è di mettere in risalto il ricco e vario mosaico dei giovani ebrei nell’Europa di oggi. Cosa significa essere un giovane europeo ai nostri tempi? È questo il quesito al centro del programma. Il proprio vissuto che si lega nel complesso alla vita ebraica in continua evoluzione, al continente europeo.
L’età richiesta è compresa nella fascia tra i 17 e 24 anni. Qualsiasi aspetto della propria vita può essere oggetto d’interesse: le relazioni personali, il modo in cui vivono la propria ebraicità, l’aspetto comunitario che li lega. T
Tutte le storie verranno inviate all’Archivio Centrale del Popolo Ebraico della Biblioteca Nazionale di Israele, dove saranno conservate.
«Questa è un’opportunità unica per i giovani ebrei di far sentire la propria voce e di vederla registrata come parte della storia in continua evoluzione del popolo ebraico. Proprio come è vero per noi, gli organizzatori del progetto originale volevano sapere cosa significasse essere un giovane ebreo in Europa. Vogliamo far luce sui giovani ebrei che rappresentano il nostro futuro e comprendere meglio i loro pensieri e sentimenti di giovani adulti del XXI secolo. Vogliamo anche dimostrare che le comunità ebraiche in Europa oggi hanno un profondo senso della storia, ma sono anche lungimiranti, diverse e vivaci», ha affermato Daniela Greiber, responsabile del programma di sovvenzioni per la vita comunitaria ebraica presso la Rothschild Foundation Hanadiv Europe.
Le prime sette storie sono già state pubblicate sul sito. C’è Dennis, anni 21, di Budapest, che racconta che invitare i propri amici a cena durante Shabbat sia un modo per “tenere unita la sua piccola comunità”. Tali, anni 19, di Parigi che ha scritto: “ho fatto un po’ fatica a trovare il mio posto nel mondo, soprattutto dopo il 7 ottobre. Mi sentivo un po’ vulnerabile e non sapevo con chi parlare. Questo progetto mi ha permesso di riportare completamente tutto ciò che pensavo, di assumermi la responsabilità di ciò che dicevo e di potermi esprimere. Sentivo il bisogno di essere ascoltata”. E ancora Talia, anni 23, di Londra, che sul progetto dice: “È stato un processo incredibile poter pensare in modo riflessivo alla mia esperienza ebraica e a tutte le diverse componenti che ne fanno parte”.
Come riportato, Kaleidoscope accetterà contributi da chiunque abbia l’età compresa sopraindicata, viva in Europa e si identifichi come ebreo. Tutti sono invitati ad inviare le proprie storie che saranno poi pubblicate su Kaleidoscope.
È possibile registrarsi e inviare la propria storia collegandosi a questo link, dove si potranno trovare anche ulteriori dettagli. La prossima scadenza è il 15 maggio 2024. Come riportato dal comunicato, i racconti possono essere inviati con il nome dell’autore o in forma anonima e devono essere di lunghezza compresa tra 750 e 7500 parole.