di Ester Moscati
Onnivoro sì ma anche responsabile. L’uomo è ciò che mangia, oggi più che mai. E che cosa c’è di più ebraico che adottare scelte e comportamenti etici in fatto di cibo? Nel libro-inchiesta di Safran Foer c’è ancora di più: l’impegno a salvare l’intero Pianeta
Libri
La bestia umana che è in noi
di Ester Moscati
Gian Antonio Stella ripercorre la storia del disprezzo. La creazione del nemico. Lodio antico per laltro da sé, la paura atavica del barbaro. Il razzismo è un male che sembra eterno. Siamo tutti altro rispetto a qualcuno; tutti diversi, per chi vuole appiccicare etichette sugli uomini, e ci va bene che la marcatura a fuoco è caduta in disuso. Ma mica da tanto. Nellaffresco dipinto da Stella, attraverso le pagine dense di un libro che non risparmia nessuna presunta, autocelebrata, civiltà, le reti oscure del medioevo con i suoi pregiudizi, le fobìe e le follie, si stendono ben oltre il secolo dei Lumi, scavalcano le epoche e le scoperte scientifiche.
La notte tace
Come possono coesistere la poesia e lorrore di Auschwitz? E come può larte, massima espressione di libertà dellindividuo, parlare della Shoah, di quel male radicale in cui la coscienza individuale è stata annichilita? Questa raccolta di poesie offre per la prima volta in traduzione italiana una ricca panoramica del modo in cui la Shoah è stata rappresentata ed elaborata in ebraico, la lingua del popolo che si voleva annientare.
La notte tace. La Shoah nella poesia ebraica
A cura di Sara Ferrari. Prefazione di David Meghnagi, direttore del Master Internazionale in didattica della Shoah, Università Roma Tre. Con una presentazione del Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini. Edizioni Salomone Belforte & C.
In occasione del 10° Giorno della Memoria, sarà presentato a Milano Lunedì 25 gennaio, alle ore 21, al Crt-Teatro dellArte, viale Alemagna 6, a cura di Salomone Belforte editori e Associazione Italia Israele di Milano
L’ineluttabile sequenza degli eventi
La storia di un’emancipazione sofferta e tragica. Marcus studia in un buon college, a pochi passi da casa, è sereno, consapevole, responsabile. Ma la paura per la sua sorte rende il padre oppressivo fino alla paranoia. Non da una Jiddische mame, in questo caso, ma dalla follia paterna Marcus fugge, rifugiandosi in un campus del Midwest bigotto, razzista e anchesso a suo modo folle, nellassurdità delle regole, nella psicopatologia della vita quotidiana. E la follia è una condanna da cui Marcus non riesce ad emanciparsi.
Philip Roth, Indignazione, Einaudi, pp.136, euro 17,50.
Anime vagabonde in cerca di un sorriso
“Solo per uno scherzo del destino questo libro lo scrivo in italiano: la verità è che sarei potuto nascere in almeno tre altri diversi paesi. Così parla Gad Lerner, giornalista, scrittore, 55 anni, alludendo a tutte le altre vite possibili che, alla stregua di molti ebrei, avrebbe potuto vivere se solo la casualità avesse dipanato il filo della Storia in modo diverso. Altri luoghi, altri destini. Dalle pendici dei Carpazi ad Aleppo, da Boryslaw-Leopoli in Galizia, – città queste mutilate per sempre della loro rigogliosa civiltà ebraica-, fino alla luminosa Beirut di ieri e di oggi, Beirut col suo splendore agonizzante, città fin troppo favoleggiata ma incapace di redimersi da catene di lutti e lotte intestine. E infine Tel Aviv, Varsavia, la Milano degli anni 50. Quelle che Lerner racconta nel suo nuovo libro sono storie di ebrei in sospeso tra cosmopolitismo e miseria provinciale, anime in viaggio lungo i sentieri tortuosi dEuropa e Oriente, tra memorie malvagie o compassionevoli, quasi sempre struggenti.
Come un diamante
Dalla provincia alla scintillante Parigi, per amore di Sacha. È urgente e fiammeggiante. Una memoria che germina in narrazione di immagini potenti, magari senza la consequenzialità ordinata di un romanzo classico, ma con lintensità che solo le esperienze vissute in profondità possono avere. È una scoperta felice
Non smetteremo mai di danzare
Le storie mai raccontate dei martiri dIsraele, in un libro del giornalista Giulio Meotti.
Rievocare le vittime, raccontarle come se formassero una catena esistenziale indissolubile, per me era lunico modo per non lasciarle andare via. Leggere questi racconti è un atto di solitudine volontaria contro labbandono di cui furono vittime queste migliaia di giovani e vecchi, bambini e infanti, donne e uomini. Queste parole, scolpite nellintroduzione del suo nuovo libro, danno il segno di cosa abbia significato per Giulio Meotti scrivere il suo Non smetteremo di danzare: le storie mai raccontate dei martiri di Israele (edizioni Lindau)
Il pesciolino e lo squalo
della Cultura Ebraica, il Museo Ebraico di Roma presenta “Quando il pesciolino e lo squalo sincontrarono la prima volta”, di Gilad Shalit