Adolf Eichmann in Argentina: alla sua sinistra Gerhard Klammer, colui che portò alla sua cattura

Svelata l’identità di chi fece catturare Eichmann

di Nathan Greppi

In anni recenti la storia di come venne scovato e catturato dal Mossad è stata riscoperta dal grande pubblico dopo che nel 2018 uscì su Netflix il film storico Operation Finale. Tuttavia, finora non era mai stata resa pubblica l’identità di colui che fece catturare Adolf Eichmann, l’ufficiale delle SS che fu tra gli architetti della Shoah e che nel 1962 venne giustiziato in Israele (nella foto segnato dal cerchio rosso). Ma di recente, dopo quasi sessant’anni dalla sua morte, si è finalmente scoperta l’identità dell’informatore che ha fatto in modo che venisse individuato in Argentina, dove si era nascosto e il Mossad lo catturò per processarlo in Israele.

Una lunga inchiesta pubblicata il 20 agosto sul quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung ha rivelato l’identità di chi ha permesso la cattura di Eichmann: Gerhard Klammer, un geologo tedesco che nel 1950 era giunto in Argentina in cerca di fortuna (nella foto alla sinistra di Eichmann). Negli anni ’50 viveva nella città argentina di Tucuman, dove lavorava per un’azienda edilizia, la Capri, dove si ritrovò come collega proprio Eichmann, che si nascondeva nel paese sotto il falso nome di Ricardo Klement. L’ex-SS gli avrebbe rivelato la sua vera identità, e Klammer, che di nascosto era stato ostile al nazismo, tentò senza successo di denunciarlo anonimamente: infatti, Eichmann godeva del sostegno di gran parte degli immigrati tedeschi in Argentina, mentre nella Germania Ovest molti nazisti venivano reintegrati nelle istituzioni.

All’inizio degli anni ’60, dopo il fallimento della compagnia per cui lavoravano, Eichmann si sarebbe trasferito nella capitale Buenos Aires, mentre Klammer tornò in Germania: qui, si confidò con un suo amico pastore al quale rivelò ciò che sapeva sull’ufficiale delle SS. Insieme, i due rivelarono tutto al procuratore ebreo Fritz Bauer. Bauer aveva già avuto una segnalazione in merito da un ebreo tedesco che viveva in Argentina, la cui figlia usciva col figlio di Eichmann. Bauer andò in Israele per segnalare a sua volta tutte queste informazioni al Mossad, che iniziò a fare le indagini che avrebbero portato alla cattura di Eichmann.

Riguardo alla testimonianza dell’ebreo in Argentina, essa non fu ritenuta molto credibile dato che questi era cieco (nel film gli veniva comunque erroneamente attribuito il merito della scoperta, ndr): tuttavia, le cose cambiarono quando Bauer portò al Mossad una foto dei lavoratori della Capri, tra cui Eichmann e Klammer. In questo caso, tuttavia, all’inizio dovette fornire una foto incompleta, in quanto Klammer compariva proprio a fianco di Eichmann e se ne voleva proteggere l’identità. Klammer volle fino alla fine mantenere il suo anonimato, nel timore di ritorsioni: durante il processo, fu invitato a venire in Israele, ma rifiutò. Morì nel 1982, senza che nessuno, a parte poche persone a lui vicine, sapesse del suo ruolo nella cattura di quello che viene chiamato “l’architetto dell’Olocausto”.