Il Museo Ebraico di Berlino apre una mostra dedicata al Golem

Arte

di Nathan Greppi

Il golem ad opera di Joshua Abarbanel
Il golem ad opera di Joshua Abarbanel

Un gigantesco golem fatto di caratteri ebraici in legno giace immobile sul pavimento, eppure sembra che bastino poche parole magiche per dare vita alla creatura.

La scultura, creata dall’artista californiano Joshua Abarbanel, è una delle 250 opere esibite a una nuova esposizione del Museo Ebraico di Berlino, inaugurata questa settimana, che racconta la leggenda del golem in tanti modi diversi.

Menzionato per la prima volta nel Sefer Yetzirah,  il golem è una creatura artificiale fatta d’argilla che può prendere vita pronunciando una formula specifica. Esso è diventato popolare aldifuori del mondo ebraico a partire dal XVI secolo, attraverso una storia secondo cui Rav Judah Loew di Praga avrebbe creato un golem per difendere gli ebrei della città dalle persecuzioni.

Tuttavia il golem può anche avere un ruolo negativo: in alcune storie, esso può andare fuori controllo e le sue capacità possono rivoltarsi contro chi lo ha creato.

“Il golem ha una lunga storia dietro di sé, nell’Ebraismo e prima ancora” ha dichiarato martedì 27 in un intervista a Ynet Peter Schaefer, direttore del Museo Ebraico. “La sua storia inizia nel Tanakh e continua, in costante trasformazione, ai giorni nostri”.

L’esposizione, aperta venerdì 30 settembre e che continuerà fino al 29 Gennaio, mostra sia immagini tradizionali del golem sia delle varianti più contemporanee.

Esistono dei testi medievali in cui si spiega nei minimi dettagli come creare un golem. Esistono anche video, costumi e sculture con diverse interpretazioni del mito del golem fatte da 30 artisti contemporanei provenienti da paesi diversi.

L’artista spagnolo Jorge Gil ha messo tre piccole bambole a forma di golem racchiuse in bozzoli di tessuto giallo appesi a testa in giù dal soffitto. Solo le loro facce sono visibili, ma vi è anche un quarto bozzolo vuoto che giace sul pavimento, facendo presumere che gli altri tre prima o poi usciranno dal bozzolo per completare una sorta di metamorfosi.

L’opera La mia luce è la tua vita, creata dall’artista ceco Kristof Kintera, è alta più di 4 metri, ed è stata prodotta con dozzine di lampadine e moltissimi cavi neri che nella sua interezza lo fanno sembrare una scultura vera e propria con un aureola che gli circonda il capo.

Ma la mostra non si limita solo a sculture vecchie e nuove. Infatti si trovano anche fumetti, cartoni e videogiochi che mostrano come la figura del golem abbia influenzato la cultura di massa, come in alcuni personaggi dei Pokémon e in un episodio dei Simpson.

Inoltre, per alcune persone, il golem è diventato una metafora di recenti sviluppi nella scienza e nella tecnologia che rischiano di andare fuori controllo.

In una galleria vi sono delle foto intitolate Umano Versione 2.0, dell’artista francese Yves Gellis, che mostra raffigura degli scienziati affiancati a dei cloni robotici simili a loro.

“L’antico sogno dell’umanità di creare entità artificiali è connesso al mondo odierno: la tecnologia genetica e l’intelligenza artificiale, i computer e i robot,” ha continuato Schaefer. “Tutti questi sforzi puntano a creare una sorta di golem”.