Feste/Eventi
Come nel sogno di Giacobbe, una scala di angeli-messaggeri unisce la Diaspora a Israele
di Daniel Sibony
Parla Daniel Sibony, saggista e psicanalista
Diaspora, il delicato equilibrio delle identità multiple
di Ilaria Ester Ramazzotti e Marina Gersony
Premio Aurelia Josz Milano, un successo all’insegna dell’incontro
Il tema del concorso era “L’incontro” e per festeggiarlo degnamente , la giuria ha ospitato la cooperativa Versoprobo che, seguendo l’esempio di Aurelia Josz, si occupa di accoglienza e istruzione dei più deboli in molti campi, dall’agricoltura, alla cucina …alla fotografia.
Mercoledì 21 giugno la premiazione del Premio Aurelia Josz Milano
Mercoledì 21 giugno alle 17:00 presso il museo botanico Aurelia Josz in via Rodolfo Margaria 1, Milano si terrà la premiazione della seconda edizione del Premio Aurelia Josz Milano. Parteciperà Pierfrancesco Maran, assessore del Comune di Milano a urbanistica, verde e agricoltura.
Aurelia Josz
Aurelia Josz (nella foto) fu un’eccezionale figura femminile del ‘900 e figura di riferimento della cultura milanese, ebrea morta ad Auschwitz nel 1944.
Fu la prima donna a fondare, nel 1902, la prima Scuola Pratica Femminile di Agricoltura. Situata presso l’Orfanotrofio della Stella di Milano, la scuola fu successivamente trasferita nel quartiere di Niguarda, proprio nell’area intorno a Villa Lonati dove oggi ha sede il Settore Verde e Agricoltura del Comune e dove è nato e si è sviluppato il Museo Botanico.
Il concorso 2017
Il Concorso di quest’anno prevedeva TRE SEZIONI:
1) Poesia inedita in lingua italiana (ogni autore potrà concorrere con una o al massino tre poesie);
2) Racconto breve inedito in lingua italiana con il limite indicativo e non tassativo di 10.000 battute/ 5 cartelle;
3) Fotografia
Il tema di quest’anno è Incontri.
“Com’è bello, l’inverno, chiacchierare accanto al fuoco,
sopra un divano morbido, pieni di cibo, e dire
bevendo un vinellino dolce e sgranocchiando ceci:
“ Di dove sei? Come ti chiami? E dimmi un po’ l’età?
Quanti anni avevi quando venne il Medo?”. “
“Non svelarono agli uomini gli dei tutti i segreti:
sono migliori gli esiti di una ricerca lunga”.
(Senofane)
Il Concorso è destinato a tutti gli studenti tra i 15 e i 19 anni e agli adulti dai 19 anni in su.
I primi classificati di ogni categoria riceveranno un premio pari a 200 €.
AMATA, un galà per i 15 anni e un premio alla neurochirurgia
Un’atmosfera calorosa e partecipata nella cornice glamour di Palazzo Parigi. Una festa che celebra Tel Aviv ma anche Milano e la sua eccellenza in ambito medico. Un evento, tenutosi il 15 giugno, con cui si è voluto premiare come uomo dell’anno 2017, il neurochirurgo Maurizio Fornari, e dove si sono spente le 15 candeline che festeggiano l’anno di nascita di AMATA Italia.
Un parterre di amici, collezionisti d’arte, scrittori come Antonia Arslan, figure istituzionali come Eldad Golan, attachè culturale dell’ambasciata d’Israele, l’Assessore alla Cultura del Comune, Fabrizio del Corno e Ada Lucia de Cesaris, ex vice sindaco di Milano, o ancora Pier Gaetano Marchetti, Presidente della Fondazione Corriere della Sera. I tanti mondi milanesi che si incontrano e si abbracciano grazie al talento social di Anna Sikos, Presidente AMATA e patronessa della vivace serata, un successo che ha visto il contributo e l’impegno di tutti, da Jean Blanchaert, vice Presidente AMATA, al board e comitato organizzatore (Luisa Grego, Emma Treves, Lisa Wenger, Ariel dello Strologo, Fabio Aghion…), fino a Marina Gersony. Presente anche il co-presidente della Comunità Ebraica di Milano Raffaele Besso. In tutto circa 160 ospiti per un galà accompagnato non solo da discorsi ufficiali ma anche da momenti di calda convivialità, salutato da danze e accompagnamento musicale di Franco Zerilli. Insomma, un galà di beneficienza che ha saputo diventare, cosa piuttosto rara, una vera festa piena di partecipazione e empatia. Come diceva Jean Paul Sartre, per penetrare l’anima di una città devi conoscere i suoi mercati, i suoi salotti, il suo modo di gioire e fare festa.

15 anni in nome del Museo di Tel Aviv
Nel suo discorso, Anna Sikos ha rievocato i 15 anni di impegno profusi per far conoscere il nome e per sostenere uno dei più bei Musei di Israele, certamente uno dei poli più attrattivi e prestigiosi in fatto di arte contemporanea. Jean Blanchaert ha raccontato le varie collezioni d’arte presenti al suo interno soffermandosi sull’eccezionalità del patrimonio di opere donato o acquisito dal Museo di Tel Aviv dal 1935, anno di nascita, ad oggi, grazie al merito di direttori come Suzanne Landau e dei suoi predecessori: Klimt e Chagall, Picasso e Kandinski, Van Gogh, Rothko, Pollock… senza contare l’affondo sugli artisti contemporanei israeliani, e infine le mostre temporanee (da Vik Muniz a Ron Gilad a Fiona Tan…). Non potendo presenziare di persona come fa di consueto, il sindaco di Tel Aviv, Ron Huldai, ha mandato un video di auguri pieno di affetto e partecipazione per una delle istituzioni museali più amate e seguite di Israele.
Infine il discorso dell’uomo dell’anno 2017, ossia Maurizio Fornari, migliaia e migliaia di interventi chirurgici al cervello e alla colonna vertebrale, un’eccellenza riconosciuta internazionalmente. Con umorismo e eleganza, Fornari ha rievocato i suoi anni di studio e tirocinio, le varie esperienze professionali in giro per il mondo, dall’ospedale Mount Sinai di New York al Besta e oggi all’Humanitas. Ha ricordato gli affetti familiari, la sorella più grande e quella più piccola, il padre, il grande psicoanalista Franco Fornari e ha infine reso un appassionato e pubblico omaggio alla moglie Silvia, sua compagna di vita da quasi 40 anni.
Insomma, una festa della creatività, dell’intelligenza e dell’impegno al servizio del dialogo. Perché questo è il messaggio con cui l’Associazione del Museo d’Arte di Tel Aviv promuove anche quest’anno per la comprensione e la pace fra i popoli attraverso l’arte e la cultura. Iniziative come quella che si è svolta in occasione della recente commemorazione del Presidente Shimon Peres presso la Sala Alessi a Palazzo Marino.

Il Premio “Uomo dell’anno”
Tra le attività di maggior rilievo dell’Associazione, giunta alla sua quindicesima edizione, è l’assegnazione del premio “Uomo dell’anno” nel corso di una serata di gala a personalità che si siano particolarmente distinte nei diversi campi della cultura e del sapere.
Nel corso delle precedenti edizioni il premio è stato conferito a uomini come Germano Celant, Don Colmegna, Umberto Eco, Daniel Libeskind, Zubin Mehta, Amos Oz, Arnaldo Pomodoro, Elie Wiesel e altri alla presenza del Sindaco di Milano e del Sindaco di Tel Aviv. Milano e Tel Aviv, città gemellate, sono animate da rapporti di fratellanza e di collaborazione in molti settori – urbanistico, economico-commerciale, culturale, accademico, turistico, sportivo – e contraddistinte da analoghi ideali e metodi di convivenza democratici.
Quest’anno l’Associazione A.M.A.T.A ha deciso di premiare Maurizio Fornari responsabile della Neurochirurgia di Humanitas Neuro Center ed eccellenza italiana conosciuta in tutto il mondo. Fornari ha eseguito oltre 10.000 interventi di chirurgia spinale e cerebrale ed è leader riconosciuto nello sviluppo della chirurgia spinale informatizzata (Tac computer assistita).
Il Museo d’Arte di Tel Aviv, a cui andranno i proventi della serata, è considerato nel mondo dell’arte una guida per il contemporaneo. Il museo venne fondato da Meir Dizengoff, il primo sindaco della città, che lasciò in eredità ai cittadini le seguenti parole: «Ho dato una gran parte della mia vita a questa città e adesso che mi congedo da voi, affido a voi, miei giovani eredi, il figlio della mia veneranda età. Il Tel Aviv Museum, curatelo, perché porta con se la benedizione, perché porterà onore e orgoglio alla nostra città». (Dal testamento di Meir Dizengoff, 11 Gennaio 1935).
Un Talmud per chi? Il 14 giugno a Roma una giornata di studi
Il 14 giugno 2017 all’Università La Sapienza di Roma si terrà un’importante giornata di studi sul tema “Un Talmud per chi? Storia difficile di un libro difficile”.
La giornata di studi si propone di avviare una riflessione a carattere storico- scientifico su Progetto Traduzione Talmud Babilonese, presieduto da Rav Riccardo Di Segni, ideato e diretto da Clelia Piperno, finanziato dal MIUR e realizzato grazie alla collaborazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Unione delle Comunità Ebraiche italiane. Questo lavoro consentirà nel giro di pochi anni di mettere integralmente a disposizione dei lettori, ebrei e non, per la prima volta nella nostra lingua, uno dei testi fondativi dell’ebraismo.
Storia del Talmud in Italia
La storia della pubblicazione del Talmud in Italia è complessa e affascinante. La prima edizione completa dal Talmud babilonese , fu stampata a Venezia da Daniel Bomberg negli anni 1520-23 ed era in ebraico. Allo stesso tempo, però, proprio il Cinquecento italiano vide una campagna denigratoria e censoria contro questo testo: prima il rogo del 1553, poi le continue condanne inquisitoriali fino alla definitiva inclusione nell’Indice nel 1596. Gli studi più recenti hanno dimostrato che, nonostante le oggettive difficoltà, gli ebrei continuarono a studiare e leggere il Talmud nei ghetti dell’Italia moderna e i cristiani a interessarsene, incuriositi da una cultura altra ma vicina.
Il Progetto Talmud oggi
Altrettanto articolata è la configurazione del progetto in corso. Al centro, l’intuizione di trasformare un lavoro ad alta valenza culturale e religiosa in un progetto di Information Technology, secondo le linee guide indicate dalla direttrice. La traduzione del Talmud non è stata semplicemente demandata ai traduttori ma è stato costruito e programmato un software rivoluzionario che ad oggi non trova eguali nel mondo. Questo software dal nome esplicativo Traduco è il cuore del progetto. Si tratta di un software che ha visto l’intervento di altissimi specialisti di linguistica computazionale e programmatori informatici e che ha permesso di creare una rete di traduttori che in contemporanea sulla piattaforma cloud hanno insegnato al programma la traduzione. Le possibilità innovative aperte da questa collaborazione tra studiosi di area umanistica e di area scientifica verranno discusse in un laboratorio con gli studenti che, nella seconda parte della mattinata, vede coinvolta in prima persona la prof.ssa Piperno.
Il Convegno si svolge il 14 giugno 2017 e intende rendere visibile alla comunità scientifica e presentare a docenti e studenti la nuova pubblicazione, spiegarne l’uso e il ruolo nella storia culturale italiana a partire dalle complesse vicende di trasmissione del testo in età moderna.
La giornata di studi è promossa dal Corso di Alta formazione in Storia ebraica – storia generale. Formazione, ricerca, didattica, attivato nel Dipartimento di Storia Culture Religioni della Sapienza e diretto dalla prof.ssa Marina Caffiero.
14 giugno 2017, ore 9-13
Sapienza – Università di Roma
Facoltà di Lettere e Filosofia
Aula Odeion
“Giuda mio padre”, un nuovo libro su un personaggio scomodo
di Roberto Zadik
Proprio questo personaggio ma soprattutto il suo figlio, del quale non si parla da nessuna parte, sono al centro dell’interessante romanzo “Giuda mio padre” di Miriam D’Ambrosio (104 pp, Pellegrini Editore, 10 euro)
Tutto esaurito per la quarta edizione di Limmud Italia (2-4 giugno a Firenze). Hai parteciperato? Mandaci il tuo racconto!
Sold out per la quarta edizione di Limmud Italia, tre giorni di educazione ebraica con Shabbaton. La quarta edizione di LIMMUD ITALIA (2-4 giugno a Firenze) ripropone la collaudata esperienza britannica per fare un passo avanti nel vostro cammino ebraico.
Limmud Italia Day è un multi-seminario di tre giorni articolato in un ventaglio di sessioni
offerte in contemporanea. Limmud si ispira al Limmud Conference Inghilterra e si fonda sul principio: “Tutti hanno qualcosa da imparare, tutti hanno qualcosa da insegnare” e ogni partecipante può essere un relatore!
Quest’anno la formula si è ampliata, con l’organizzazione di uno Shabbaton.
Kesher, una serata fra ebraismo e religioni orientali partendo dall’anima e dalla spiritualità
di Roberto Zadik
Che cosa ne pensa la Torah e il pensiero ebraico e quali sono i limiti halachici e concettuali nel rapporto fra ebraismo filosofie orientali?