Nefesh Trio, grande concerto per la musica dell’anima

Spettacolo

di Roberto Zadik

 

12916992_10153409846475614_4923979274691510303_oI Nefesh Trio, sono in giro da dieci anni, dal 2006 e compongono canzoni suggestive e spirituali dove suonano mettendoci l’anima. Il nome del gruppo, formato dal compositore e chitarrista Manuel Buda, dal violinista Daniele Parziani e dal contrabbassista Davide Tedesco, “Nefesh” allude proprio a uno dei tre tipi di anima nella tradizione ebraica e le canzoni realizzate da questa band sono sospese fra folklore popolare, spiritualità e melodie strumentali e ipnotiche di grande effetto. A confermare questi loro talenti, la serata di mercoledì 20 aprile, che si è tenuta presso lo Spazio Mac.

Durante l’iniziativa, organizzata in collaborazione con la rivista Where Milan e il suo direttore Andrea Jarach – che quella sera ha festeggiato i suoi sessant’anni! -, non solo musica, ma anche danze eseguite da ballerini e artisti che con le loro movenze accompagnavano le note dei brani e la presentazione del videoclip “Zemer atik”, diretto da Ghila Valabrega che, ambientato nella splendida cornice ambientale della Villa Arconati di Monza, ha aperto il concerto e che verrà diffuso su Youtube. Una serata d’atmosfera, organizzata in collaborazione con la rivista “Where Milan” in sala il direttore Andrea Jarach e vari sponsor, in cui fra applausi, bis e discorsi, i Nefesh si sono esibiti in diversi brani. Tutte composizioni di loro produzione, a parte la canzone d’apertura dello show, “Michaela” composta dalla cantante israeliana Noa definita da Buda “uno dei brani storici del nostro gruppo che ci ha accompagnato fin dagli inizi della nostra carriera cominciata nel 2006”.

La band ha eseguito cinque canzoni lunghe ricche di sperimentalismi, crescendo, variazioni tematiche e di genere ipnotizzando la platea coi suoi raffinati accordi e ardite sperimentazioni. Molto efficace l’inedito “Araben Tanz” (Danza araba) mix di musica klezmer e sonorità arabeggianti , come dice il titolo, che come ha specificato Buda, chitarrista esperto che suona dai tempi della sua adolescenza all’Hashomer Hatzair “nonostante il titolo appartenga al mondo yiddish i ritmi orientali ci rimandano a luoghi e atmosfere che vengono da lontano”. Durante l’esibizione, applausi, balletti dal flamenco alla break dance a varie movenze e ritmi e spazio anche a pezzi dolenti e di grande livello come “Dodì” (in ebraico “mio zio”) che i musicisti hanno eseguito su uno schermo in bianco e nero. Un pezzo drammatico che come ha ricordato il violinista del gruppo, Davide Parziani che è “stato composto in uno dei momenti più difficili del nostro trio quando abbiamo attraversato un periodo di profonda crisi che abbiamo affrontato aprendoci l’uno verso l’altro senza cercare facili soluzioni. E così è nata questa canzone”. Ultimi due brani seguiti da un sentito bis seguito da grandi applausi del pubblico, sono stati, pezzi tratti dalla tradizione religiosa come una rielaborazione di “Adon Olam” celebre salmo dello Shabbat e la canzone israeliana “Shanamer Golan”. “Facciamo musica spirituale e intendiamo andare a smuovere quei punti dell’anima che solitamente tralasciamo o non sentiamo più di tanto” ha sottolineato Buda nell’intervento prima del brano. “Vogliamo vedere cosa succede quando si toccano certe emozioni” ha proseguito il musicista “ e siamo in continua sperimentazione e evoluzione”.

Dopo la musica è stata la volta dei ringraziamenti e dei festeggiamenti e i musicisti hanno chiamato sul palco vari personaggi, come la regista del loro video Ghila Valabrega. La regista ha rivelato di aver conosciuto i Nefesh ai tempi del suo film “Felice nel box” e che “la band ha donato alcuni dei suoi brani per la colonna sonora del lungometraggio. Ci siamo conosciuti in quell’occasione e da lì è nata una bellissima collaborazione professionale”. “Abbiamo pensato a un video da girare assieme e così è nato tutto in poco tempo con un budget ridicolo”. Successivamente dopo un aperitivo all’uscita dello Spazio Mac sono state vendute alcune copie dell’album “Midbar”, che significa “deserto” e raccoglie alcuni brani tratti dagli ultimi cinque anni della loro carriera, dal 2011 a oggi. “Non ci fermeremo” ha detto Buda “abbiamo tanti progetti come uno spettacolo di musica, danza e immagini che intendiamo portare in giro per tutta l’Italia. Crediamo molto in questo nostro trio e diamo tutta l’anima in questa band. Il nostro nome Nefesh, allude ai tre nomi dell’anima, Ruach, Nefesh, Neshamà e noi rappresentiamo lo stadio intermedio, il Nefesh, di chi vive nel mondo lottando fra terra e spirito”.