Zia Sara, anima è volata in Gan Eden il giorno di Lag BaOmer

B’H’ Cara zia Sara, la tua anima è volata in Gan Eden il 26 maggio, giorno di Lag BaOmer.

Eri l’ultima sopravvissuta, della nostra famiglia, alle barbarie delle persecuzioni razziali fasciste e naziste. Da ragazzina, hai conosciuto il campo di concentramento italiano di  Ferramonti in Calabria, il confino a Calcinato, un paesino in provincia di Brescia dove, in seguito, hai dovuto trascorrere circa un anno e mezzo nascosta in una soffitta.

Ma, grazie a Kadosh Baruch Hu, hai anche visto la fine della guerra e hai vissuto in pieno il rinascere della comunità ebraica di Milano nella mitica Via Unione. Il tuo legame con la comunità lo hai mantenuto forte nel tempo prestando il tuo lavoro da volontaria nella mensa della scuola di via Sally Mayer e come accompagnatrice dei bambini sugli autobus scolastici.

Non ti sei mai sposata e tuo fratello, nostro papà Giuseppe A’H’, con il quale hai sempre lavorato nel suo negozio di Ferramenta e Casalinghi, nostra mamma Stella A’H’ e noi, i nipoti Virginia, Margherita e poi Roberto, eravamo la tua famiglia.

Sempre accudita e coccolata come una regina, che è anche uno dei significati del nome Sara, hai mantenuto un candore ed una genuinità unici. Ti porteremo sempre nel cuore e ricorderemo la tua operosità, la tua gioia di vivere e la tua generosità che si esprimeva in tanti piccoli gesti quotidiani.

Hai vissuto gli ultimi 11 mesi della tua Vita nella nostra Casa di Riposo, dove sei entrata il 3 del mese di Tamuz, (giorno di scomparsa del Rebbe di Lubavitch) e hai lasciato questo mondo fisico il 18 di Iyar Lag Ba Omer, giorno dello Splendore Hod in Hod. Ora intercedi verso Kadosh Baruch Hu per fare arrivare la Gheulà.

I tuoi nipoti