Borat 2. Sacha Baron Cohen alla riscossa contro l’America di Trump su Amazon Prime Video

di Marina Gersony
Ha debuttato venerdì 23 ottobre su Amazon prime in streaming l’atteso film satirico Borat 2 con la regia di Jason Woliner, un finto documentario (in stile Michael Moore, per intenderci) interpretato dal suo inventore, Sacha Baron Cohen, comico dissacrante, autore irriverente, ma anche talentuoso e geniale attore poliedrico di film drammatici e impegnati (The Spy, Amazon).

Questa volta SBC – classe 1971, nazionalità britannica, noto anche per i suoi personaggi come Ali G, un aspirante gangsta-rapper inglese o come Brüno, giornalista austriaco di moda gay – Sacha Baron Cohen si ripresenta nel ruolo di Borat Sagdiyev, l’immaginario e demenziale giornalista kazako dalla pronuncia esotica che nel 2006, con le sue gesta e le sue battute, ha incassato nientemeno di 262 milioni di dollari al botteghino a fronte di un budget da 18 milioni, aggiudicandosi una candidatura come migliore sceneggiatura originale agli Oscar. Il tutto scandalizzando e facendo ridere, ma anche riflettere su temi seri come razzismo, antisemitismo, sessismo, conformismo e non solo. Come abbiamo scritto su questo stesso sito in occasione dell’uscita di Borat nel 2006, l’obiettivo di Sacha Baron Cohen (non sempre colto da tutti), è di far vedere l’antisemitismo nascosto facendo emergere il vero pensiero delle persone che si dicono «perbene».

Questa volta Borat si è divertito come un matto a prendere in giro un po’ tutti, in particolare la società americana e i trumpiani doc a dieci giorni dall’election day presidenziale (la sua comicità è stata definita «traumatica», ma anche «la più demenziale e intelligente degli ultimi vent’anni»).

Il successo del film si preannuncia dunque garantito e sono moltissime le recensioni e gli articoli entusiastici (attenzione: alcuni peccano di spoileraggio!). Non mancano naturalmente le polemiche che hanno diviso il pubblico, presenti fin dal suo esordio boratiano; polemiche legate soprattutto alle sue esternazioni di finto antisemitismo nel suo ruolo di Borat non sempre apprezzate, ma anche alla rappresentazione caricaturale e negativa dei kazaki che non l’hanno presa molto bene (ma hanno visto aumentare il turismo! “Da quando è uscito il film, il Kazakhstan ha ricevuto dieci volte più visitatori di prima, ha spiegato il ministro degli Esteri kazako Yershan Kasychanov, citato dall’agenzia Tengrinews – ringrazio Borat per aver attirato più turisti”.

Guarda il Trailer del film

La trama. (Titolo per esteso del film: Borat Subsequent Moviefilm: Delivery of Prodigious Bribe to American Regime for Make Benefit Once Glorious Nation of Kazakhstan or Borat 2): per ordine del presidente Kazako, il surreale (e sfacciato) reporter Borat ritorna in USA per regalare uno scimpanzé a un personaggio della corte di Donald Trump; il suo viaggio prevede l’incontro con politici importanti come Mike Pence: il finto reporter kazako, mascherato da Trump, si presenta in una riunione di conservatori (reale) con sua figlia quindicenne (finta) sulle spalle per consegnarla in regalo al vicepresidente; o incontri con politici come l’ex sindaco Rudolph Giuliani, che riceve una finta giornalista in caccia di interviste (sempre la figlia di Borat, in realtà la 24enne Maria Bakalova) che affascina l’ex sindaco che le chiede il numero di telefono e si lascia andare in gesti equivoci… La scena è stata girata in una stanza del Mark Hotel all’insaputa di Giuliani che ha successivamente smentito i fatti.

Durante il viaggio americano, Borat intervista anche la gente comune (autentica) per cercare di cogliere lo spirito del tempo e la cultura americana in piena pandemia e di elezioni presidenziali. Per indurre gli intervistati a parlare, lui stesso si autoproclama antisemita, razzista, rozzo, misogino e maschilista adottando battute grossolane e facendo finta di essere d’accordo con loro. Anche se in alcuni casi le sue sparate provocano le reazioni di stizza degli inconsapevoli intervistati che la pensano diversamente e aborriscono quel tipo di esternazioni che prendono sul serio.

Così, tra uomini potenti, scostumati pussygrabber, conservatori, antiabortisti, complottisti, gente in lockdown causa Covid, avventure strambe, riunioni autentiche di estremisti di destra che protestano contro Bill Gates, l’immunologo Fauci e i vaccini, ne succedono di tutti i colori che non anticipiamo. Temi comunque di stretta attualità. Strepitosa la figlia (con la quale Borat parla “kazako”/ebraico!) e la babysitter che cerca di aprire gli occhi alla giovane non-figlio-maschio.

Una chicca che non deve essere sfuggita ia nostri lettori: mentre l’attrice che interpreta la figlia parla in bulgaro, Baron Cohen parla ebraico….