Giorno della Memoria: la COREIS Italiana e la Comunità

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In occasione del Giorno della Memoria, che cade oggi, mercoledì 27 gennaio, la COREIS (Comunità Religiosa Islamica) Italiana intende ribadire la propria vicinanza spirituale ai fratelli ebrei. La sintonia intellettuale nella sacralità che caratterizza i rapporti tra Ebraismo e Islam nel nostro Paese rappresenta la prova che a creare il conflitto non sono le religioni, ma soltanto la suggestione delle strumentalizzazioni ideologiche e politiche. L’esempio religioso e civile della comunità ebraica costituisce infatti un punto di riferimento per i musulmani italiani, che lavorano per favorire la conoscenza senza pregiudizi dell’Islam, il dialogo tra le fedi, il confronto interculturale e la maturazione di una cittadinanza condivisa.

Siamo onorati di essere stati tra gli invitati alla Sinagoga di Roma domenica 17 gennaio, in occasione della visita del Papa Benedetto XVI alla comunità ebraica della capitale. Il nostro Presidente e fondatore Shaykh Abd al-Wahid Pallavicini, accompagnato dall’Imam Abd al-Ghafur Masotti, ha guidato la delegazione della COREIS Italiana in Sinagoga, accogliendo con commozione i ringraziamenti del Rabbino Capo Riccardo Di Segni e del Presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici, che hanno voluto sottolineare la presenza autorevole e significativa dei musulmani italiani all’evento. Una presenza d’altronde ormai abituale e consolidata in anni di scambi fraterni tra ebrei e musulmani in Italia.

La COREIS Italiana, insieme alle altre minoranze ebraiche e cristiane in Occidente come in Oriente, vuole salvaguardare la libertà religiosa, il rispetto delle identità e il pluralismo confessionale dagli estremismi violenti, dalle falsificazioni ideologiche e dalle strumentalizzazioni politiche, anche per prevenire la tragica storia delle persecuzioni, delle leggi razziali e dell’Olocausto, affinché non possa mai più ripetersi un evento simile nella storia dell’umanità. Solo la cultura della conoscenza, della cooperazione e del rispetto può fungere da antidoto alle violazioni dei diritti dei popoli e delle comunità religiose, isolare le degenerazioni del terrorismo e favorire la coesione sociale, pacifica e responsabile, senza buonismi né totalitarismi.