Gioele Dix

GECE 2019: enorme successo per Gioele Dix, fra battute, ricordi e sogni del Talmud e di Israele

di Roberto Zadik
Applausi e grande affluenza di pubblico per il brillante attore e intrattenitore David Ottolenghi noto al pubblico col suo pseudonimo di Gioele Dix. Il suo atteso monologo, che è stato l’ultimo degli appuntamenti presso il Tempio di via Guastalla, talmente affollato da riempire anche la parte superiore delle donne, è stato scandito ripetutamente da applausi, risate ma anche da momenti seri; seguendo il filo conduttore della Giornata Europea della Cultura Ebraica, il sogno, egli ha ricordato suo padre e il suo “talento innato nel raccontare storie che mi ha molto influenzato”, spaziando fra una serie di tematiche. Aneddoti, racconti, barzellette e vari riferimenti alla Torah, dalla Creazione alle norme sulla separazione fra carne e latte, per arrivare a testimonianze famigliari e autobiografiche, fino ai sogni nel Talmud e al grande “sogno di Israele”.

A introdurlo, l’assessore alla Cultura della Comunità Ebraica di Milano Gadi Schoenheit, che ha ricordato libri recenti che Dix ha scritto come La Bibbia ha (quasi) sempre ragione, sottolineando la propria soddisfazione per la sua partecipazione alla Giornata della Cultura. Dix ha subito evidenziato il suo profondo legame con la Sinagoga e il significato fondamentale della tematica del sogno.

«Riguardo a questo argomento per prepararmi ho dovuto leggere molto e studiare a fondo traendo delle conclusioni di testa mia – ha dichiarato -. Quando ero giovane non avevo una mia opinione sulle cose e sentivo altri coetanei molto più disinvolti di me, ma poi ho preso coraggio, scoprendo una delle cose più belle della nostra tradizione ebraica, la libertà di dire quello che ci pare e il gusto della discussione».

Domandandosi a cosa servano i sogni e esprimendo la propria passione per questo argomento, egli ne ha esaltato il potere e la sofferenza rievocando il tema della Creazione del mondo e che “per crearlo” citando un Midrash “anche Dio ha sognato”. Citando i sette giorni della Creazione, interrogandosi su varie questioni religiose e esistenziali e partendo dal verso “e fu luce il primo giorno” col suo consueto acume e lucido gusto del paradosso e della battuta, egli ha messo in luce come “sia compito dell’uomo riportare la luce Divina attraverso il rispetto delle Mitzvot e dei precetti e il compimento delle buone azioni”.

Passando in rassegna varie fonti e analizzandole con grande verve, l’attore ha trattato dei sogni anche nelle fonti talmudiche e a come i saggi «ci invitino a interrogarci su quello che sogniamo» e a sapere quello che si nasconde nel nostro intimo a livello onirico. A questo proposito ha aggiunto che sempre secondo i Maestri «dobbiamo cercare di interpretarli positivamente piuttosto che in senso negativo», portando successivamente una serie di esempi di sogni -«chi sogna un fiume o di andare a cavallo» – e soffermandosi sul valore dei sogni e della loro interpretazione, molto prima della psicanalisi e già dai tempi molto antichi.

«I sogni rappresentano la nostra coscienza, la nostra identità – ha continuato -; il nostro popolo ha vissuto periodi in cui aveva paura di perdere le proprie radici dimenticandosi di quello che siamo. Per questo dobbiamo difendere le nostre leggi che ci sono state date e che abbiamo ricevuto».

In tema di regole religiose, seguendo un solido filo logico che ha intrecciato sogno, ebraismo e Israele, egli ha menzionato la regola “non cuocerai la capretto nel latte della madre” alternando, fra ironia e serietà, una serie di considerazioni e spiegando che poi questa regola è stata estesa a tutti i miscugli di carne e latticini. Regole, ma anche interpretazioni e Midrashim, barzellette divertenti raccontate da suo padre come quella dello shadchan (il sensale di matrimoni) che, per fermare i pogrom in Russia, ha proposto al Rabbino di far sposare suo figlio alla figlia dello Zar….

Il sogno di Israele

Fra i temi affrontati c’è stato quello del sogno di Israele e “dell’uomo nuovo” e in cerca di sé dopo il dramma della Shoah e sottolineando come gli scritti di Theodor Herzl che «fino a poco prima diceva che l’unico modo di risolvere l’antisemitismo era l’assimilazione degli ebrei alla cultura circostante» e dei Kibbutz siano state applicazioni concrete di un sogno che fino ad allora era stata pura utopia. In conclusione la cultura e i grandi personaggi del mondo ebraico contemporaneo. Grandi insonni come Groucho Marx, Woody Allen e le sue esperienze psicanalitiche e che così tanto ha riflettuto sui sogni e sulla coscienza e il grande Primo Levi che nei suoi libri meno famosi come Il sistema periodico e I sommersi e i salvati descrive spesso atmosfere poetiche e oniriche. «Il sogno è matrice di vita che genera sofferenza ma anche soddisfazione nella sua fragilità e nella sua forza – ha concluso, ringraziando pubblicamente Rav Arbib «che ha fortemente voluto che fossi qui».

(I video della diretta Facebook della Giotrnata Europea della Cultura Ebraica 2019 sono disponibili sulla pagina di Mosaico-Bet Magazine)