Daniel Goldhagen: Per gli europei Israele è il diavolo

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Daniel Goldhagen

Daniel Goldhagen, diventato famoso in tutto il mondo per il suo bestseller “I volenterosi carnefici di Hitler”, in cui documentava con una mole indiscutibile di materiali quanto la folta schiera dei “collaborazionisti comuni”, semplici civili tedeschi, fossero stati determinanti nella politica di sterminio del Terzo Reich, torna oggi in libreria con “The Devil That Never Dies”, un ponderoso volume sulla evoluzione dell’antisemitismo (pubblicato da Little, Brown and Company) che tornerà a far discutere.

In una lunga e interessantissima intervista a Giulio Meotti per Il Foglio (leggi QUI), Goldhagen sostiene, infatti, che «Duecento milioni di europei vedono lo Stato ebraico come il nazismo. Ricorrono nuovamente tutti i topoi della vecchia pubblicistica antisemita, come l’infanticidio, l’omicidio rituale, il deicidio, l’avarizia, la malvagità innata, il doppio-giochismo.».

E, a proposito dell’antisemitismo contemporaneo, dice «Questo odio, il più antico e duro a morire, è mutato: è l’antisemitismo globale con un elemento eliminazionalista, che fa degli ebrei un bersaglio ovunque nel mondo. L’antisemitismo è un insieme di principi, emozioni e pratiche che deprecano e minacciano gli ebrei e alla sua base ha il concetto che gli ebrei sono diversi dai non ebrei, sono minacciosi e potenti, un pericolo per i non ebrei. Si tratta dell’unico pregiudizio globale che vive in Paesi con pochi o nessun ebreo, fra persone che non sanno nulla degli ebrei, fra gente che non ha mai conosciuto ebrei. Per la prima volta l’antisemitismo è globale, può essere rinvenuto ovunque nel mondo. Non solo in Europa. O nell’islam. I sondaggi in Europa mostrano che percentuali altissime di opinione pubblica hanno una visione demoniaca degli ebrei, che starebbero addirittura compiendo una campagna di sterminio contro i palestinesi. L’immagine dell’ebreo stereotipato è cambiata, siamo passati da Shylock a Rambo. Il discorso antisemita su Israele e i suoi ebrei, democrazia sotto assedio, li dipinge come mostruosi, come predatori che schiacciano i palestinesi. Nessun altro Paese al mondo, nemmeno il Ruanda degli hutu nel 1994, la Corea del nord, l’Iraq di Saddam, è stato paragonato così spesso alla Germania nazista. Israele non ha diritto di esistere, quindi è giusto e necessario distruggere lo Stato ebraico. Siamo tornati all’antisemitismo sterminazionista ed eliminazionista. Demoniaco, pericoloso, delegittimato, Israele va annientato. In una vignetta dell’Independent, Ariel Sharon è raffigurato come un cannibale che mangia bambini palestinesi, in una distruzione apocalittica scatenata da Israele. Quella caricatura ha vinto il premio vignetta dell’anno nel Regno Unito».

Ma non sono solo gli europei ad avere di Israele e degli ebrei una visione demoniaca. Dice Goldhagen a proposito del “palestinismo”, l’ideologia antisraeliana promulgata dai gruppi arabi palestinesi: «Negano che Gesù fosse ebreo, negano che gli ebrei siano un popolo, negano che gli ebrei abbiano una umanità, negano che gli ebrei abbiano diritto alla vita. Un “negazionismo nuovo”, persino più sinistro di quello osceno e lampante dell’Olocausto». È  Israele oggi il bersaglio dell’odio. «In quanto terra politica degli ebrei, gli antisemiti hanno centrato il loro fuoco sullo Stato d’Israele. L’esistenza di un potente e indipendente Stato degli ebrei, una democrazia sotto assedio che Freedom House giudica ‘free’ come gli Stati Uniti, è una minaccia, che gli antisemiti vogliono indebolire e al fine distruggere. Gli antisemiti sono disturbati dall’immagine degli ebrei con potere, perché significa che non saranno servili. È il mondo alla rovescia. Israele, colosso militare regionale, è l’incarnazione del potere degli ebrei per eccellenza».

«C’è stata un’enorme crescita dell’antisemitismo negli ultimi vent’anni, in Europa e in giro per il mondo. Ma il fenomeno più rilevante è rappresentato dall’antisemitismo che si è sviluppato nelle nazioni islamiche,- dice Goldhagen –  dove gli israeliani e gli ebrei vengono dipinti con le stesse immagini demonologiche che possono essere trovate nel repertorio della Germania nazista».

“Daniel Goldhagen – scrive Meotti – ha dedicato tutta la sua ricerca accademica all’analisi del genocidio. Classe 1959, professore ad Harvard, Goldhagen lavora oggi al Minda de Gunzburg Center for European Studies della stessa prestigiosa università. Enfant terrible degli studi sulla Shoah, ha ottenuto fama internazionale con ‘I volonterosi carnefici di Hitler’, bestseller in tutto il mondo. Il giovane e fino ad allora sconosciuto professore figlio di un sopravvissuto all’Olocausto, Eric Goldhagen, costruì con quel libro un micidiale atto d’accusa contro gli oltre centomila ‘tedeschi comuni’, responsabili di aver ucciso milioni di ebrei, quando avevano la possibilità di non farlo, provando anche un certo gusto e senza porsi mai un problema di principio”.