di Roberto Zadik
Noto per la sua spietata meticolosità, Adolf Eichmann è stato sicuramente uno dei peggiori criminali nazisti, era lui che compilava le liste dei deportati da caricare su quei treni senza ritorno verso i campi di sterminio e ne pianificava il trasporto, una sorta di “ragioniere della morte” protagonista del libro della filosofa Hanna Arendt La banalità del Male e uno dei principali artefici della “Soluzione finale”.
Ora il celebre processo, che ne avrebbe decretato la fine, per impiccagione, a cinquantasei anni nel 1962, diventa oggetto del nuovo database dell’Archivio di Stato d’Israele. Stando al Times of Israel, lunedì 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, l’Archivio ha annunciato la creazione di un nuovo imponente contenitore virtuale con oltre trecentottantamila pagine di documentazione che raccontano non solo le varie fasi del giudizio contro il gerarca, uno dei principali artefici della “soluzione finale”, avvenuto davanti al Tribunale di Gerusalemme dall’aprile al dicembre 1961, ma contengono una serie di rarità.
Fra queste la corrispondenza fra il pubblico ministero Gideon Hausner con il primo ministro dell’epoca, David Ben Gurion e la testimonianza dello scrittore Yehiel Dinur che incontrò Eichmann durante la sua detenzione ad Auschwitz.
Si tratta di un’iniziativa unica nel suo genere che raccoglie documenti, fotografie e una serie di materiali inediti che intendono “immortalare” e trasmettere alle nuove generazioni questa importante pagina storica, resa possibile grazie all’impegno non solo della giustizia israeliana ma anche dai servizi segreti dello Shin Bet che per lungo tempo hanno cercato di rintracciare Eichmann.
Infatti dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale egli aveva lasciato la Germania, nascondendosi per molti anni in Argentina sotto falsa identità ma alla fine gli 007 israeliani nel 1960 sono riusciti a catturarlo, portandolo in Israele davanti alla giustizia.
Il database è facilmente consultabile da chiunque lo desideri e grazie alle nuove tecnologie permetterà alle famiglie dei sopravvissuti alla Shoah di “trovare le storie dei loro cari nelle epoche in cui le hanno scritte”. Fra queste quella di Dinur che ha incontrato personalmente Eichmann e che venne interrogato dalla polizia israeliana per raccontare la sua vicenda al processo. Sconvolto da quanto vissuto, ebbe uno svenimento dopo la deposizione davanti alle forze dell’ordine e per questo decise di non partecipare al procedimento giudiziario in aula. Nella sua testimonianza, secondo il Jewish Chronicle, Dinur descrisse “il terribile trasporto su quel treno verso il lager, le selezioni di quelli che dovevano morire e l’incontro con Eichmann, personaggio magnetico e terrificante”.
Il database è consultabile sul sito dell’Israel State Archive e nei documenti del processo vengono menzionate anche le accuse a carico di Eichmann che venne incolpato di una serie di capi di imputazione come “crimini di guerra, contro l’umanità e contro il popolo ebraico” venendo giustiziato nella prigione di Ramle il primo giugno 1962, il suo corpo venne cremato e le ceneri gettate in mare.
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