Università di Tel Aviv: tossina autoprodotta dalle cellule tumorali per spingerle al suicidio selettivo

Salute

di Michael Soncin
Dei ricercatori israeliani hanno codificato una tossina prodotta dai batteri della famiglia delle Pseudomonadaceae, in molecole di RNA messaggero, per indirizzarle alla cellula tumorale, per spingerla a produrre la medesima sostanza tossica, che l’avrebbe portata poi all’autodistruzione. Un metodo simile è stato adoperato per il Covid-19, le cui informazioni genetiche della proteina spike, sono state codificate in molecole di mRNA per lo sviluppo del vaccino.

È stato dimostrato come una singola iniezione effettuata nella porzione del tumore, su modelli animali affetti da melanoma, possa portare alla scomparsa di un numero compreso tra il 44-60% di cellule cancerogene, prima presenti.

Il metodo utilizzato denominato “cavallo di Troia” fa parte di uno studio pubblicato su Theranostics condotto dalla studentessa di dottorato Yasmin Granot-Matok e dal Prof. Dan Peer dell’Università di Tel Aviv.

«Molti batteri secernono tossine. La più famosa di queste è probabilmente la tossina botulinica, iniettata nei trattamenti e conosciuta con il nome di Botox. Un’altra tecnica di trattamento classica è la chemioterapia che prevede la somministrazione di piccole molecole attraverso la circolazione sanguigna per uccidere efficacemente le cellule tumorali. Tuttavia, la chemioterapia ha un grosso svantaggio: non è selettiva e uccide anche le cellule sane». A spiegarlo è Peer in una nota riportata su Israel21C.

Perciò il vantaggio di questa metodologia, come si può evincere dalle parole dello scienziato, sarebbe la selettività: «La nostra idea è stata quella di fornire molecole di mRNA sicure, codificate per una tossina batterica, direttamente alle cellule tumorali, inducendole a produrre effettivamente la proteina tossica che le avrebbe poi uccise. È come mettere un cavallo di Troia all’interno della cellula cancerosa».

Mediante un’iniezione le cellule cancerogene vengono indotte al suicidio, senza danneggiare le cellule sane. Inoltre, come è stato spiegato, il tumore non è in grado di sviluppare resistenza, come può avvenire invece nel caso della chemioterapia, perché la tecnologia consente di utilizzare se necessario una tossina naturale differente.

Foto: melanoma acrale lentigginoso (Wikipedia, Leszek Woźniak & Krzysztof W. Zieliński)