Benjamin Abeles: il sopravvissuto dei kindertransport che ha permesso l’esplorazione su Marte

di Pietro Baragiola
Il 18 febbraio 2021 il rover Perseverance, creato per la missione Mars 2020 della NASA, è atterrato su Marte per determinare il clima, la geologia e l’abitabilità del pianeta rosso. Proprio in questi ultimi giorni è stato rivelato che il robot ha scoperto diverse sostanze organiche presenti nel cratere Jezero del pianeta, dimostrando così che c’è vita nell’universo.

Queste scoperte, seppur sensazionali, non sarebbero mai state possibili senza il contributo di un solo uomo: il fisico austriaco ebreo Benjamin Abeles che, da piccolo, era stato fatto fuggire in Inghilterra grazie all’iniziativa dei Kindertransport.

Dopo aver ottenuto un dottorato in fisica in Israele, negli anni ’60 Abeles lavorò come ricercatore negli Stati Uniti dove i suoi studi sulle leghe di germanio-silicio portarono alla tecnologia oggi utilizzata per alimentare i veicoli spaziali delle più audaci missioni interstellari della NASA.

Venuto a mancare nel 2020, Abeles ha passato la sua vita nella ricerca costante di onorare l’eroico sacrificio dei suoi genitori che, come ha dichiarato la moglie Helen durante un’intervista a The Times of Israel, “gli diedero la vita una seconda volta: prendendo la decisione impossibile di allontanare il proprio figlio sui Kindertransport, pur di garantirne la sopravvivenza”.

L’infanzia durante la guerra

Nato a Vienna il 23 giugno 1925 con il nome di Bedrich Abeles, Benjamin si trasferì con la famiglia a Praga in seguito alla Grande Depressione ma, con l’occupazione della capitale ceca da parte dei nazisti, i suoi genitori lo mandarono in Inghilterra a bordo di un Kindertransport.

I Kindertransport erano i treni utilizzati nell’iniziativa di salvataggio che permise ad oltre 10.000 bambini, per lo più ebrei, di rifugiarsi in Gran Bretagna per scappare dalle persecuzioni naziste. Fu lo zio di Benjamin, Charles Abeles, che, prima di essere catturato e ucciso ad Auschwitz, pagò la garanzia di 50 sterline richiesta dal governo britannico per dare riparo al nipote.

Nonostante queste tasse di immigrazione fossero valide per tutti i giovani immigrati, molti non vennero accolti da case e famiglie amorevoli, bensì furono soggetti ad abusi, maltrattamenti o alla totale indifferenza della popolazione britannica. Tra questi vi fu il giovane Abeles che, per sopravvivere, fu costretto a lavori saltuari e a trovare riparo nei rifugi antiaerei abbandonati.

L’unica cosa che spinse Benjamin a resistere furono i telegrammi scambiati con la famiglia che, in quel momento, si trovava ad Ernst. Secondo la moglie Helen, Abeles conservò queste lettere per tutta la vita, portando sempre con sé il ricordo dei suoi cari. L’ultimo scambio con loro avvenne nel dicembre del 1941 con la notizia delle nozze della sorella maggiore di Benjamin, Mary. Ben presto però questo lieto evento venne oscurato dalla cattura dell’intera famiglia da parte dei nazisti che deportarono e uccisero gli Abeles nel campo di concentramento di Trawniki, in Polonia.

Con il finire della guerra, per onorare il ricordo del padre che nelle sue lettere lo aveva sempre spronato a studiare per avere un futuro che facesse la differenza nella vita degli altri, Benjamin si laureò in fisica a Praga, ottenne un dottorato di ricerca in Israele e si trasferì in America nel 1956 dove lavorò come ricercatore per la Radio Corporation of America.

Fu in America che, come affermato dal professore di astronautica Charles Ryan, il lavoro di Abeles “fece la differenza nell’esplorazione spaziale dei giorni nostri”.

Israele su Marte

Grazie alla collaborazione con il fisico George D. Cody, Abeles riuscì a sviluppare le leghe di germanio-silicio utilizzate nei moderni generatori termoelettrici a radioisotopi che oggi permettono ai veicoli spaziali e alle sonde di intraprendere lunghi viaggi alla scoperta dell’universo.

Questa tecnologia ha reso possibile alcune delle missioni spaziali più importanti della storia tra cui il programma Voyager alla scoperta di Giove e Saturno e l’atterraggio del rover Perseverance su Marte. Quest’ultima missione fa parte del progetto Mars Exploration Program della NASA e presenta quattro obiettivi principali: cercare tracce di microrganismi sulla superficie marziana per scoprire se sia mai esistita vita su Marte; definire il clima del pianeta e come si è evoluto rispetto al passato; studiare le formazioni rocciose per scoprire come la superficie marziana si è modificata nel tempo; monitorare le condizioni ambientali per capire come proteggere al meglio gli esploratori umani nel corso delle future esplorazioni.

Il rover Curiosity

Le ricerche di Abeles non sono state l’unico contributo della scienza ebraica alla scoperta del pianeta rosso: il predecessore di Perseverance, il rover Curiosity, è stato costruito grazie alla collaborazione tra il Jet Propulsion Laboratory della NASA e la società israeliana Ricor Cryogenic Systems. Localizzata nel kibbutz di Ein Harod, la compagnia ha integrato un sistema di raffreddamento criogenico nel sistema del rover marziano per permettere alla sua videocamera di sopravvivere alle estreme temperature dello spazio. L’atterraggio di Curiosity su Marte nel 2012 fu un momento storico in quanto ha segnato anche l’atterraggio del primo pezzo di tecnologia israeliana sul suolo del pianeta rosso.

“Il fatto che la nostra tecnologia sia stata disegnata in un kibbutz ed è oggi su Marte è qualcosa che non si vede tutti i giorni” spiega Victor Segal, vice presidente della Ricor, orgoglioso che una parte dell’identità israeliana sia presente su un altro pianeta.

L’eredità di Benjamin Abeles

Morto a 95 anni nel dicembre del 2020, Benjamin Abeles ha rivoluzionato la storia dei viaggi spaziali. Ciononostante, il maggiore impatto nella sua vita fu senza dubbio la sua fuga grazie ai Kindertransport, come ha testimoniato Helen in ricordo del marito: “L’immenso sacrificio compiuto dai suoi genitori ha spinto Ben, ai tempi uno studente scansafatiche, a trovare uno scopo nella sua vita, permettendo al mondo di trarre beneficio dalle sue scoperte”.

I Kindertansport non hanno incentivato solo le sue ricerche scientifiche ma hanno plasmato anche il suo atteggiamento nei confronti dei rifugiati e degli immigrati, avendo vissuto in prima persona le difficoltà di trovarsi senza dimora in una terra straniera. La vita e le scoperte di Abeles sono state ricordate durante un evento tenutosi il 13 giugno all’Università di Southampton in Inghilterra, sede dell’Anglo-Jewish Archive (uno dei più grandi archivi ebraici dell’Europa occidentale) a cui la famiglia ha donato molti oggetti e documenti che ripercorrono la storia di Benjamin.

Tra i cimeli più singolari vi sono il cartellino che fu messo al collo di Abeles nel momento del suo imbarco sui Kindertransport e la Stuart Ballentine Medal del Franklin Institute degli Stati Uniti, assegnatagli come riconoscimento per le sue scoperte sul generatore termoelettrico.

“So che ci sono molti oggetti personali nell’archivio ma so anche che Ben sarebbe stato felice di sapere che la sua storia e quella della sua famiglia possono essere raccontate a più persone possibili per ispirare le future generazioni di immigrati” conclude Helen.