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Campagna di disinformazione di Hamas sui social

di Nathan Greppi
Da quando è scoppiata la guerra tra Israele e Hamas, quest’ultimo ha messo in atto un’accesa campagna di disinformazione telematica come parte della sua strategia di guerra. In particolare, secondo una ricerca del Blavatnik Interdisciplinary Cyber Research Center (ICRC), centro di ricerca sul mondo digitale e la cybersicurezza legato all’Università di Tel Aviv, sono stati utilizzati diversi bot sui social per diffondere bufale e notizie false, al fine di alimentare il panico tra gli israeliani e influenzare l’opinione pubblica mondiale.

Notizie false

Come riporta il Jerusalem Post, sono stati utilizzati diversi profili, sia autentici che falsi, per diffondere contenuti violenti in tutte le piattaforme social per demoralizzare la società israeliana e alimentare la sfiducia nei confronti del governo e dell’esercito. A mettere in atto questa strategia, sono stati diversi membri e sostenitori di Hamas, di Hezbollah e della Jihad islamica, sparsi in diversi paesi. Anche l’Iran, principale paese sponsor di Hamas e Hezbollah, ha giocato un ruolo chiave nell’alimentare la disinformazione sulle piattaforme digitali.

Secondo la società di cybersicurezza israeliana CHEQ, gli agenti filo-Hamas hanno veicolato una teoria del complotto senza prove secondo cui membri dell’intelligence e della difesa israeliana avrebbero permesso intenzionalmente che l’attacco del 7 ottobre avvenisse. Inoltre, su vari gruppi Whatsapp sono circolati falsi messaggi vocali secondo cui un ufficiale di alto rango dell’IDF avrebbe invitato gli israeliani a fare scorta di viveri e carburante, portando a situazioni di panico collettivo e sovraffollamenti nei negozi.

Altre notizie false, indirizzate invece ad altri paesi e in particolare al pubblico americano, includono un falso comunicato stampa della Casa Bianca, secondo il quale il Presidente Joe Biden avrebbe autorizzato l’invio di 8 miliardi di dollari di aiuti a Israele. Una notizia che è stata veicolata a lungo, finché non è stata smentita.

In altri casi, come riportato dalla società di intelligence Cyabra, Hamas ha rilasciato dei video montati e ritoccati in modo tale da far sembrare che trattino in maniera umana gli ostaggi israeliani catturati dopo l’attacco del 7 ottobre.

Possibili contromisure

Al fine di contrastare la disinformazione attuata a fini bellici, l’ICRC propone una serie di linee guida. Ad esempio, si suggerisce alle autorità israeliane di intensificare la cooperazione con le piattaforme social, da sempre un terreno fertile per la propaganda antisraeliana, in modo da individuare e rimuovere contenuti che veicolano bufale e profili falsi.

Un’altra contromisura, consiste nell’istruire il pubblico sulla minaccia posta dalle fake news. Le autorità devono spiegare ai cittadini quali sono le tattiche della disinformazione e incentivare attività di debunking. Inoltre, secondo loro Israele dovrebbe creare una rete di organizzazioni, sia governative che private, per smontare e cancellare le informazioni false prima che si diffondano.