Turchetta (Unimi): “Amos Oz? Un grande scrittore. Israele? Non boicottiamo la cultura”

di Ilaria Myr

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Gianni Turchetta, direttore del dipartimento di Scienze della Mediazione linguistica e di Studi interculturali dell’Università Statale di Milano

“Abbiamo premiato Amos Oz con la laurea honoris causa perché è un grandissimo scrittore contemporaneo, riconoscendone anche l’apertura culturale e la qualità delle idee sulla necessità di due Stati per israeliani e palestinesi. Noi ci occupiamo di letteratura, non di politica”. A parlare è Gianni Turchetta, direttore del dipartimento di Scienze della Mediazione linguistica e di Studi interculturali dell’Università degli Studi di Milano, la struttura che ha proposto la laurea honoris causa ad Amos Oz, che gli è stata conferita il 29 gennaio in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2015-2016 dell’Ateneo. Una decisione, quella di premiare un israeliano, che casualmente coincide temporalmente con l’appello di 200 accademici italiani a boicottare Israele rinunciando ai contatti con il Technion, ma che fa comunque riflettere sull’esistenza di diversi atteggiamenti nei confronti dello Stato ebraico all’interno del mondo culturale (e meno male!).

Non potevamo quindi non chiedere a Gianni Turchetta perché scegliere uno scrittore israeliano per la laurea honoris causa e che cosa pensa del boicottaggio.

Professore, la decisione del suo dipartimento di premiare un personaggio israeliano è in totale controtendenza con la petizione firmata da oltre 200 accademici italiani contro il Technion. Come la spiega?
Innanzitutto preciso che la coincidenza dei due fatti è totalmente casuale. Del resto, non sono mancate all’interno dello stesso Senato accademico le opposizioni alla scelta di Oz. Alla fine, però, sono prevalsi i voti a favore, che ne riconoscono la grande caratura di scrittore. Il problema è che l’opinione pubblica italiana è spesso unilaterale nel criticare Israele: ve lo dice uno di sinistra, che sostiene Amnesty International e che è molto ostile alle reazioni violente di Israele. Ma sono convinto che bisogni essere equilibrati, considerando prima di tutto che Israele è nato anche a causa dell’oppressione dell’Europa nei confronti degli ebrei, sfociata poi nella Shoah. Lo stesso Oz ha ragione quando critica il vecchio continente che ora si permette di fare la morale a Israele, dopo avere sterminato i suoi ebrei. Non si può fare una morale unilaterale.

amos-ozMa perché proprio Amos Oz?
Amos Oz è un grandissimo scrittore contemporaneo, che ha un atteggiamento politico fruttuoso, aperto e favorevole alla soluzione dei due Stati. Proprio per questo – come dimostra anche la campagna contro gli scrittori di sinistra in corso in questi giorni in Israele – è criticato anche all’interno del suo stesso Paese per le sue idee. Quindi con questo premio abbiamo voluto premiare innanzitutto il grande scrittore, e insieme la sua apertura culturale.

Che cosa pensa del boicottaggio messo in atto contro Israele anche in Italia in ambito accademico e culturale?
Gli intellettuali italiani hanno il dovere di valutare le diverse componenti: quindi criticare politica di Israele quando essa è troppo violenta, ma dall’altro lato considerare la storia da cui è nato lo Stato di Israele e soprattutto il ruolo che esso ha oggi in medio Oriente, dove costituisce una delle ultime enclaves democratiche laiche. Israele è oggi un interlocutore privilegiato, anche con gli errori che esso commette. Ma se boicottiamo Israele per la questione dei diritti umani, allora dovremmo farlo anche con l’Arabia Saudita, la Cina, La Russia… Credo fortemente nel diritto all’esistenza e alla sopravvivenza di Israele e non condivido la retorica anti-israeliana oggi dominante: sono invece  convinto che pur criticando si possa lavorare insieme, invece che boicottare indiscriminatamente.