di Anna Balestrieri
Nato dopo il 7 ottobre come gruppo famigliare su Whatsapp, da 15 membri è passato a 700. Fondato dal giovane Samuel Capelluto, punta a dare notizie, da fonti verificate, che interessano a chi vive fuori da Israele ma si sente parte di essa.
media
Fake News ritrattata: i media internazionali smentiscono la notizia dell’attacco israeliano al centro di aiuti di Rafah
di Pietro Baragiola
Martedì 3 giugno, la Gaza Humanitarian Foundation (GHF) ha diffuso immagini delle telecamere di sicurezza provenienti dal sito del presunto incidente, mostrando che non si è verificato alcun attacco di questo tipo e smentendo tutte le accuse. Tuttavia, la fake news era già stata condivisa da molti media internazionali che l’hanno diffusa senza prima effettuare alcuna verifica, scatenando così numerose critiche nei confronti di Israele.
Il Riformista lancia “Le ragioni di Israele”, per favorire un confronto libero da pregiudizi, contro l’intolleranza
di Redazione
Dal 20 maggio una pagina quotidiana interamente dedicata all’approfondimento sullo Stato ebraico: questa la nuova iniziativa del quotidiano diretto da Claudio Velardi. “In un momento storico in cui l’antisemitismo torna a rialzare la testa in maniera minacciosa, è doveroso offrire uno spazio di analisi, riflessione e confronto libero da pregiudizi dando voce a studiosi, giornalisti, intellettuali e testimoni diretti, con l’ambizione di offrire strumenti per capire, senza filtri o barriere”.
L’odio per gli ebrei e Israele: una macchia che si estende nel mondo della cultura
di Esterina Dana
Il libro di Greppi raccoglie una ricca e variegata produzione documentaria di esternazioni, elucubrazioni e comportamenti che fanno capo ai pregiudizi antisemiti più biechi, sebbene ritoccati con un maquillage più moderno. Indagando nell’anarchia comunicativa dominante, l’autore ordina le manifestazioni di ostilità verbale e non verbale in capitoli che attendono al mondo del giornalismo, dei social network, dell’istruzione e della cultura conniventi le politiche di sinistra.
“Noi, che la morte l’abbiamo già uccisa”. Presentato in via Guastalla il libro di Bruno Dardani
di Nathan Greppi
Nel volume, presentato domenica 6 aprile presso la Sinagoga Centrale di Via Guastalla in un incontro organizzato da Kesher, il giornalista, alterna ricordi personali dei suoi viaggi e analisi basate sui fatti, e tratta i falsi miti su Israele e i palestinesi. Di questo e altro hanno parlato gli altri relatori.
Perché i media occidentali enfatizzano alcuni fatti e ne tacciono altri? Si sveglieranno mai da questa visione distorta?
di Angelo Pezzana
[La domanda scomoda] Peggio della disinformazione è la non-informazione. Silenzio è la parola adatta a molte testate italiane. Ci sono eventi che i media ignorano indipendentemente dalla posizione politica della testata. Un esempio particolarmente grave: gli ostaggi israeliani.
Diario minimo (di un conflitto). La rimozione automatica dell’intellighenzia italiana
di Luciano Assin
Questa rimozione automatica di qualsiasi forma di critica nei confronti della leadership palestinese presente nella maggior parte dell’intellighenzia italiana è una macchia etica che sarà difficile smacchiare ma a quanto pare non provoca particolari crisi di coscienza per chi la esercita.
I media italiani diranno mai una parola contro le dittature che prevalgono all’ONU o contro la violenza nelle piazze?
di Angelo Pezzana
[La domanda scomoda] I media italiani danno ampio spazio ai nemici di Israele e pochissimo ai suoi difensori. Volete qualche esempio? La prova più eclatante è la reazione alla Corte Penale Internazionale, quando ha spiccato un mandato d’arresto per Netanyahu e Gallant.
Come i media arabi rappresentano Israele. L’esperienza in prima persona di Suzan Quitaz
di Nathan Greppi
Nata in una famiglia curda costretta a lasciare l’Iraq sotto il regime di Saddam Hussein, dal 2014 al 2021 ha lavorato presso l’emittente televisiva qatariota Al-Araby, ha collaborato con la rivista saudita Al-Majalla e il MEMRI. Oggi risiede in Israele, dove lavora come ricercatrice presso il Jerusalem Center for Public Affairs (JCPA).
“Vestitevi di rosso, verde, nero o con una kefiah”: le indicazioni del sindacato dei giornalisti nel Regno Unito per la Giornata per la Palestina
di Pietro Baragiola
Numerosi sindacati hanno sostenuto questo appello, tra cui la National Union of Journalists (NUJ) che ha incoraggiato tutti i suoi membri a manifestare apertamente il proprio sostegno alla causa palestinese, gesto che ha indignato numerosi giornalisti della BBC, tra cui molti ebrei, che hanno abbandonato immediatamente il sindacato.
Difendere Israele sui media, tra like e complessità
di Nathan Greppi
Per capire quali sono le tattiche per poter contrastare la disinformazione che circola nei media e sui social riguardo a Israele, giovedì 7 novembre si è tenuto presso la Sala Segre della Scuola Ebraica di Via Sally Mayer un incontro curato dai responsabili del sito Progetto Dreyfus assieme all’Adei Wizo e alla Comunità Ebraica di Milano, dal titolo Tra like e complessità. Istruzioni per la difesa di Israele sui media.
L’editore di Ha’aretz, Amos Schocken, sostiene i terroristi di Hamas: “Sono combattenti per la libertà”
di Ludovica Iacovacci
A seguito dei commenti dell’editore Amos Schocken, in cui si riferiva ai terroristi di Hamas come “combattenti per la libertà”, centinaia sono state le cancellazioni e le richieste di risoluzione dell’abbonamento del giornale. E il Ministero dell’Interno ha annunciato la sospensione di tutta la cooperazione e la pubblicità