Approvato il bilancio: ma il “buco” c’è, per colpa degli evasori

di Ester Moscati

Un quarto degli iscritti  alla Comunità non paga il proprio contributo. La cifra totale ammonta a 300.000 euro, quasi la metà del deficit. Un danno enorme per tutti. Il Budget 2020 presentato agli iscritti prevede comunque un risultato complessivo in ripresa, grazie soprattutto a lasciti ed eredità.

È un dato sconfortante: un quarto degli iscritti alla Comunità non paga il proprio contributo. E non si tratta di grosse cifre, si tratta di importi dai 60 ai 350 euro all’anno. Ma che moltiplicati per il numero degli evasori ammontano a circa 300.000 euro nel 2019 (quasi la metà del deficit!). E siccome è un dato che si ripete, costringe la Comunità a prevederlo a bilancio, incidendo pesantemente sul disavanzo. «È inaccettabile, ingiusto, inconcepibile. Sto pensando di proporre la pubblicazione dell’elenco degli evasori, come avviene in molti Paesi civili», afferma l’assessore al Bilancio Rony Hamaui di fronte all’assemblea degli iscritti, il 12 dicembre in Aula Magna “A. Benatoff” della Scuola. «Per ogni iscritto, l’UCEI trattiene 25 euro dagli importi che deve corrisponderci – interviene il presidente Hasbani – anche se quell’iscritto non paga il suo contributo, nemmeno il minimo di 60 euro. Un doppio danno. Insostenibile». E il segretario generale Alfonso Sassun rincara la dose: «Tre anni fa l’importo dei mancati contributi era di 80.000 euro, l’anno scorso 200.000 mila e quest’anno 300.000. Un trend negativo preoccupante». Si dovrà seriamente intervenire e capire le ragioni di questa incivile inadempienza, ma anche – come chiede dal pubblico Yoram Ortona – della disaffezione verso la Comunità.

È il Bilancio preventivo per l’esercizio 2020, approvato all’unanimità dalla Giunta CEM nella riunione del 20 novembre 2019, quello che è stato presentato all’Assemblea degli iscritti alla Comunità ebraica di Milano, per il parere consultivo.
Nella relazione (che trovate integralmente a questo link insieme a tutte le tabelle grafiche riassuntive) si legge che “la gestione prevede un risultato complessivo positivo, dopo poste straordinarie, pari a circa 649.000 euro. Si tenga presente che il risultato della gestione ordinaria risulta in perdita per 706.000 euro mentre i proventi della gestione straordinaria sono positivi per 1.355.000 euro ed è dovuto ad eredità, lasciati, plusvalenze e sopravvenienze. Si tratta dunque di entrate certe e note al momento della stesura del budget che si realizzeranno durante il corso del 2020.

Va sottolineato che contestualmente si prevede un risultato di esercizio positivo anche per il 2019 che, sulla base dei dati al 30 settembre, è pari a circa 1.035.000 euro. Anche in questo caso dovuto alle poste straordinarie che hanno un saldo attivo pari a 1.847.000 euro. Si segnala l’assestamento del risultato della gestione ordinaria con una perdita attorno ai 812.000 euro all’anno. Certamente sono necessarie ancora azioni di miglioramento e il consiglio intende impegnarsi in questo senso, ma i risulti conseguiti risultano comunque importanti. Un’attenta analisi dei dati ci porta però a sottolineare come questo risultato sia dovuto per buona parte al comportamento di alcuni iscritti e da alcune ‘cattive’ prassi che si sono purtroppo radicate negli anni e che ognuno di noi deve far di tutto per rimuovere”. Insomma, a fronte di alcuni generosi donatori, che si ricordano del bene comune nel momento di disporre della propria eredità, sono ancora molti coloro che non pagano i servizi di cui usufruiscono, come le rette della Scuola e della Residenza.

Alla voce Crediti elevati per servizi resi, della relazione di gestione si legge infatti: “I crediti sono generati prevalentemente da una consuetudine, non del tutto comprensibile, dei nostri iscritti e dei fruitori dei nostri servizi che tendono a non rispettare le scadenze dei pagamenti, senza informare gli uffici comunitari di eventuali sopraggiunte necessità di slittamento delle scadenze stesse; questo comportamento innesca una catena di oneri costosi. Gli interessi passivi crescono, il tempo del personale per le attività di sollecito viene sottratto ad attività a maggior valore aggiunto, il conseguente rinvio del pagamento di fornitori porta a disottimizzazioni sui servizi o al ricorso a fornitori meno competitivi. Per il recupero del credito già il precedente consiglio si era trovato costretto a ricorrere a diverse azioni, anche legali, dopo vari solleciti e inviti agli iscritti a regolarizzare le proprie posizioni, senza che però tali azioni abbiano di fatto dato i frutti sperati. Invitiamo quindi nuovamente tutti gli iscritti a rispettare scadenze e impegni presi e, ricordando uno slogan della nostra campagna di sensibilizzazione a ‘non fare alla propria comunità quello che non vorresti fosse fatto alla tua azienda’. I principali crediti della Comunità ad oggi ammontano ad Euro 926.000 e sono così ripartiti: 300.000 euro per la scuola; 626.000 euro per i contributi”.

Tuttavia, “la gestione ordinaria è stata portata ormai molto vicina al pareggio e il circolo virtuoso che si è creato non può che migliorare la situazione. Di tutto ciò va ringraziata principalmente la struttura che oggi è organizzata in maniera efficiente con procedure chiare e trasparenti sin dal momento della selezione e recruiting delle nuove risorse. L’apporto di professionalità e competenza nei diversi settori sta finalmente iniziando a dare i suoi frutti e il trend è nel segno del continuo miglioramento”.

Nel corso dell’Assemblea, presieduta da Roberto Jarach (al tavolo con il responsabile amministrativo Massimo Perseu, il presidente CEM Milo Hasbani, il segretario generale Alfonso Sassun e l’assessore al Bilancio Rony Hamaui), alla quale hanno partecipato una trentina di persone oltre a tutti i consiglieri comunitari, sono stati presentati i dati settore per settore, con i costi e ricavi che vedono “virtuosi” la Cultura e la Residenza Arzaga, con bilancio in positivo a fronte di una offerta culturale e di una assistenza eccellenti.

È stato ribadito all’Assemblea che la comunità ha acceso due mutui importanti per i quali versa un milione di euro all’anno costituiti da quota capitale e interessi, in modo da risanare la situazione nel medio periodo, ma che è stata firmata una moratoria per pagare, per un anno, solo la quota interessi e non la quota capitale con un prolungamento del mutuo, in modo da usare la differenza per estinguere un debito oneroso e risparmiare così sugli interessi passivi.

Il maggior esborso per la Comunità è costituito dal costo del lavoro: «Abbiamo 150 dipendenti, 2/3 dei quali a scuola, più 70 dipendenti di cooperative – spiega Sassun -. Nel 2018 abbiamo cambiato il contratto di lavoro, con minimi più bassi ma stanzieremo delle premialità, 18.000 euro netti per quest’anno». E Marco Grego, appena rieletto presidente della Fondazione Scuola, ha annunciato la volontà di contribuire alla premialità per la qualità dell’insegnamento.

Dopo l’approvazione del Bilancio da parte dell’Assemblea (un solo astenuto, nessun contrario), la parola è passata al pubblico. Gad Lazarov ha chiesto spiegazioni sullo stato della “crisi di governo” (vedi Bet Magazine – dicembre): dopo le dimissioni dei consiglieri di WellCommunity, il consiglio è decaduto o no? Si va alle elezioni? Anche Alberto Jona Falco e Stefano Jesurum si dicono increduli che nella prima assemblea dopo la crisi, questa non sia stata neppure citata e che non fosse all’ordine del giorno. Ma il presidente Milo Hasbani ha replicato che essendo in corso trattative molto delicate e serie per cercare a tutti i costi di non far decadere il Consiglio e per evitare le elezioni, si è deciso di non parlarne per non compromettere l’esito delle trattative stesse.