Jakub Klepek, amico di Yaron Lishinsky, vittima dell’attentato a Washington, racconta: “Ho perso un fratello”

Personaggi e Storie

di David Zebuloni
“Qui è tutto fantastico, davvero, proprio come avevo sognato. Sto lavorando ad alcuni progetti molto interessanti, soprattutto riguardo gli Accordi di Abramo e i processi di normalizzazione. Sono colmo di gratitudine. Ho anche una nuova fidanzata, quindi la mia vita non è affatto male”. Questo è stato l’ultimo messaggio inviato da Yaron Lishinsky (a sinistra nella foto) al suo caro amico Jakub Klepek (a destra). Questa notte Yaron, 30 anni, e la sua compagna Sarah Lynn Milgram, 26 anni, sono stati assassinati in un attacco terroristico a colpi d’arma da fuoco davanti al Museo Ebraico a Washington. Entrambi lavoravano presso l’ambasciata israeliana della capitale americana.

“Ho conosciuto Yaron per la prima volta all’università Reichman a Herzlya, dove abbiamo frequentato insieme un master in Scienze Politiche”, racconta Jakub con voce tremante, ancora incapace di credere alla tragedia che lo ha colpito. “Io ero il rappresentante della classe e lui era uno studente brillante ed energico, pieno di iniziative originali – ci siamo subito legati. Di solito ci incontravamo nel campus o a Gerusalemme, dove lui abitava. Amava leggere, era la sua più grande passione, e conosceva tutte le librerie migliori della città”.

Lishinsky è cresciuto a Norimberga, in Germania, come cristiano evangelico, e all’età di 16 anni, mosso dal suo grande sentimento sionista e dal suo profondo legame con il popolo ebraico, ha deciso di trasferirsi in Israele. “Era così orgoglioso di far parte dello Stato di Israele, e io amavo condividere con lui pensieri, emozioni, intuizioni, idee”, continua Jakub. “Il modo in cui guardava la realtà mi affascinava. Era un fervente sostenitore degli Accordi di Abramo, un argomento che lo appassionava moltissimo”.

Jakub Klepek, 27 anni, è nato e cresciuto in Polonia dove ancora oggi lavora come attivista nel campo della diplomazia pubblica e politica. In particolare, tratta la radicalizzazione dello hate speech e dell’antisemitismo sui social network. “Quando sono arrivato in Israele ero un po’ confuso – faticavo a comprendere la complessa realtà politica locale”, racconta Jakub sinceramente. “Yaron è stato il primo ad aiutarmi a capire cosa stava succedendo intorno a me. Era più di un amico per me, era come un fratello maggiore”.

Oggi il giovane Klepek ricorda soprattutto il sorriso dell’amico perduto. “Era la cosa che più lo caratterizzava”, dice nostalgico. “Yaron era una persona sorridente e ottimista. Era anche molto diplomatico, sapeva sempre come comportarsi in ogni situazione. Era un uomo pieno di valori e molto rispettabile, nonostante la giovane età. Io non mi apro facilmente, ma Yaron era una delle poche persone con cui mi sentivo a mio agio a parlare di tutto. Sapevo che mi avrebbe accolto senza mai giudicarmi. Che si sarebbe preso cura di me e avrebbe agito per il mio bene. Mi fidavo di lui come ci si fida di un fratello maggiore”.

Poco prima di finire gli studi in Israele e tornare in Polonia, Jakub ha incontrato Yaron per l’ultima volta. “Forse è il ricordo più intenso che ho di lui”, ricorda. “Eravamo seduti nella Città Vecchia di Gerusalemme, bevevamo un caffè nero e parlavamo del futuro. Volevamo fondare insieme un’azienda che aiutasse le persone a volare in sicurezza ovunque nel mondo. In quell’occasione, Yaron mi ha anche raccontato di aver superato tutte le fasi di selezione ed essere stato accettato per lavorare all’ambasciata israeliana a Washington. Era così felice”.

Sì, Lishinsky ha realizzato il suo sogno servendo negli ultimi anni come assistente di ricerca per il Medio Oriente e il Nord Africa nel dipartimento politico di una delle ambasciate israeliane a Washington. Nel suo ruolo, era responsabile dell’aggiornamento continuo del personale diplomatico su eventi e tendenze nella regione, della redazione di ricerche geopolitiche, della gestione dei rapporti con rappresentanze straniere e think tank locali, e dell’assistenza nell’organizzazione di delegazioni in visita da Israele. A Washington, Yaron aveva anche trovato l’amore: Sarah Lynn Milgram z”l, con cui progettava di sposarsi a breve.

La notte dell’attacco, Jakub si trovava in Germania. “Ero stato invitato a partecipare a una conferenza a Berlino e quando mi sono svegliato la mattina in hotel, ho acceso la TV e ho scoperto dell’attentato terroristico avvenuto a Washington”, racconta. “Il notiziario parlava di due giovani vittime. Non ho avuto il tempo di capire di chi si trattasse, ero molto di fretta e non sospettavo minimamente che Yaron fosse coinvolto nella tragedia. Poi, ho ricevuto una sua foto in uno dei tanti gruppi WhatsApp di cui faccio parte. Ero sotto shock. Rifiutavo ancora di credere che fosse lui. Pensavo fosse un errore. Ho scritto ad altri amici del corso universitario, e loro hanno confermato che si trattava di Yaron”.

Ore dopo la tragedia, Jakub ancora fatica a credere che il peggio sia davvero accaduto. Cerca risposte a molte domande, ma non riesce a trovarle. “Sono molto confuso in questo momento, cerco soprattutto di capire cosa provo, e dentro di me scopro un dolore nuovo che non avevo mai provato prima”, confida. “Sono da anni coinvolto nel mondo dell’Hasbara e conosco bene la dura realtà con cui Israele deve confrontarsi. So cosa sia  il lutto, ma questa è la prima volta che il lutto mi colpisce personalmente. Ed è sconvolgente”.

Una cosa è certa per Klepek: il suo caro amico non verrà mai dimenticato. “Yaron era giovane, ma è riuscito a lasciare un’importante eredità morale”, vuole sottolineare. “Chiunque gli stava vicino conosceva bene i suoi valori, i suoi sogni, le sue aspirazioni. Io, noi, tutti gli amici, faremo il possibile per continuare il percorso di Yaron e dare significato a questa perdita così orribile e così assurda. Non ci arrenderemo, e certamente non ci piegheremo. Ci rialzeremo più forti e più uniti. Non dimenticheremo mai il nostro Yaron”.