La crisi della leadership in Europa. Nascerà mai un nuovo Winston Churchill?

Opinioni

di Angelo Pezzana

[La domanda scomoda] Sono più di 8,79 milioni le persone che hanno lasciato l’Ucraina dal 24 febbraio, quando è iniziata la guerra di Putin. L’ha dichiarato l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite che si occupa di rifugiati, ripreso sul sito internet dell’Unhcr.

Fra i rifugiati un numero significativo di cittadini ebrei, accolti in Israele negli ultimi mesi. A settembre, se non succede un miracolo, saranno sette mesi in cui i Paesi democratici non sono riusciti a mettersi d’accordo su come aiutare un Paese altrettanto democratico e pacifico a difendersi. Mesi in cui, grazie alle immagini che tutti abbiamo potuto vedere nei servizi televisivi, abbiamo potuto essere informati dei crimini che Putin definiva “propaganda americana”.

Una strage di innocenti civili che ha però lasciato più o meno indifferenti un numero enorme di italiani, come tutti abbiamo potuto verificare seguendo i talk show su tutte le reti – sottolineo tutte – che hanno ospitato, in nome di una concezione abominevole per cui dovevano intervenire in egual misura i difensori dell’assassino Putin e chi stava dalla parte delle vittime. Andati in ferie nei mesi scorsi alcuni talk show, mancando il palcoscenico televisivo e non potendo impedire i servizi dei TG, l’imputato dei crimini è diventato Volodymyr Zelensky, colpevole di essere stato in grado di informare la pubblica opinione democratica della lotta del suo paese. Gli attacchi sono arrivati da destra e sinistra, opinionisti improvvisati l’hanno accusato di essere il responsabile delle stragi russe dei suoi cittadini, una menzogna che si smentiva da sola, ma che ha goduto di molte citazioni, invece di combattere l’invasore, il vero nemico.

Alcuni quotidiani, di destra e di sinistra, hanno fatto propria questa posizione in modo chiaro, una minoranza però molto presente nei talk show. Per fortuna le testate più importanti hanno seguito un percorso inverso, in Zelensky hanno riconosciuto l’immagine di un eroe moderno, un combattente che difendendosi dal dittatore russo aiutava anche le democrazie occidentali. Di aiuti ne ha avuti meno di quanto meritava.

Quanti, anche in Italia, hanno preferito preoccuparsi del costo economico della guerra per l’Europa, ignorando il destino delle vittime? A parole l’urgenza più diffusa continua a essere la Pace, non la guerra e chi l’ha dichiarata. Eppure basterebbe ricordare l’ascesa al potere di Hitler negli anni Trenta per rendersi conto delle somiglianze con la Russia di Putin. Malgrado la crudele censura che governa la Russia, persino nella nazione dello Zar migliaia di cittadini hanno abbandonato il paese per fuggire in Europa, ma la notizia interessa poco o nulla.

Allora chiediamoci perché nei nostri paesi non riusciamo a vedere all’orizzonte la sagoma di un nuovo Winston Churchill.