«Gli ebrei a Milano? Una forza, una presenza importante»

di Redazione

«Coesi, uniti, solidali. Il mio messaggio è un richiamo all’unità e a sentirsi coinvolti nel futuro della Comunità. Il momento è difficile ma ci sono molte persone che ci sostengono, nelle istituzioni e non solo. E poi tanti progetti, novità e prospettive». Intervista al presidente Walker Meghnagi

«Le dimissioni di Daniele Nahum sono un segno dei tempi che stiamo vivendo. Un ragazzo giovane come lui con una grande passione politica, che ha mostrato con il suo costante impegno e che ha avuto la forza di uscire dal PD è un segnale fortissimo. Con le sue motivazioni denuncia la gravità della situazione». Esordisce così il presidente Walker Meghnagi, in questa conversazione con la redazione di Bet Magazine Mosaico che vuole fare il punto della situazione su antisemitismo, sicurezza, rapporti con gli iscritti della comunità di Milano e, più in generale, con il mondo ebraico.

Siamo davanti a scenari che sarebbero stati impensabili prima del 7/10: un’ondata antiebraica mai vista dal Dopoguerra, la demonizzazione di Israele… Quali sono le strategie e le azioni che la CEM sta adottando per contrastare l’attuale violento clima di antisemitismo?
Fino ad oggi sono state fatte cose day by day, perché in pochi mesi è cambiato il mondo e siamo subissati di fatti e notizie che ci riguardano. Per questo siamo in contatto con l’UCEI per valutare un coordinamento su tutto ciò che dovremmo fare. Stiamo lavorando su questo affinché, almeno sulle questioni più importanti e di carattere nazionale, ci sia una reazione corale condivisa. Inoltre vogliamo coinvolgere anche tutte le piccole Comunità che non si devono sentire lasciate sole. Ci deve essere una condivisione quotidiana di informazioni ed azioni.

Quanto afferma sembra essere in linea con quanto proposto in un lungo articolo di Gary Wexler – un mito nel mondo della comunicazione internazionale – uscito su The Jewish Journal che invoca un team leader globale capace di creare una strategia per combattere efficacemente la pervasiva e aggressiva propaganda pro-palestinese.
Certo, anche se passare dalla teoria alla pratica non è semplice. Con l’UCEI dobbiamo trovare il modo di raggiungere un coordinamento nazionale, ma anche un approccio globale, con tutta l’Europa, dove ad esempio Francia e Belgio sono molto più attive, più unite. Occorre una task force unitaria per far fronte a un fenomeno dietro il quale si nasconde una regia chiaramente programmata contro Israele e gli ebrei.

In fatto di security, ad esempio, che cosa è stato fatto?
Dopo quattordici mesi di lavoro, abbiamo finalmente creato la Fondazione per la sicurezza, che sarà un ombrello per tutta la Comunità e gli enti ebraici. Fanno parte della Fondazione, oltre alla Comunità come istituzione, anche il Beth Yossef di via dei Gracchi, il Noam e i Lubavich. Vogliamo garantire la sicurezza a tutti. Questa Fondazione è organizzata con un consiglio direttivo formato da me come presidente CEM, il segretario generale Alfonso Sassun, Guido Jarach, un rappresentante dei Batté knesset e un consiglio operativo con Simone Sinai, Simone Mortara, Amiel Schek e Jonathan Avrilingi. Abbiamo poi acquisito una figura molto qualificata, assumendo l’ex responsabile della sicurezza della compagnia aerea ElAl.
L’idea è partita dalla Fondazione Pilar formata da grandi benefattori che ci hanno coinvolto in questo progetto in via di realizzazione a livello mondiale, offrendoci un supporto, anche finanziario. Il progetto si basa su metodologie, protocolli e know how estremamente innovativi con investimenti sostanziosi e migliorie nei sistemi. Anche l’UCEI ha ricevuto un finanziamento ministeriale per la sicurezza, di cui anche la comunità di Milano riceverà una parte. Sotto l’aspetto economico quindi non ci sono preoccupazioni, grazie a questi fondi privati e pubblici.

Abbiamo dedicato l’ultimo numero del Bet Magazine alle “illusioni perdute”. Trent’anni di lavoro sulla Memoria e sembra che non sia servito a nulla. Che cosa abbiamo sbagliato? Forse a non spiegare meglio il rapporto tra antisemitismo e Shoah?
Esiste una strategia congiunta con gli enti ebraici all’interno del mondo milanese? Con CDEC, Figli della Shoah, Memoriale, Adei, Keren Hayesod… ?
Anche qui vale quanto detto per l’ambito nazionale ed internazionale, anche se con l’ADEI, KH, KKL e Figli della Shoah stiamo già interagendo da tempo in maniera molto positiva. Sarebbe quindi auspicabile poterlo fare anche con le Fondazioni CDEC e Memoriale entrambe le quali stanno già facendo un ottimo lavoro, ma con le quali si potrebbero trovare altre forme di condivisione sinergetica.

Come ebrei stiamo subendo un ostracismo e una delegittimazione a tutti i livelli, nel discorso pubblico, nelle università, nelle manifestazioni. La nostra parola sembra non valere più nulla. Come rispondono le istituzioni italiane oggi? In che modo sono al nostro fianco e ci difendono?
Abbiamo un rapporto strettissimo, quotidiano; c’è una totale sintonia. A partire dal Governo, dai ministeri, dalla Prefettura, Questura e da tutte le forze dell’ordine. A tutti i livelli non riceviamo solo messaggi di solidarietà ma continue richieste di confronto, disponibilità a rispondere prontamente alle nostre esigenze e problematiche. Questo da tutte le istituzioni, da tutti i partiti di governo e anche da Matteo Renzi che, recentemente, presentando il suo libro alla Confcommercio, ha difeso Liliana Segre, ha parlato degli ebrei e delle comunità italiane e spiegato le ragioni di Israele. In particolare i Ministri Piantedosi, Valditara, Sangiuliano ci sono molto vicini, come pure il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana.
Con la Prefettura e la Questura di Milano abbiamo un rapporto al di là di ogni immaginazione. A novembre, ci hanno offerto una protezione maggiore, soprattutto per la Scuola. Ci hanno invitato nella loro sala operativa da dove applicano un monitoraggio costante delle nostre istituzioni con una capillarità e una efficienza impressionanti. Così anche con la Digos, sempre attentissima. Anche con i politici locali, con il Sindaco Beppe Sala, dopo le incomprensioni, ci sono stati momenti di chiarimento, grazie anche a Emanuele Fiano.
Il Prefetto ci ha spiegato che non possono impedire le manifestazioni, ma che sono molto fermi nel gestirle, nei percorsi da far rispettare e nel controllare gli organizzatori e i più facinorosi. Dove “soffriamo” di più è a livello di Consiglio Comunale e nei vari Municipi con le frange più estreme del PD e dei 5 Stelle. In questi ambiti si manifestano troppi pregiudizi difficili da scalfire contro Israele, gli stessi che hanno portato alle dimissioni di Daniele Nahum.
Prima delle dimissioni di Daniele Nahum dal Partito Democratico, si è dimesso dalla presidenza dall’ANPI Milano Roberto Cenati. Non rivelano forse uno stato di tensione interno alla sinistra, come se la vecchia guardia, che aveva buoni rapporti con la comunità ebraica, si trovasse spiazzata dalla deriva oltranzista delle giovani generazioni?
Senz’altro: le dimissioni di Roberto Cenati dall’ANPI, dopo quasi 15 anni di presidenza e di impegno lo dimostrano. Essere dei veri amici degli ebrei oggi non è solo impopolare ma è considerato esecrabile e si paga un prezzo molto alto. Cenati si è dimesso in virtù del legame che da sempre ha con noi. Ci ha sempre sostenuto con grande trasporto e onestà intellettuale, senza cedere mai. Non ci sono sufficienti parole per ringraziarlo di tutto quello che ha fatto e per il modo in cui si è esposto e messo in gioco.
Sempre nell’ottica di un allargamento della collaborazione tra Unione e Comunità dovremmo chiedere a tutti i partiti, dalla destra fino al PD – non mi aspetto che aderiscano M5S ed estrema sinistra – una dichiarazione congiunta contro l’antisemitismo per far capire anche all’esterno il pericolo che gli ebrei devono fronteggiare oggi. Un pericolo che è stato chiaramente denunciato da Piero Fassino, Luciano Violante e pochi altri della vecchia guardia del PD, messi immediatamente a tacere dai giovani del loro stesso schieramento.

In un momento così drammatico è comprensibile che possa essere difficile non cadere preda dell’emotività e mantenere il sangue freddo. Tuttavia, Presidente, alcune sue uscite pubbliche e reazioni contro certi personaggi sono state criticate per essere state troppo impulsive, controproducenti. Molti iscritti alla CEM si sono dichiarati non rappresentati da intemperanze che finiscono per danneggiare tutti…
Che cosa risponde loro?
Indubbiamente ho fatto degli errori. Sono martellato quotidianamente dalla stampa, sollecitato per dichiarazioni e interviste, ho rifiutato di andare in televisione perché sapevo che sarei stato contrapposto a gente in malafede e piena di pregiudizi.
Certo, questa ondata di antisemitismo come mai vista prima d’ora dalla fine della Seconda guerra mondiale porta con sé anche momenti di scoramento ed esasperazione ai quali non è sempre facile far fronte con lucidità. Di fondamentale importanza è riuscire a conservare l’unità al nostro interno, lasciando da parte polemiche che alimentano solo divisioni. A questo proposito sono grato al Consiglio che sta dimostrando coesione e impegno nel proprio lavoro, c’è accordo su tutto. Soprattutto in momenti come quelli che stiamo vivendo questo è estremamente prezioso.

Qual è il messaggio più forte che si sente di voler dare agli iscritti di questa sua comunità?
Il messaggio è il richiamo all’unità e a sentirsi coinvolti nel futuro corale della comunità.
Abbiamo dalla nostra tante persone che ci sostengono, nelle istituzioni e non solo.
Con nostra grandissima soddisfazione abbiamo un trend in crescita nelle iscrizioni in ogni ordine e grado della nostra Scuola, una partecipazione sempre entusiastica ai vari gruppi giovanili, una frequentazione molta attiva e partecipe alle nostre Sinagoghe, una Casa di Riposo che si pregia d’essere tra le migliori in Lombardia, un’ampia gamma di corsi, attività, lezioni per tutti i gusti e per tutte le età. Insomma siamo una Comunità viva, partecipe e desiderosa d’incontrarsi nonostante i tempi non facili.
Per rimanere in tema di attivismo e nuove iniziative stiamo pensando al futuro con diversi progetti molto importanti e di carattere strategico per la nostra Comunità. Questi, anche se in diverse fasi, sono già avviati e li stiamo portando avanti con determinazione. Mi sembra però ancora prematuro parlarne in dettaglio vista anche la complessità dei progetti stessi. Sarà sicuramente nostra premura divulgarne finalità e dettagli quanto prima.