Pierfrancesco Majorino durante la sua visita alla Comunità Ebraica di Milano

L’assessore Majorino in visita alla CEM: «Importante che il Comune continui a collaborare con una realtà così vitale»

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(Nella foto: da sinistra, Raffaele Besso, Pierfrancesco Majorino, Antonella Musatti, Milo Hasbani e Alfonso Sassun).

di Redazione
«La comunità ebraica di Milano è uno straordinario patrimonio di questa città, un’esperienza vitale e significativa, con cui il Comune deve avere relazioni costanti e proficue». Questo è quanto ha dichiarato Pierfrancesco Majorino, assessore politiche sociali, salute e diritti del Comune di Milano e candidato per il Pd alle elezioni europee, durante la visita alla Comunità Ebraica martedì 7 maggio.

Inizialmente Majorino si è recato alla Rsa della Comunità, accompagnato dai due presidenti Raffaele Besso e Milo Hasbani, dal segretario generale Alfonso Sassun, dalla vicepresidente e assessore al welfare e alle politiche sociali Antonella Musatti e da Rosanna Biazzi e Joyce Hasbani del Volontariato Federica Sharon Biazzi: lì ha avuto l’occasione di vistare il Healing Garden e alcune stanze, constatando l’efficienza dei servizi e la serenità dell’atmosfera. «Ho molto apprezzato il senso di accoglienza, di “casa” che vi si respira, che è ben diverso da quello di un semplice istituto – ha spiegato a Mosaico -. Mi è poi molto piaciuta la presenza di personale straniero di diverse provenienze, che si dimostra un’ottima occasione di relazione fra le persone».

Dopo la visita alla Rsa Majorino è venuto negli uffici della Comunità per un rinfresco, dove ha incontrato il team dell’assistenza sociale e del Volontariato, a cui ha espresso la volontà di continuare a collaborare su diversi progetti.

«Da anni ho rapporti con alcuni membri della Cem, e già in passato avevo visitato la Residenza per anziani – ha spiegato -. Nell’epoca dei muri credo che si debba fare di tutto per promuovere lo straordinario lavoro dell’incontro tra le storie delle persone le cui differenti biografie possono essere sempre fonte di arricchimento».

Riguardo all’antisemitismo, ha espresso preoccupazione. «Si deve essere molto netti e molto duri su questo. Ancora una volta ho avuto modo di assistere ai fischi alla Brigata Ebraica alla manifestazione per il 25 aprile, che nascono da una pulsione molto preoccupante che non ha niente a che vedere con la politica di Israele. Inoltre, i pericolosi rigurgiti di neofascismo e neonazismo a cui assistiamo ovunque sono da contrastare radicalmente».

Fondamentale, per Majorino, è che il Comune e la Comunità Ebraica lavorino per «promuovere insieme una mobilitazione di coscienze fatta di racconto e valore della memoria e di presidio del presente e del futuro in nome dei valori democratici e del rispetto delle differenze e delle diversità. Bisogna insistere su questi terreni in una fase storica in cui invece tanti tentano di cavalcare la logica dei muri o del filo spinato (il riferimento è a Salvini e il leader ungherese Orban fotografati insieme in Ungheria davanti al muro, ndr)».