Zerocalcare e il neonazismo, in un mondo che rende cattivi

Spettacolo

di Nathan Greppi
Nell’ultimo decennio è diventato il fumettista italiano più letto di tutti, portando al definitivo sdoganamento del fumetto inteso non solo come mero prodotto d’intrattenimento, ma come forma d’arte a tutti gli effetti: Zerocalcare, nome d’arte di Michele Rech, ha recentemente esordito anche nel mondo dell’animazione con due serie su Netflix: dopo Strappare lungo i bordi del 2021, il 9 giugno di quest’anno è tornato sulla piattaforma streaming con Questo mondo non mi renderà cattivo.

La serie, uscita in 6 puntate e di cui lui stesso è regista e doppiatore principale, riprende la maggior parte dei personaggi ricorrenti delle sue graphic novel (chi non le ha lette avrà difficoltà a capire), a cominciare dalla sua coscienza che assume le sembianze di un armadillo parlante (doppiato da Valerio Mastandrea).

Quando in un quartiere di Roma vengono accolti circa 30 migranti in un centro di accoglienza, un gruppo di naziskin organizza una protesta per cacciarli via. Zerocalcare e i suoi amici vogliono organizzare una contro-protesta, ma le cose si complicano quando il protagonista scopre che il portavoce dei neonazisti è un suo vecchio amico di quando erano adolescenti, del quale per anni non ha più saputo nulla dopo che questi aveva avuto grossi problemi personali.

Come tutte le opere di Zerocalcare, anche questa riporta i flussi di coscienza interiori dell’autore/protagonista: in particolare, tema centrale della serie è il fatto che spesso siamo talmente occupati a pensare ai nostri problemi che non ci accorgiamo di quelli che devono affrontare coloro che ci stanno vicini, i quali per questo rischiano di finire su una cattiva strada. È il caso dell’amico di Zerocalcare che, sentitosi abbandonato da tutti in un periodo difficile, finisce attratto da estremisti violenti.

In generale, la serie alterna passaggi molto profondi, dove si percepisce una capacità di scandagliare l’animo umano fuori dal comune, con altri dove invece la prospettiva è filtrata attraverso cliché e luoghi comuni tipici della sinistra radicale (negazione dell’esistenza del politicamente corretto, idolatria dei militanti dei centri sociali visti come eroi senza macchia), ma nel complesso è un’opera di grande pregio.

Nel momento in cui scriviamo, Questo mondo non mi renderà cattivo risulta essere la serie tv più vista in assoluto su Netflix in Italia. Un primato a suo tempo raggiunto anche dalla sua precedente serie Strappare lungo i bordi.

Frasi ambigue

Nell’esprimere la sua opinione sulla possibile presenza di una minaccia neofascista o neonazista in Italia, nel 3° episodio Zerocalcare dice che a differenza del fascismo, che secondo lui sarebbe ormai sdoganato a livello elettorale, “il nazismo, invece, è l’ultimo baluardo che ancora fatica a trovar spazio nel mercato democratico”. Secondo lui, ciò è dovuto “forse grazie agli ebrei che comunque ancora stanno un po’ straniti per sto fatto della Shoah”.

Dire che gli ebrei sarebbero “straniti” per la Shoah è un modo di porre la questione che, per quanto possa essere stato fatto in buona fede e in linea con il linguaggio dell’autore, rischia di banalizzare temi delicati.