Bereshit: vivere è un inizio continuo

Libri

di Rav Roberto Della Rocca

Rav Giuseppe Laras con questo suo nuovo libro delinea con grande competenza i fondamenti della Mistica ebraica interpretandone le idee e le tappe fondamentali.

Ci permette così l’accesso a una conoscenza di autori, di opere, di idee che riflettono il ricco mondo della Kabalah dai suoi esordi fino ai giorni nostri, mostrandoci i temi fondamentali, teosofici, cosmogonici della Mistica, la sua aspirazione all’assoluto e la sua ricerca di un contatto autentico con il divino.

La Kabalah, pur elevandosi dal quadro materiale e temporale della storia, differentemente da altre forme di mistica che aspirano a superare il piano dell’azione e che rischiano di perdersi nelle sfere contemplative situandosi così al di fuori del mondo, si identifica con la pratica religiosa che assume un carattere sociale oltre che individuale. In questo modo la storia di Israele è la storia della Torà rivelata da Dio ma elaborata continuamente da Israele che la trasmette di generazione in generazione, la rinnova e si rinnova con essa. Un tempo di creazione ininterrotta in cui la monotonia della successione e della ripetizione ciclica del tempo sembra non esistere. Il mistico è pronto a rendere il tempo sempre nuovo attraverso un incontro sempre rinnovato con la Torà.

Il pensiero kabalistico direbbe che la Creazione, la condizione umana stessa, è un momento di frammentazione, la “rottura dei vasi” (shevirath ha-kelim), e rottura del perfetto equilibrio universale.

La ri-costituzione di quell’equilibrio originario, la riparazione (tiqqùn) a cui l’uomo deve mirare e per cui deve impegnarsi su questa terra, la ricomposizione dei frammenti, delle scintille sparse e sperdute, è l’obiettivo ideale, un ritorno alla condizione primordiale realizzabile alla fine del tempo umano. A consentire il recupero e la ricomposizione delle scintille è la teshuvah, il “ritorno” dell’uomo a Dio e di Dio all’uomo.

Studiare e vivere la Torà senza pause e senza interruzioni, ricominciando sempre da capo, come un compimento continuamente aggiornato. Ricollegando, per mezzo di questo circolo continuo e inesauribile della lettura e dello studio della Torà, “Israel”, Israele, ultima parola della Torà, alla parola “Bereshìt”, in principio, per ricordarci che il nostro lavoro non è mai finito e che vivere è un inizio continuo.

I Maestri di Israele, anche nelle più tremende sofferenze come l’occupazione romana o nei campi di sterminio, hanno sempre continuato a studiare e a vivere la Torà nella convinzione che questo è il modo più autentico per imparare a non nascondersi, a non coprirsi, sottraendosi così alle proprie responsabilità, e per essere pronti in ogni istante della nostra vita a dare a Dio una risposta vera quando ci chiede: “Dove sei”?

La Torà è una religione nel senso che vuole ri – legare, cioè legare nuovamente, Dio e Uomo, cielo e terra, mediante una scala. C’è la scala di Giacobbe, ma anche quella della torre di Babele. Sì, anche questa è una scala. Bisogna saper distinguere in quale dimensione vogliamo salire: parliamo di Torà o parliamo di Bibbia? Lo stesso testo, le stesse parole; ma bisogna saper leggere tra gli spazi bianchi e non solo lo scritto.

Con questo nuovo contributo rav Giuseppe Laras aggiunge un’ulteriore opera meritoria al suo impegno di Maestro e di intellettuale. Con l’augurio che possa continuarlo ancora a lungo.