Cultura e Società

Filosofia ebraica? Parliamone

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Ha senso in generale parlare di “filosofia ebraica”? Naturalmente sì, se ci riferiamo a una tradizione che si è definita chiaramente in questo modo e va indietro fino a Filone d’Alessandria, e passando per Maimonide, Spinoza e Mendelsohn arriva ai grandi nomi del Novecento, da Cohen a Rosenzweig a Lévinas: una filosofia non solo fatta da ebrei, ma che si vuole ebraica nei contenuti e nello scopo.
Nondimeno esiste una certa difficoltà nel parlare di “filosofia ebraica”, e forse vale la pena di discutere di questo problema. Esso va posto in due direzioni: può esistere una filosofia che sia ebraica invece che – diciamo – protestante o cattolica, italiana o americana? Ed esiste un pensiero davvero ebraico che possa dirsi filosofico?

Fantasy in ebraico

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La letteratura fantasy sbarca in Israele. E rischia di oscurare la fama di Harry Potter. Un ragazzino del Negev, coinvolto
suo malgrado in un conflitto iniziato tremila anni fa fra Sodoma
e Gomorra, vittima di un re babilonese menzionato dalla Bibbia e
da antichissimi testi cuneiformi, è l’eroe di un nuovo romanzo
israeliano che sta destando attenzione non solo nel pubblico ma
anche in ambienti accademici perché rappresenta uno dei primi
tentativi di scrivere letteratura fantasy in lingua ebraica.
Stampato in economia dalla piccola casa editrice Ahuzat
Bayit di Tel Aviv, il libro è uscito a settembre e ha venduto
diverse migliaia di copie. Ha ricevuto critiche positive ed è
stato oggetto di un dibattito in una Bibilioteca di Tel Aviv.

Solo menzogne

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Finisce ingloriosamente in frantumi l’operazione legata al libro Pasque di sangue. L’autore, sommerso dalle critiche e smentito da tutti gli studiosi competenti, che hanno distrutto la credibilità dell’opera, ha deciso di fermare la distribuzione della sua ricerca e si ripromette ora di lavorare per apportare importanti correzioni al volume.
I proventi, ha annunciato, saranno in ogni caso devoluti all’organizzazione antirazzista Antidefamation League. La risoluzione è pervenuta dopo una dura smentita del suo operato da pare dell’università Bar Ilan, dove lo storico Ariel Toaff insegna.
Il presidente dell’ateneo israeliano, Moshe Kaveh, che ha avuto un lungo colloquio con l’autore del libro – in una sua nota ha espresso “collera e grande dispiacere” nei confronti dello storico “per la sua mancanza di sensibilità nel pubblicare il suo libro sulle istigazioni di sangue in Italia”. “Il professor Toaff – ha aggiunto l’Università – avrebbe dovuto dimostrare maggior sensibilità e prudenza nel gestire il libro e la sua pubblicazione, in modo da prevenire le recensioni e le interpretazioni distorte e offensive”. Ed ha invitato il professore – che tra pochi anni dovrebbe andare in pensione – “vista la entità del danno provocato al popolo ebraico”, ad assumersi “le responsabilità personali del caso e ad adoperarsi per riparare i danni provocati”.

Sangue sulla Storia

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La notorietà ha il suo prezzo. E talvolta per raggiungerla si arriva a commettere azioni poco meditate. Anche la ricerca scientifica ha il suo prezzo: richiede rigore, trasparenza, coraggio di dire cose scomode. L’indegna paginata del Corriere della Sera che pubblicizza il nuovo libro dello storico Ariel Toaff (Pasque di sangue, il Mulino editore) ha rappresentato un episodio inquietante, aberrante soprattutto dal punto di vista di chi fa informazione. Un libro estremamente controverso e provocatorio, che mira a sostenere come alcuni ebrei nel medioevo abbiano effettivamente compiuto omicidi ammantandoli di pratiche rituali, che insinua il sospetto che il beato Simonino di Trento fu effettivamente trucidato e dissanguato da quegli ebrei che sul finire del XV secolo furono torturati e poi uccisi in massa; è stato presentato in una maniera indegna.

La necessità di raccontare

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Scrittore, poeta, intellettuale che sfugge a ogni definizione. Miro Silvera continua il suo viaggio all’interno del mondo della letteratura vista con gli occhi delle sue esperienze ebraiche. E continua a sostenere la necessità di raccontare.
In un intervento tenuto ad Amsterdam in occasione del convegno sulla Letteratura degli ebrei italiani e organizzato da Raniero Speelman dell’Università di Utrecht, Silvera ha portato assieme a studiosi e letterati come Giorgio Pressburger ed Elena Loewenthal, un intervento sul bisogno di scrivere degli ebrei in qualche modo legati alla cultura o all’identità italiana.

Sogni, miracoli e matrimoni

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C’è un imprenditore, un ebreo milanese, interessato ad acquistare Alitalia. Si dice convinto di poter rimettere in pista e risanare la disastrata compagnia aerea nazionale. Se il suo progetto andasse in porto sarebbe certo un piccolo miracolo. E non a caso il Fondo d’investimento che rappresenta è noto con il nome di Dreams and Wonder, Sogni e miracoli. Ma un fulminante episodio tratto dalla vita leggendaria del Rabbi Yossi ben Halafta (secondo secolo dell’era volgare) e riferito nel Midrash Rabba (capitolo 64:8) ci aiuta a comprendere che i veri e grandi miracoli, anche nei giorni attuali, non sono quelli che fanno volare gli aerei.