GECE 2020. Il cammino ebraico nello spazio e nel tempo secondo Gioele Dix. Il video dello spettacolo

di Redazione
Il Prologo semiserio di Gioele Dix, dedicato agli Ebrei erranti?,  ha aperto la XXI Giornata europea della Cultura ebraica, la sera di sabato 5 settembre. Introdotto dall’Assessore alla Cultura della CEM, Gadi Schoenheit, l’attore – al secolo David Ottolenghi – non si è fatto condizionare dall’inedita versione “virtuale” della Giornata e, anche in assenza di un pubblico “fisico” con cui interloquire e confrontarsi, ha saputo tenere un ritmo piacevolissimo alternando letture e storielle, commenti seri e battute. Ha scelto di attingere agli scritti di Primo Levi da L’altrui mestiere, di Isac Bashevis Singer Alla corte di mio padre, fino a scrittori contemporanei come l’israeliano Etgar Keret. Da queste pagine – una scelta indovinata, toccante e ironica – ha tratto spunto per parlare del cammino ebraico nello spazio e nel tempo – spesso attraverso il non-luogo del deserto. Perché ci sono voluti  40 anni per attraversare il deserto dall’Egitto alla Terra Promessa? Una donna, guarda caso, un’idea ce l’ha e la offre agli uomini impegnati giorno e notte nello studio… L’elemento femminile ha un ruolo fondamentale nell’ebraismo: concrete, influenti, indimenticabili le donne trasmettono e coltivano l’identità ebraica.

Grazie a Gioele Dix per avere inaugurato in modo così coinvolgente i Percorsi ebraici di questa Giornata.