Parashà della settimana

Le spie a Cana'an

Parashat Shelach Lekhà. L’errore delle spie a Cana’an

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
La storia delle spie è una delle più tragiche dell’intera Torah.  Dodici spie vengono scelte per visitare la terra di Cana’an e riportare una relazione al riguardo: la gente è numerosa o piccola, forte o debole?  Com’è la terra stessa?  Il terreno è fertile?  Fu anche detto loro di portare un po ‘di frutta.

Nella parashat Nasò si parla dei Cohanim

Parashat Nasò, la benedizione divina

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Quando si arriva alla parashà di Naso, la più lunga fra tutte, indubbiamente la nostra attenzione viene catalizzata dalla presenza dalla formula della benedizione dei Cohanim, della Birkat Cohanim.

Parashat bemidbar

Parashat Bemidbar

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Il libro dei Numeri che cominceremo a leggere questa settimana si apre con questa espressione: “ E Dio parlò a Mosè nel deserto del Sinai nell’Ohel Moed (la tenda della radunanza)…”. Se prima dell’Ohel Moed Dio incontrava Moshè e quindi gli ebrei per mezzo degli eventi della Storia, dall’Ohel Moed in poi il loro incontro è privato, salvaguardato ed indipendente dalla Storia.

Parashat Bekhukotai

 

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Il Signore promette che se il popolo d’Israele osserverà i Suoi comandamenti, essi godranno di prosperità e vivranno nella loro terra in pace. Il Signore ammonisce che colui il quale si azzardi a rescindere il patto stretto con Dio sarà punito con l’esilio, persecuzioni e altre pene. Ciononostante, “Anche quando essi si troveranno in terre nemiche, Io non li rinnegherò né li aborrirò per distruggerli…poiché Io sono il Signore, loro Dio”.

una parashà

Parashat Emòr. La santità dello Shabbat

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
C’è qualcosa di unico nel modo in cui la parshat Emòr parla di Shabbat. Lo chiama “mo’ed” e “mikra kodesh” anche se, nel significato regolare di queste parole, non è né l’uno né l’altro. Quando la Torah usa queste parole in modo univoco in questo capitolo per applicarsi allo Shabbat e alle feste, si concentra sull’incontro tra Dio e l’umanità nell’arena del tempo.

 

una parashà

Parashat Emòr. La santità dello Shabbat

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
C’è qualcosa di unico nel modo in cui la parshat Emòr parla di Shabbat. Lo chiama “mo’ed” e “mikra kodesh” anche se, nel significato regolare di queste parole, non è né l’uno né l’altro. Quando la Torah usa queste parole in modo univoco in questo capitolo per applicarsi allo Shabbat e alle feste, si concentra sull’incontro tra Dio e l’umanità nell’arena del tempo.

Parashat kedoshim

Parashat Kedoshim

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
“Siate Santi, perché Io, il Signore vostro Dio, sono santo.” Levitico 19,2. È interessante, in questo versetto, il cambio tra un comandamento al plurale, “Siate santi, (kedoshim)” e la contestualizzazione, al singolare, di questo stesso comandamento: “Perché Io il Signore vostro Dio, sono santo,(kadosh).”

La morte dei figli di Aronne, di cui si parla nella Parashat Achrei Moth

Parashat Acharei Mot

Per essere Jacob, dobbiamo rilasciare e abbandonare l’Esaù dentro di noi, l’impulsività che può portarci a vendere il nostro diritto di nascita per una scodella di zuppa, perdendo l’eternità nella ricerca del desiderio.

Parashat Metzorà

Parashat Metzorà. Il potere delle parole

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
L’ebraismo, come le altre religioni, ha luoghi sacri, persone sante, tempi sacri e rituali consacrati. Ciò che rendeva diverso l’ebraismo, tuttavia, è che è una religione di parole sante. Con le parole Dio creò l’universo: “E Dio disse:” Sia là … e ci fu “. Attraverso le parole Egli comunicò con l’umanità. Nel giudaismo, il linguaggio stesso è santo. Questo è il motivo per cui lashon hara, l’uso del linguaggio per danneggiare, non è semplicemente un reato minore.