Nanni Moretti mette in scena Tre piani di Eshkol Nevo: quando la letteratura israeliana ispira il cinema italiano

Tre piani, quando la letteratura israeliana ispira il cinema italiano. Standing ovation per il film di Nanni Moretti, tratto dal libro di Eshkol Nevo, al Festival di Cannes. Cosa dicono i siti internazionali  

 

di Roberto Zadik

Un esperimento culturale assai riuscito e che sta trionfando a questo Festival di Cannes, con tanto di standing ovation da parte del pubblico, è la versione “romana” dell’acclamato romanzo Tre piani del bravo scrittore israeliano Eshkol Nevo diretto da Nanni Moretti. Tratta anche se liberamente dal romanzo, la pellicola è interpretata da un cast di attori importanti, da Margherita Buy a Riccardo Scamarcio allo stesso Moretti;  rilegge in salsa italiana i tormenti e le nevrosi delle tre famiglie del romanzo conservando l’intreccio originale anche se con uno spirito e un tono completamente diverso, a cominciare dal cambio di città dei protagonisti, da Tel Aviv a Roma.

Il film dopo la favolosa accoglienza a Cannes, con tanto di undici minuti di applausi dopo il finale, è stato recensito da vari siti italiani ma anche stranieri, a cominciare da Variety che ha evidenziato come esso sia il primo per cui  il regista, famoso per i suoi  intensi affreschi intimisti, da Bianca a Caro Diario, abbia per la prima volta attinto da una trama altrui, quella di Nevo anche se i due sembrano avere in comune una serie di caratteristiche, dall’interesse per l’introspezione, alla vena realistico-intimista, al tema della famiglia e dei rapporti interpersonali.

Un filo comune invisibile ma assai solido unisce questi due personaggi appartenenti a due Paesi e generazioni completamente diversi, visto che Moretti il prossimo 19 agosto compirà 68 anni mentre Nevo ne ha appena 50. Moretti torna a Cannes, dove vinse la Palma d’oro con La Stanza del Figlio confermando il suo caratteristico tono  drammatico e rivelandosi assai meno ironico e sfumato del testo da cui ha attinto, soprattutto data l’influenza di attrici estremamente espressive come Margherita Buy considerata all’unanimità della critica l’interprete più incisiva di questo film.

Ma qual è la trama  e quali le tematiche del film? Esso si divide sui tre piani di un condominio raccontando le vite che nel libro di Nevo come sottolinea la recensione su artribune.com sono parallele e non convergenti di altrettanti nuclei famigliari con le loro vicissitudini e i loro tormenti mentre nella pellicola esse si mescolano in un’unica grande riflessione sul dolore, la responsabilità, il legame fra sentimenti e improvvisi e inaspettati eventi negativi che sconvolgono qualsiasi equilibrio.

Residenti nel raffinato quartiere romano di Prati come ha riassunto il sito wwww.palacefilms.com, ci sono tre nuclei famigliari, un padre Lucio interpretato dal bravo Scamarcio, marito infedele ma padre devoto, preoccupato che la figlia possa essere stata molestata dal vicino; una donna, Alba Rohrwacher con un marito sempre fuori casa che la costringe a non frequentare il fratello; e soprattutto la vicenda più complessa e spinosa del film che potrebbe essere già da sola un’opera separata dalle altre due.

Ad iniziare tutto è il dramma di un giudice (Nanni Moretti) e di sua moglie (Margherita Buy) che devono fare i conti con il figlio ubriaco che uccide una donna investendola con la sua vettura. Questo scatenerà una vera tragedia che dividerà le vite e i caratteri del padre, che durissimo cercherà di far finire in galera il ragazzo mentre la madre farà di tutto per cercare di perdonarlo nonostante tutto, venendo messa a dura prova dal marito.

Un film appassionante, drammatico, estremamente emotivo ed emozionante che come il romanzo di Eshkol Nevo scava nei meandri della natura umana  con realismo e disincanto e che nelle sale dal prossimo 23 settembre, dopo essere stato “congelato” per vari mesi a causa della pandemia e delle sue restrizioni,  farà sicuramente molto discutere come ha diviso gli animi già in questi giorni. Moretti si conferma dunque autore capace di spiazzare e di scatenare elogi ma anche polemiche anche se in tanti hanno affermato che non sembra un film morettiano e forse questo è merito dell’influsso e della forza dello scrittore Nevo e del suo romanzo.