Il grido della terra al Festival Cinematografico di Gerusalemme

Spettacolo

 

Come questo film italiano del 1947 è giunto al Festival Cinematografico di Gerusalemme dai sotterranei di Cinecittà.

Il 17 luglio si terrà la proiezione del film italiano Il grido della terra nel quadro del Festival Cinematografico di Gerusalemme. È un film narrativo prodotto nel 1947-8 (molto prima del film Exodus) che narra il racconto dell’immigrazione clandestina e della lotta contro gli inglesi, e rende omaggio all’aiuto prestato dagli italiani nella fase di creazione dello Stato d’Israele. Il film nella sua versione originale non è mai stato proiettato in Israele. Ora ne è giunta una copia rinnovata con aggiunti sottotitoli in ebraico.

È interessante il racconto di come sia stato scoperto questo film, la cui proiezione nel 1949 non attirò troppa attenzione, e che non è stato praticamente ricordato nella storia del film italiano.

Il film venne “scoperto” in seguito a una ricerca fatta da Ya’alà Levi Zimmerman per la preparazione di un film su suo padre, Leo Levi, che fu uno dei leader del sionismo italiano e un pioniere della ricerca etnomusicale; Ya’alà racconta:
“Nel quadro della ricerca che eseguo sulla storia della mia famiglia mi sono incontrata con Israel De Benedetti, nome a me ben noto fin dalla mia infanzia. Israel, un vero pioniere, tra i fondatori del Kibbutz Rukhama, che scrisse alcuni affascinanti libri sulla sua vita – dall’Italia fascista fino alla regione del Neghev. All’incontro prese parte anche Ilana Heller-Chasson per raccontarci che ‘Nel 1947 o 1948, partecipai con le mie amiche ad un film chiamato Il grido della terra ripreso allora a Roma. Il film trattava dell’immigrazione clandestina in Palestina, e destò molta commozione. Il responsabile delle canzoni ebraiche inserite nel film era Leo Levi, che in quegli anni era attivo in Italia. Egli ci insegnò le melodie, meticoloso nella giusta dizione, e se ben ricordo egli apparve pure nel film’. Bene, è chiaro che ciò mi spinse a cercare il film in ogni archivio e cineteca possibile in Israele e nel mondo, ma nessuno aveva avuto sentore di tale film dimenticato … e tantomeno ne possedeva una copia …

Un giorno decisi di disturbare nuovamente l’Archivio Spielberg, e mi indirizzarono ad una persona di nome Zvi Ofer. Si scoprì che il film era stato girato anche in versione inglese, e che Zvi era il figlio del produttore e titolare americano dei diritti di autore sul film. Questo Zvi Ofer navigando un giorno in internet compose, così per caso, sulla tastiera il nome del film che aveva visto svariate volte nella sua gioventù, e improvvisamente trovò, inserita dall’Archivio Spielberg nel web, la lettera con cui ero stata a lui indirizzata.
Egli si affrettò a contattarli, e fu così che nacque il contatto tra noi. Egli non aveva il film, ma mi inviò il testo inglese trascritto, conservato nell’archivio di famiglia per motivi sentimentali. Il testo comprendeva osservazioni e correzioni manuali e … un’aggiunta che riportava che alla preparazione del film aveva preso parte anche … Federico Fellini…

Mi rivolsi quindi ad un amica dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma, con cui avevo già un contatto e le chiesi aiuto.
Bisogna sapere che a Santa Cecilia viene conservata l’opera della vita di Leo Levi – una collezione della tradizione musicale della comunità ebraiche, che egli raccolse assiduamente, opera destinata a salvare dall’oblio melodie ed esecuzioni musicali tradizionali, scomparse in seguito alla distruzione delle comunità ebraiche durante la seconda guerra mondiale. La raccolta comprende più di 1.000 melodie ed è depositata, come ho detto, presso l’Accademia italiana, e copia di essa anche presso la fonoteca nazionale, presso la Biblioteca Nazionale a Gerusalemme, e viene considerata una raccolta importante nel suo genere.

Piena di speranza scrissi ad una persona chiamata Mario Mussumeci, della Cineteca Nazionale di Cinecittà, a cui mi aveva diretto la mia amica, e lo supplicai. No … sì … egli sapeva che vi era un film con questo nome Il grido della terra ma … ora stava appunto andando in ferie e quando sarebbe tornato avrebbe cercato, e forse …
Passarono due mesi, egli tornò dalle ferie e giunse la email attesa – sì, c’è un film del genere … se venivo a Roma egli avrebbe potuto, forse, organizzarci la proiezione … bisognava gentilmente organizzare la cosa perché egli non aveva l’attrezzatura necessaria per la proiezione, e in generale dovevamo sapere che se avessimo voluto far uso di uno spezzone del film, c’era un problema di diritti di autore, e la cosa non era semplice … ma … forse a novembre …

A novembre giungemmo a Roma e qui mi attendeva una sorpresa … si scoprì che il conservatore di Cinecittà, Sergio Toffetti, aveva il DVD del film … miracolo … e ci aveva lasciato una copia dello stesso … fu così possibile visionare il film sul computer di Mario, che nel frattempo si rivelò un collaboratore ed un vero amico
Visionammo e ci commuovemmo … “cresci, cresci mia fiamma” … si udiva la voce dell’attrice principale … “giurammo, giurammo, fratelli d’arme, di non tornare a mani vuote” … si sentiva suonare la canzone di Orland e Za’ira, l’inno della Brigata Ebraica, in un ebraico esatto e con voci fantastiche, e altro … altre canzoni – “abbiamo un caprone” … “giunge il riposo per lo stanco dal lavoro”, “valle valle di lavoro, valle valle di hora”, le orme di nostro padre erano chiare e concrete …

Armati dell’oggetto prezioso, continuammo il nostro viaggio in Italia, quando giunse una telefonata sorprendente da Torino. Sergio Toffetti, il quale non era stato presente all’incontro a Cinecittà, ma che aveva ricevuto un resoconto della grande emozione che aveva suscitato la nostra visita, ed egli propone … da non credere … di preparare una copia rinnovata del film … sì, conosceva Lia Van Leer, e sarebbe stato opportuno pensare ad una proiezione a Gerualemme … è vero, gli dico, quest’anno è il 60° anno dello Stato, e potrebbe essere molto adatto.

Da qui, iniziò la seconda e un po’ logorante parte dell’impresa … come avrei potuto con le mie povere forze convincere gli organizzatori del festival dell’importanza di questo film dimenticato …

Mi rivolsi ad un vecchio amico, Micha Shagrir e questa generosa persona mi offrì subito il suo aiuto e dopo lui Asher Sallah, israeliano di origine italiana, ricercatore nel campo del cinema che sapeva del film, e che capì immediatamente il suo valore. Ambedue mi aiutarono a portare il film alle soglie del festival.
L’Istituto Italiano di Cultura, diretto da Simonetta Della Seta, ha provveduto alla traduzione in ebraico del film, il quale verrà proiettato sotto gli auspici dell’Ambasciata Italiana in Israele.

E per quanto riguarda Fellini … quando incontrai nuovamente un mese fa a Roma Sergio Toffetti, e gli chiesi di Fellini, ed egli mi disse, “non è un problema, chiedo subito a Tullio Pinelli, il biografo di Fellini. È vero che ha già 99 anni, ma in Italia non viene considerato vecchio, egli certamente si ricorderà …

Sì … e in questa occasione desidero ringraziarti per avermi dato l’idea di rinnovare questo film importante … (per quanto riguarda Fellini – armatevi di pazienza, la risposta non è ancora arrivata…)”


Tradotto da: Eugenio Izhak Cuomo