Sogni, miracoli e matrimoni

Opinioni

 

C’’è un imprenditore, un ebreo milanese, interessato ad acquistare Alitalia. Si dice convinto di poter rimettere in pista e risanare la disastrata compagnia aerea nazionale. Se il suo progetto andasse in porto sarebbe certo un piccolo miracolo. E non a caso il Fondo d’investimento che rappresenta è noto con il nome di Dreams and Wonder, Sogni e miracoli. Ma un fulminante episodio tratto dalla vita leggendaria del Rabbi Yossi ben Halafta (secondo secolo dell’era volgare) e riferito nel Midrash Rabba (capitolo 64:8) ci aiuta a comprendere che i veri e grandi miracoli, anche nei giorni attuali, non sono quelli che fanno volare gli aerei.

Una matrona romana, si legge nella colossale, vulcanica opera che raccoglie innumerevoli racconti e leggende ebraiche, si rivolge al grande rabbino riconoscendo che il Creatore ha fatto il cielo e la terra, ha consentito l’esistenza degli esseri umani, degli animali, delle piante. Bene, domanda la matrona. Ma se l’opera della creazione è ora completata, di cosa si occupa ormai il Creatore? Forse si annoia?

La domanda appare ingenua solo a prima vista. In realtà presenta tutte le insidie del nostro confronto contemporaneo con la cultura dominante e con le sfide che questa ci pone. E lo fa perché sottintende tutti i ragionamenti che vorrebbero relativizzare e storicizzare la presenza ebraica nella società attuale.

L’identità di cui siamo portatori è un fatto concluso, esaurito, in un certo modo superato?

Oppure costituisce una sfida perenne, che si rinnova quotidianamente.
La risposta di Rabbi Yossi è molto chiara: la creazione, spiega il Maestro, non è conclusa. Dopo aver completato la Creazione, il Creatore compie un nuovo miracolo, forse il più difficile e inesaudibile: combina le unioni fra gli esseri umani. In poche parole: combina i matrimoni, li rende possibili.

Il midrash prosegue raccontando come la matrona romana cerchi, ovviamente senza successo, di sperimentare se stessa nel ruolo che il Rabbi Yossi attribuisce all’Eterno. Le coppie che cerca di formare a tavolino la ricca signora non possono funzionare, l’alchimia miracolosa non ha effetto. Solo allora la matrona si arrende e riconosce l’evidenza, riconosce che il nostro miracolo è una fonte perenne, non una sorgente ormai esaurita.

Questa riflessione è di grande attualità. E non solo perché la primavera ormai è alle porte.

E’ importante per comprendere cosa sta succedendo nelle nostre comunità, dove si torna da più parti a parlare delle problematiche connesse ai matrimoni misti.
E’ importante quando ci accostiamo all’azione di gruppi di giovani coraggiosi come quelli del Jcorner (di cui Mosaico racconta diffusamente nello spazio del servizio speciale).

E’ importante quando ci troviamo di fronte ai risultati di indagini sociologiche che ci sorprendono, affermando come un alto tasso di unioni miste siano votate al fallimento non per le ovvie problematiche connesse all’educazione dei figli, ma per una certa artificiosità dell’alchimia che non funziona.

La questione, ovviamente, si può vedere da diversi punti di vista. Ma una piccola, antica minoranza che vuole sopravvivere in un mondo sempre più complesso e globalizzato, non può sottrarsi a questa riflessione.

Ha il dovere di interrogarsi.

Avvertendo la matrona romana, Rabbi Yossi ha avvertito tutti noi. Nel miracolo dell’alchimia che unisce le persone sta il segreto della nostra vita e della nostra sopravvivenza.

Guido Vitale (direttore@mosaico-cem.it)