Cinema e web raccontano la storia di Israele: film, documentari, video dell’Israel Film Archive

di Roberto Zadik

Il cinema e il web si uniscono per ripercorrere la storia di Israele: film, documentari, video rarissimi nel sito dell’Israel Film Archive, prestigioso archivio della cineteca di Gerusalemme.

Tecnologia, storia e cinema si sono uniti al massimo delle loro potenzialità per racchiudere un secolo di storia e di grande cinematografia israeliana nel sito dell’Israeli Film Archive, imponente archivio della Cinemateca di Gerusalemme che, dopo anni di lavoro, è stato finalmente digitalizzato (per visitarlo https://jfc.org.il/) rendendo disponibili agli utenti del web una vasta gamma di documentari, video e film.

A darne notizia l’articolo pubblicato il 2 gennaio dal sito Jewish Telegraphic Agency firmato dalla giornalista Karen Chernick che ha sottolineato sia la complessità dell’ambizioso progetto, costato 10 milioni di dollari e cominciato nel 2015, che la perfetta riuscita dell’operazione, evidenziando la soddisfazione di Noa Regev, direttrice della Cineteca che ha affermato “adesso abbiamo il piacere di condividere col pubblico questo patrimonio”.

Prima di questo progetto era necessaria una apposita autorizzazione per visionare questi archivi ma ora chiunque lo desideri, accedendo al sito, può beneficiare di questo importante e stimolante materiale. Il sito sembra soddisfare tutti i tipi di utenti, dai semplici curiosi, agli appassionati di storia, ai cinefili raffinati. Molto interessante la parte storica, denominata Historical View che racchiude un’ampia serie di filmati in bianco e nero dal 1927 al 1972 che variano dalle scene di vita quotidiana, alle guerre, alle versioni integrali di filmati che raccontano momenti fondamentali della Storia d’Israele, come il video della Dichiarazione di Indipendenza dello Stato di Israele del 1948.

A questo proposito, Regev ha evidenziato che riguardo alla parte storica c’è ancora tanto lavoro da fare. Infatti, solamente il 30 per cento del materiale è stato digitalizzato, ma entro cinque anni tutto l’archivio sarà disponibile online. “Il nostro staff sta scoprendo materiali sempre nuovi”, ha detto, mettendo in luce il continuo lavoro di ricerca e catalogazione del materiale.

Ma quali sono alcuni dei filmati contenuti in questa immensa banca dati? Curiosità e immagini per tutti i gusti, dai filmati realizzati dai Fratelli Lumière, grandi padri del cinema mondiale, su Gerusalemme, Jaffo e Betlemme nel lontano 1896, ai documentari su Gerusalemme nel 1903 firmati da Alfred Abadie, cameraman del celebre inventore Thomas Edison fino alle visite in Israele di varie celebrità americane. Fra questi, divi del cinema di religione ebraica, come gli attori Danny Kaye, recatosi a Cesarea per un corso di golf, e Kirk Douglas, che nel 1964 incontrò il terzo primo ministro israeliano Levi Eshkol; e ancora, personaggi del mondo della musica come la cantante Josephine Baker, nel 1954 che si esibì in una serie di spettacoli, e il grande Frank Sinatra che andò a Nazareth per visitare un centro giovanile che riuniva ebrei e arabi.

Inoltre, c’è una serie di materiali archeologici, come i video degli scavi di Massada e del ritrovamento dell’antico anfiteatro romano di Cesarea nel 1961 quando il celebre violoncellista catalano Pablo Casals si esibì in una performance per l’occasione.

Decisamente di alto livello la parte cinematografica, che raccoglie opere firmate sia da registi internazionalmente noti, sia da autori ribelli e anticonformisti come il più celebre Amos Gitai con una rarità: la trilogia di cortometraggi Wadi.  E ci sono le opere di Eran Riklis, famoso in Italia per Il giardino dei limoni, con il suo ZoharEytan Fox con il suo Canto della sirena, ma anche autori poco conosciuti ma decisamente intensi e interessanti.

Un progetto estremamente ricco di contenuti, stimoli e riflessioni, dalla storia, al cinema, alla società israeliana di ieri e di oggi. La maggioranza del materiale proviene sia da privati cittadini sia da collezioni prestigiose, dall’archivio del Movimento Maccabi ai filmati del Museo dello Yad Vashem. Fra le testimonianze storiche più intense il sito ha ricordato il discorso di Ben Gurion, primo premier israeliano, a un gruppo di ragazzi nel 1954, la sentenza al processo Eichmann del 1961, una partita di calcio del 1937 in cui la squadra dell’Hapoel sfidava un team proveniente da Vienna o una delle prime esibizioni di una leggenda del pop israeliano come il cantante Arik Einstein che si esibiva nel brano Ad 120 assieme alla sua truppa del reggimento Nahal prima di iniziare la sua lunga e gloriosa carriera artistica.

Sostenuto da fondazioni prestigiose come la Kennedy Leigh Charitable Trust e dal Ministero della Cultura, questo archivio digitale intende, come ha affermato Noa Regev, “rendere questo materiale accessibile a chiunque, ovunque si trovi”. L’iniziativa è stata approvata da numerose personalità, fra cui l’ex membro della Kneset Rafi Peretz che ha ricordato come questo sito “sia riuscito a digitalizzare contenuti di fondamentale importanza storica e nazionale rendendoli disponibili al pubblico”.