Teatro/ “L’Istruttoria”

di Rossella De Pas

Peter Weiss, autore e drammaturgo tedesco di origine ebraica, nel 1965 compose e portò in scena “L’Istruttoria”, dopo aver assistito personalmente a varie fasi del processo contro criminali nazisti ex ufficiali SS, che si era svolto a Francoforte dal 10 dicembre 1963 al 20 agosto 1965.

Scriveva l’autore: ”Era necessario trovare una forma che non ricordasse i processi in modo naturalista. Non si trattava di rappresentare i dibattiti di un processo, ma era necessario che l’opera potesse per livello e genere essere paragonata a una tragedia antica. Per ordinare la materia drammatica, per stilizzarla e concentrarla, ho utilizzato i canti che si sviluppano in modo logico e si susseguono in una rigorosa composizione. Accusati e testimoni sono concepiti come “coro”, le voci isolate sono come corifei di un dramma antico…”.

La versione messa in scena al Teatro Puccini, con la regia di Gigi Dall’Aglio, sembra portare a compimento l’obiettivo di Weiss, grazie all’interpretazione magistrale di un gruppo di attori della Fondazione Teatro Due che ininterrottamente dal 1984 ripropone senza sosta tale rappresentazione.

Lo spettacolo si articola in tre parti, rispettivamente contraddistinte da tre diversi luoghi fisici: inizialmente lo spettatore viene condotto nei camerini dove gli attori, davanti a specchi, si stanno truccando per lo spettacolo; in un secondo momento il pubblico viene condotto in un’area in cui viene avvicinato e, in alcuni momenti, toccato dai sopravvissuti e dagli imputati in un crescendo di pathos e smarrimento; infine gli spettatori vengono fatti sedere per assistere all’ultima parte della rappresentazione, in cui i vari personaggi avvalorano le loro deposizioni con oggetti eloquenti che impediscono al pubblico di estraniarsi da quanto stanno assistendo (scarpine e giochi da bambini, barattoli di Zyklon B…).

La rappresentazione si conclude senza un verdetto o una condanna finale, senza applausi che sanciscano la fine dello spettacolo; gli spettatori, provati e spaesati, vengono invitati ad uscire, con la sensazione di essere abbandonati alla propria vita quotidiana.

Uno spettacolo che prova fisicamente e psicologicamente lo spettatore, che cattura l’attenzione rendendolo prigioniero della sofferenza al punto da sembrare di averla vissuta in prima persona.

Fino al 25 Marzo
Teatro Elfo Puccini
c.so Buenos Aires 33
20124 Milano
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