Chi ha ucciso Haim Arlozoroff? Omicidio politico o romantico? Quando i romanzi si ispirano a trame e complotti

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di Cyril Aslanov

[Ebraica. Letteratura come vita] L’enigma dell’assassinio di Haim Arlosoroff sulla spiaggia di Tel Aviv, il 16 giugno 1933, non è mai stato risolto. Varie teorie sono state proposte per capire i motivi della morte del giovane e carismatico direttore del Dipartimento politico dell’Agenzia Ebraica, alcune verosimili ed altre del tutto fantasmagoriche e molto vicine a ciò che chiamiamo oggi con il nome di complottismo.

 

Una di queste teorie proposte all’epoca per capire chi stesse dietro quell’omicidio misterioso consisteva nell’attribuirlo alla gelosia di Josef Goebbels che non avrebbe perdonato a sua moglie Magda di essere stata l’amante del giovane ebreo russo durante gli anni ‘20.
A dire il vero, Haim e Magda non vissero probabilmente nient’altro che un amore di gioventù, quando Magda Ritschel conobbe la famiglia Arlosoroff attraverso Lisa, la sorella di Haim, che studiava con Magda nello stesso liceo berlinese.

Tuttavia quell’idillio fra il giovane ebreo russo e la fanciulla tedesca, di due anni più vecchia di lui, sembrerebbe che non sia durato a lungo, benché alcuni raccontino che in quel tempo Magda nutriva una certa simpatia per l’ebraismo. Quando Magda si sposò in seconde nozze con Josef Goebbels, nel 1931, Haim scrisse una lettera a sua moglie Sima nel maggio del 1933. In quella lettera Arlosoroff affermava che Goebbels non avrebbe potuto trovare una sposa più degna di lui che “Magda Friedländer”. Arlosoroff usò di proposito il cognome Friedländer per alludere al fatto che il patrigno (forse padre biologico) di Magda era un ebreo e che la sua figliastra, diventata nazista, non salvò dalla morte quando venne internato a Buchenwald nel giugno del 1938.

Tutte queste informazioni servirono in seguito a Tobie Nathan, famoso etnopsichiatra ebreo francese di origine egiziana, per pubblicare nel 2010 un romanzo il cui titolo è una domanda: Qui a tué Arlozoroff? (con una ‘z’ e non con la ‘s’ che il germanizzato Haim Arlosoroff usava per scrivere il suo cognome che ormai è più conosciuto con l’ortografia Arlozorov). Per Tobie Nathan questa domanda è solo retorica giacché considera, o fa finta di considerare, che il vero motivo dell’assassinio di Arlosoroff fu la paura di Goebbels che si scoprisse l’esistenza di un legame passato con sua moglie, una primadonna del Terzo Reich (si dice che abbia intrattenuto un intrigo clandestino con lo stesso Hitler). A quel tempo c’erano molti tedeschi presenti nella Palestina mandataria, i famosi Templar, setta protestante fanatica che aveva fondato degli insediamenti rurali nella Palestina ottomana degli anni 1860. Uno dei pastori di quel gruppo di Templar era il padre di Rudolf Hess. Considerando le simpatie dei Templar per il regime nazista, si poteva supporre la presenza di agenti segreti tedeschi nei ranghi di quella setta. E infatti i britannici ne tennero conto quando, nel 1939, internarono tutti i Templar presenti in Palestina, temendo non senza ragione che quei tedeschi funzionassero come una quinta colonna. Queste elucubrazioni sulla natura romantica del legame fra Haim Arlosoroff, che all’età di 34 anni era diventato una figura di primo piano nell’esecutivo sionista in Eretz Israel, e la moglie di uno dei più importanti dignitari nazisti, e sul fatto che fu quell’intrigo a provocare l’assassinio del giovane leader sionista in piena Tel Aviv, sono state prese sul serio da Tobie Nathan.

 

La verità è probabilmente più politica che romantica. Comunque ha anche una relazione con la Germania nazista nei primi mesi della sua esistenza. Infatti Arlosoroff era stato una figura di primo piano nelle negoziazioni dell’Accordo dell’Ha’avara che permisero a circa 60.000 ebrei di lasciare la Germania per la Palestina sulla base di un’operazione finanziaria che obbligava gli immigranti a liquidare i loro beni, a comprare con il denaro della liquidazione delle merci tedesche, normalmente sottomesse al boicottaggio degli ebrei di Palestina e di rivenderle nella stessa Palestina per recuperare il loro denaro.

 

Questo compromesso con l’incarnazione del Male scandalizzò Jabotinsky ed i suoi seguaci (Abba Ahimeir fra l’altro). Sarebbe stato il motivo dell’assassinio di Arlosoroff, che avrebbe pagato con la propria vita il suo preteso coinvolgimento con alcuni responsabili del Reich (ma non necessariamente con Magda Goebbels). Quest’analisi più politica che romantica delle cause dell’omicidio di Arlosoroff è la base di un romanzo recente dell’ebreo inglese Jonathan Wilson. Nel suo giallo politico-storico intitolato The Red Balcony (2023) Wilson non si pronuncia sulla causa dell’attentato percepito attraverso gli occhi di Ivor Castle, giovane avvocato ebreo inglese arrivato direttamente da Londra per difendere due sionisti revisionisti accusati di avere organizzato l’assassinio di Arlosoroff. A differenza della manipolazione di Tobie Nathan, che presenta una teoria complottista come la verità nel suo romanzo, Wilson lascia aperta l’interpretazione del mistero della morte di Arlosoroff, anche quando dipinge l’indagine poliziesca suscitata da questo tragico evento.