La trasmissione sulla vita dei bambini

“La vita segreta dei bambini di quattro anni”, il fenomeno televisivo che conquista il cuore degli israeliani

Spettacolo

di David Zebuloni
Abituati ormai ai programmi televisivi di basso spessore intellettuale ed emotivo, quando si presenta finalmente sul piccolo schermo un formato capace di toccare le corde dell’anima, ecco che il successo è assicurato. Parliamo di La vita segreta dei bambini di quattro anni, una trasmissione nata in Australia, resa celebre in Inghilterra e sbarcata finalmente in Israele.

Prodotto da YES TV, la stessa rete televisiva che ha dato vita a grandi successi quali Fauda e Shtisel, il nuovo fenomeno televisivo mostra quella che sembrerebbe essere la vita “segreta” di un bambino di quattro anni. Ovvero la vita al di fuori delle mura di casa, lontano dagli occhi apprensivi e i rimproveri dei genitori.

Un po’ Grande Fratello ed un po’ esperimento scientifico, il docu-reality australiano prevede che una scuola materna venga interamente equipaggiata di telecamere nascoste, in modo tale da poter monitorare i comportamenti dei bimbi, cogliere i loro sguardi, catturare i segreti da loro sussurrati. Dall’altra parte troviamo invece due psicologi, esperti in psicologia dello sviluppo, che osservano tutto, commentando ed analizzando in tempo reale ciò che accade in classe.

I bimbi vengono talvolta messi alla prova dai maestri attraverso giochi e attività di ogni tipo, piccole gare e competizioni esilaranti. Ad esempio, in una delle puntate scopriamo che la classe viene divisa in due gruppi e accanto ad ogni gruppo viene depositato un cumolo di scatoloni. “Chi riesce a costruire la torre di scatoloni più alta vince”, viene detto loro, senza specificare le regole del gioco, ovvero cosa sia permesso e cosa sia proibito fare. Ci si può arrampicare su una sedia? Si può prendere una scatola dal cumulo dell’altro gruppo? Quanto tempo si ha a disposizione? Alcuni bambini cominciano ad interrogarsi su come sia più giusto agire, altri invece partono in quarta ad accatastare cartoni. Uno di loro scoppia in lacrime perché sente di essere stato imbrogliato. Gli esperti osservano il tutto compiaciuti, spiegando che il senso dell’etica e della morale si sviluppi proprio in questa fase della vita.

A conquistare in particolar modo il cuore degli spettatori è il piccolo Kfir, un bimbo dai ricci di colore rosso fuoco, un paio di occhiali turchesi e un grave problema alla vista che gli impedisce di partecipare alle attività proposte agli altri bambini. Quando uno dei compagni si avvicina a lui per chiedergli se è vero che ha un problema agli occhi, Kfir risponde senza esitare: “È vero, non riesco a vedere bene, ma so essere un buon amico.”

(Foto: Yes Tv, Maya Baumel Briger)