Georges Bensoussan

Libertà di espressione: Georges Bensoussan assolto dalle accuse di islamofobia

di Marina Gersony
Assolto definitivamente Georges Bensoussan. La Corte di Cassazione ha respinto lo scorso 17 settembre le accuse di «incitamento all’odio» e «islamofobia» contro lo studioso ebreo francese di origine marocchina, trascinato in due gradi di giudizio negli ultimi anni: un’assoluzione pronunciata a suo favore in primo grado (processo di 25 Gennaio 2017) e in appello (29 marzo 2018). Una vera e propria sconfitta per gli avversari della libertà di espressione.

Ma ripercorriamo i fatti di quello che qualcuno ha definito l’Affaire Bensoussan: durante un dibattito radiofonico nel 2015, lo storico affrontò la questione dell’antisemitismo contemporaneo in Francia affermando che «nelle famiglie arabe, tutti sanno, ma nessuno ammette, che l’antisemitismo è trasmesso attraverso il latte materno», riferendosi in particolare ai musulmani delle banlieue parigine. (Le rivolte del 2005 nelle banlieue francesi sono iniziate a Clichy-sous-Bois il 27 ottobre 2005. In seguito il fenomeno si è esteso anche ad altre città della Francia. Nell’insieme, le tre settimane di sommosse costituiscono la rivolta più importante in Francia dal maggio del 1968).

La frase di Bensoussan sollevò a suo tempo un polverone che gli costò accuse pesantissime con tanto di querele da parte di alcune associazioni antirazziste tra cui la Ligue des droits de l’Homme (LDH) e del Collectif contre l’islamophobie en France (CCIF). Seguirono anni di afflizione e di tormento per il direttore editoriale del Mémorial de la Shoah e fra i massimi studiosi di antisemitismo e Medio Oriente che – nonostante avesse ripetutamente cercato di chiarire che si trattava semplicemente di un’espressione figurata riferita a un pregiudizio culturalmente diffuso – fu denunciato dalle grandi associazioni per istigazione all’odio razziale. Senza contare, come scrive Le Figaro, che la frase «incriminata» venne pronunciata soltanto pochi mesi dopo gli attacchi contro Charlie Hebdo e considerando che dall’inizio degli anni 2000 una dozzina di ebrei francesi furono assassinati da alcuni seguaci della dottrina islamica.

In questi anni di accuse e polemiche che si sono tradotte in un vero e proprio linciaggio morale e professionale nei confronti dello studioso, diverse personalità pubbliche e numerosi esponenti della comunità ebraica francese hanno espresso la loro solidarietà nei suoi confronti, denunciando il crescente antisemitismo e gli atti di violenza in Francia compiuti da giovani musulmani. Lo stesso Alain Finkielkraut che partecipò alla trasmissione radiofonica nel corso della quale fu pronunciata la fatidica frase, prese le difese di Bensoussan testimoniando in suo favore: «Se i giudici cedono, sarà una catastrofe intellettuale e morale», ammonì il noto filosofo.

VideoAlain Finkielkraut sur le procès de Georges Bensoussan