di Pietro Baragiola
La sera del 19 aprile ha avuto il suo debutto americano Un Concerto per Sugihara, l’evento in onore a Chiune Sugihara, il viceconsole giapponese della Lituania che, andando contro al suo governo durante la II Guerra Mondiale, emise 2139 visti di espatrio, portando alla salvezza innumerevoli cittadini ebrei.
Oggi, la violoncellista nippo-americo-israeliana Kristina Reiko Cooper vuole condividere l’incredibile racconto della vita di Sugihara con il pubblico di tutto il mondo attraverso quello che lei considera il linguaggio universale: la musica.
“Esiste una parte di noi che non ha bisogno di parole ma di qualcosa più emotivo e viscerale” spiega Cooper, il cui suocero fu uno dei profughi a ricevere i visti forniti dal diplomatico giapponese. “Sugihara ha salvato molte vite: mio marito e i nostri tre bellissimi bambini non sarebbero qui se non fosse per il suo eroismo.”
Il concerto ha avuto la sua première mondiale il 5 novembre a Kaunas, la stessa città lituana in cui il viceconsole emise i suoi visti, e il 19 aprile ha avuto il suo debutto negli Stati Uniti nella storica Carnegie Hall a New York City.
“Esibire il concerto in questa straordinaria location americana è prova sufficiente dell’impatto che Sugihara ha avuto nel mondo” afferma Cooper, orgogliosa.
La storia di Sugihara
Definito da molti lo “Schindler giapponese”, Chiune Sugihara è stato un diplomatico giapponese, nominato viceconsole a Kaunas, Lituania, nel 1939 con l’incarico di tenere sotto controllo i movimenti delle truppe tedesche e sovietiche. Con l’invasione della Polonia da parte della Germania nazista e con il veto del governo turco di distribuire visti ai cittadini ebrei per raggiungere la Palestina, migliaia di profughi supplicarono il consolato giapponese a Kaunas di concedere loro un visto per il Giappone, considerato l’unica via di fuga dalle atrocità della guerra. Sugihara contattò di persona il governo di Tokyo per fornire assistenza ai profughi ma le politiche di immigrazione erano molto severe e permettevano l’espatrio solo a chi aveva abbastanza denaro per acquistare un visto, un requisito che molti ebrei polacchi e lituani non riuscivano a soddisfare. Sugihara decise così di opporsi al proprio governo e iniziò ad emettere visti di transito a chiunque ne avesse bisogno.
- Leggi anche: Ebrei e Giappone: a Haifa la mostra “Il tunnel del tempo” sul rapporto con il mondo ebraico e la Shoah
Grazie al suo gesto oltre 6000 ebrei fuggirono attraverso la linea ferroviaria transiberiana fino ad imbarcarsi per il Giappone da dove, grazie all’aiuto dell’ambasciatore polacco di Tokyo, riuscirono a raggiungere gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e la Palestina.
Come conseguenza delle sue azioni, Sugihara fu allontanato dal corpo diplomatico e, solo alla fine del conflitto, grazie ad uno degli ebrei che aveva salvato, fu rintracciato dal governo israeliano e celebrato da eroe. Nel 1984 l’ex-viceconsole diventò l’unico giapponese ad aver ricevuto il titolo “Giusto tra le nazioni” ed oggi si stima che siano circa 40mila i discendenti dei rifugiati salvati da lui.
Il concerto di Kristina Reiko Cooper
Colpita dalle gesta di Sugihara, la celebre violoncellista Kristina Reiko Cooper si è messa in gioco per realizzare un concerto che rendesse onore al diplomatico, venuto a mancare nel 1986.
“Grazie alle mie origini giapponesi posso capire quanto sia stato coraggioso Sugihara nell’opporsi ai suoi superiori, in una cultura dove un atto del genere è considerato un tradimento alla cultura stessa” chiarisce Cooper che, convertitasi al giudaismo per sposare suo marito Leonard, valorizza il concetto di hakarat haTov (gratitudine) e ne fa la sua guida personale per diffondere la storia di Sugihara nel resto del mondo.
Cruciale è stato l’incontro con Edna Landau, da Cooper definita “una delle leggende della musica classica”, la fondatrice della IMG Artists che decise di sostenere il progetto, commissionato da Yad Vashem (l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah) e poi diffuso su scala mondiale.
Il centro nevralgico del concerto è rappresentato dal brano Sinfonia N.6 Vascelli di Luce composto da Lera Auerbach, compagna di università di Cooper alla prestigiosa Juilliard University. Di origini ebraica, Auerbach ha un legame diretto con la vicenda di Sugihara in quanto i suoi nonni fuggirono in Siberia e in Giappone per salvarsi dalle persecuzioni naziste e sovietiche. In Vascelli di Luce la compositrice è riuscita a legare il concetto ebraico di shevirat hakelim (il bisogno di unione per curare il mondo) insieme all’idea giapponese di kintsugi (rompere il vaso e incollarlo di nuovo con filigrane d’oro per rendere i pezzi rotti più belli di prima).
Durante un’intervista Zoom a The Times of Israel, Cooper spiega che “in questo concerto, di cui sono la sola violoncellista, il mio strumento è la filigrana d’oro che mette tutti i pezzi dell’orchestra insieme mentre il coro rappresenta le voci dei numerosi rifugiati salvati da Sugihara e che sono ora sparsi per il mondo”.
Il debutto americano
Il progetto ha avuto diversi ritardi a causa delle due importanti crisi degli ultimi anni: la pandemia del COVID-19 e l’invasione russa dell’Ucraina. “L’idea originale era di tracciare il cammino che fecero ai tempi i profughi ma abbiamo dovuto cancellare le tappe in Russia a causa della guerra” spiega Cooper.
Dopo la première in Lituania e l’esibizione a Praga dello scorso mese, il concerto è arrivato negli Stati Uniti il 19 aprile, all’interno della celebre Carnegie Hall insieme alla collaborazione della New York City Opera condotta dal maestro Constantine Orbelian che ha sostenuto sin da subito il progetto, conoscendo la storia di Sugihara. Per la violoncellista questa location storica ha avuto anche un valore simbolico molto importante: molti dei profughi salvati da Sugihara negli anni sono passati da New York, tra cui la famiglia del marito di Cooper, e persino Nobuki Sugihara, il figlio di Chiune, ha deciso di presenziare all’evento.
Cooper si augura che molti discendenti dei sopravvissuti abbiano l’occasione di assistere al concerto nelle sue tappe future. “Cosa potrebbe esserci di più speciale di suonare di fronte alle persone che non sarebbero qui se non fosse per l’aiuto di Sugihara?” conclude la violoncellista.